"È LA VIGILIA DI UNA SANITÀ A DUE BINARI: PUBBLICA PER I POVERI, PRIVATA PER I RICCHI" - WALTER RICCIARDI, DOCENTE DI IGIENE E SANITA’ PUBBLICA ALLA CATTOLICA: " E SICCOME CI STIAMO ARRIVANDO SENZA PROGRAMMARLO, IL SERVIZIO PUBBLICO PER I POVERI SARÀ UN SERVIZIO MEDIOCRE. I NUMERI RACCONTAVANO IL DECLINO GIÀ DIECI ANNI FA E SERVE UNA RIFORMA STRUTTURALE: L'ITALIA TRA I PAESI DEL G7 È QUELLO CHE INVESTE MENO PER LA SALUTE. E ALLORA DOBBIAMO FARE I CONTI: O È SOTTOFINANZIATO IL SISTEMA OPPURE DEVONO DIRCI CHE NON SIAMO PIÙ UN GRANDE PAESE, CHE CERTI SERVIZI NON POSSIAMO PERMETTERCELI…”
Estratto dell’articolo di Paolo Russo per “la Stampa”
Walter Ricciardi, docente di Igiene e Sanità Pubblica all'Università Cattolica, il primo allarme lo lanciò nel 2015. Allora, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, scrisse un volume: "La tempesta perfetta – Il possibile naufragio del Servizio Sanitario nazionale: come evitarlo".
Non l'hanno ascoltata?
«Capita sempre così» […]
Nel 2015 i pazienti in assenza di risposte scivolavano verso le visite a pagamento. Ora chi ha il portafoglio capiente trova liste d'attesa anche rivolgendosi al privato. Siamo alla vigilia di un collasso generalizzato della nostra sanità?
«Più che al collasso siamo alla vigilia di una sanità con doppio binario: un servizio pubblico per i poveri e un servizio privato che può essere offerto a chi ha i soldi o una buona assicurazione. E siccome ci stiamo arrivando senza programmarlo, il servizio pubblico per i poveri sarà un servizio mediocre».
Questa situazione è figlia della carenza di risorse o c'è anche altro?
«[…] l'Italia tra i Paesi del G7 è quello che finanzia meno la sanità, e ora è anche sotto la media OCSE. E allora dobbiamo fare i conti: o è sottofinanziato il sistema oppure devono dirci che non siamo più un grande Paese, che certi servizi non possiamo permetterceli. Il tema delle risorse è fondamentale, ma non è il solo. C'è una perdurante disattenzione verso il nostro personale medico. […]».
La migrazione sanitaria continua a essere una piaga. Come è possibile rimarginarla?
«Perché accade? Bisogna essere onesti nel rispondere a questa domanda. Ci sono Regioni, purtroppo sempre meno, dove l'accesso alle prestazioni avviene in ospedali che funzionano, le tecnologie sono accettabili così come l'accesso ai farmaci e ci sono Regioni dove la sanità funziona peggio, o non funziona affatto. Io non credo la colpa sia dei governatori delle Regioni […] C'è un problema di norme di riferimento, dai piani di rientro alla possibilità di ingaggiare i medici, che non sono più sostenibili. […]».
[…] Le liste di attesa restano la prima causa di iniquità d'accesso alle cure. Il governo punta a pagare i medici e il privato affinché si impegnino a smaltire gli arretrati. Basterà?
«Certo che non basterà se ciò non accade all'interno di una strategia che inauguri una nuova stagione introducendo maggiori risorse in un nuovo modello organizzativo. Altrimenti perdiamo solo altri soldi e altro tempo».
Dove le liste di attesa sono troppo lunghe e non accennano a diminuire non sarebbe giusto sospendere il doppio lavoro dei medici?
«Sarebbe l'ennesimo errore. Si creerebbe altro disagio e malcontento. […] Il nostro sistema deve essere competitivo rispetto alle sirene, altrimenti assisteremo solo a una più rapida fuga dal pubblico».
[…] Che segnale manda la decisione del governo di cancellare le multe ai no vax?
«Un segnale terribile, in termini scientifici ma anche etici. Hanno permesso di farla franca a persone che hanno messo a rischio le vite proprie e quello dei loro concittadini. […]». […]