UNA VAGINA NUOVA DI ZECCA – IN ITALIA SI REGISTRA UN RAPIDO AUMENTO DEGLI INTERVENTI DI LABIOPLASTICA, IL RINGIOVANIMENTO DELLA VULVA – LA NUOVA TENDENZA NASCE DALL’ESIGENZA DI VEDERSI PERFETTI: RUOLO FONDAMENTALE ASSUME IL PORNO CHE PORTA AD AVERE UN’IDEA NON REALISTICA DEI GENITALI – “L’INTERVENTO NON È SENZA RISCHI…”
Simona Sirianni per “www.vanityfair.it”
«Forse bisognerebbe farsi qualche domanda in più sul rapporto che si ha con il proprio corpo, prima di decidere di intraprendere un intervento estetico che, per raggiungere un ideale irrealistico, è piuttosto rischioso per la salute».
La dottoressa Valentina Cosmi, psicologa, psicoterapeuta della SISP, sessuologa clinica ed esperta in Educazione Sessuale, è molto cauta sul rapido aumento degli interventi di labioplastica, per dirla più semplicemente: il ringiovanimento della vagina, o per essere davvero corretti, ringiovanimento della vulva, ossia la parte visibile dell’organo genitale femminile.
Una nuova tendenza femminile che da qualche anno pare stia prendendo molto piede anche in Italia, paese già tra i primi posti per gli interventi estetici, vede le donne voler dare un nuovo aspetto alla loro parte più intima, ma prima di condannare e lasciarci andare a commenti banali, cerchiamo di capire meglio.
«Esistono due diversi tipi di intervento di labioplastica – spiega Cosmi – e per dare un parere è buona cosa conoscere approfonditamente l’argomento. Ci sono due categorie principali di donne che decidono per un intervento di chirurgia genitale estetica: quelle con condizioni congenite, per fare un esempio l’intersessualità, ovvero nei casi di riassegnazione sessuale.
Poi ci sono quelle senza alcuna condizione “patologica”, ma che sperimentano disagio fisico o desiderano modificare l’aspetto dei genitali perché ritengono che non rientrino in un “range” di normalità. Che voglio subito sottolinearlo, però, non esiste».
L’infinita smania di volersi perfetti, restare giovani e attraenti non perde il suo potere: pur con la diffusione di nuovi modelli estetici che cercano, non sempre riuscendoci, di scardinare le immagini che hanno condizionato generazioni di donne (pensiamo alle modelle curvy contro l’androgina e filiforme taglia 38 andata di moda per quasi vent’anni), al momento non sembra esserci ancora un concetto forte come quello di bellezza in grado di attraversare i secoli, smuovere le coscienze, parlare un linguaggio universale nel tempo e nello spazio.
Ma è proprio questo che porta a decidere le donne di «farsi belli» anche i genitali? «Non sono totalmente d’accordo – continua Cosmi – c’è molto di più, qualcosa di più profondo e forte. Intanto, le ragazze, ma non solo, hanno davvero poca conoscenza del loro aspetto intimo vero e proprio, non hanno idea di come sia fatto e si rifanno soprattutto alle immagini sottratte alla pornografia che le portano ad avere percezioni non realistiche di come dovrebbero apparire i loro genitali.
Pensano che ci sia qualcosa di fortemente sbagliato nella loro vulva, non tengono conto che esiste una variazione di forme e di tratti ampissima, spesso arrivando al dismorfofobia, quel disagio psicologico che inganna la percezione che si ha di se stessi».
Amato e odiato corpo: convinte di non essere «mai abbastanza», ci consumiamo quotidianamente dirigendoci verso una costante battaglia con noi stesse cercando di avvicinarci a modelli irraggiungibili, pensandoci non come un intero, ma come pezzi messi insieme da migliorare costantemente.
Non accettando il tempo che passa, il cambiamento, la trasformazione. «Il rapporto col proprio corpo per una donna – prosegue Cosmi – è da sempre una sfida,un percorso lungo e complesso, fatto di conflitti. Sembra strano parlarne ancora così, ma nonostante le battaglie femministe che hanno aperto spazi di libertà prima impensabili, che hanno permesso alla donna di porsi come soggetto e non solo come oggetto, le pressioni secolari a cui è stata sottoposta sono dure da scardinare».
Ma c’è anche qualcos’altro a cui bisogna prestare molta attenzione: «L’intervento non è senza rischi – spiega ancora Cosmi – Prenderlo sottogamba è estremamente sbagliato. Per raggiungere un obiettivo irrealistico si può mettere a repentaglio la salute, in generale, e il piacere sessuale, nel particolare.
Quindi, soprattutto se la richiesta arriva da ragazze troppo giovani, sarebbe opportuno ci fosse un approccio integrato da parte di un’equipe di medici e psicologi per una corretta valutazione dei diversi casi. È fondamentalespiegare molto approfonditamente il tipo di intervento, i rischi e a cosa potrebbero andare incontro. È necessaria una forte consapevolezza di noi stessi e di ciò a cui ci si sta sottoponendo».
L’idea della bellezza è allettante e persuasiva, l’idea della bellezza a tutti i costi è però forse una trappola: «Non siamo sculture ma vita pulsante – conclude Cosmi – non siamo “modelli” statici, ma siamo in continuo movimento e cambiamento.
Gli standard estetici proposti dalla società, non devono essere interiorizzati e usati come metro di confronto per la propria adeguatezza sociale, perché così si distorce il nostro specchio interiore e si genera una grande e inutile frustrazione. Non perdiamolo di vista».
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