matteo salvini giorgia meloni roma pescara linea ferroviaria

SALVINI-MELONI. DUELLO IN AUTOSTRADA – IL LEADER DELLA LEGA ANNUNCIA: ‘’STO LAVORANDO A UN'INTERA REVISIONE DEL SISTEMA DELLE CONCESSIONI ENTRO IL 2024" – DAGOREPORT: IL NOCCIOLO DELLA RIFORMA: I PEDAGGI ANDREBBERO DIRETTAMENTE NELLE CASSE DELLO STATO. I CONCESSIONARI SI TRASFORMEREBBERO IN SEMPLICI GESTORI DELLA RETE, PAGATI DALLO STATO PER EROGARE I SERVIZI DI VIABILITÀ E PER EFFETTUARE LA MANUTENZIONE – DIVERSA E CONTRARIA L’IDEA DELLA MELONA: MAXI FUSIONE TRA AUTOSTRADE PER L’ITALIA – OGGI CONTROLLATA DA CDP INSIEME AI FONDI BLACKSTONE E MACQUARIE – E LA FAMIGLIA GAVIO…

1. SALVINI, 'AL LAVORO PER INTERA REVISIONE DEL SISTEMA DELLE CONCESSIONI ENTRO 2024'

giorgia meloni matteo salvini

(ANSA) - "Sto lavorando personalmente con i tecnici del Mit a un'intera revisione del sistema delle concessioni autostradali in tutta Italia entro il 2024, l'obiettivo è garantire le manutenzioni necessarie senza gravare sulle tasche dei cittadini con un aumento dei pedaggi".

 

Lo afferma il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a margine del via ai lavori del tunnel subportuale di Genova, opera di compensazione del crollo del Ponte Morandi che Autostrade per l'Italia realizzerà finanziandola anche attraverso un aumento delle tariffe autostradali in tutta Italia.

casello autostrada - aspi

 

"Le concessionarie autostradali legittimamente hanno utili miliardari, ridiscuteremo al tavolo i loro utili miliardari e come reinvestirli a vantaggio dei cittadini, un po' come gli utili miliardari delle banche per le quali qualcuno a sinistra si era stracciato le vesti. - commenta Salvini - Se una parte degli utili miliardari dei concessionari autostradali fossero reinvestiti in attività utili ai cittadini, penso che non sarebbe uno scandalo. Stiamo lavorando sul tema del rinnovo delle concessioni autostradali e su una limitazione dell'aumento dei pedaggi". In quali tempi? "Entro il 2024", risponde Salvini alla domanda dei cronisti.

BLACKSTONE

 

2. DAGOREPORT

Il nocciolo della riforma Salvini? I pedaggi finirebbero direttamente nelle casse dello Stato, e non vanno più ai concessionari. A questo punto sarebbe lo Stato a dover realizzare gli investimenti e i concessionari si trasformerebbero in semplici gestori della rete, e verrebbero pagati dallo Stato per erogare i servizi di viabilità all’utenza e per effettuare la manutenzione.

Macquarie

 

Un altro elemento della riforma ideata da Salvini sarebbe l’equiparazione delle tariffe di pedaggio per tutti i concessionari (ora sono differenziati a seconda della tratta).

Non è chiaro se la riforma riguarderà anche le concessioni in essere o solo le nuove.

 

MERCHANT BANK CHIGI/2 - L’IDEONA DEL MONOPOLIO AUTOSTRADALE

Carlo Di Foggia per “il Fatto quotidiano”

 

autostrade

A Giorgia Meloni, come noto, non piace l'“amichettismo” di sinistra, forse perché preferisce direttamente i grandi regali ai privati. L’ultimo è partito con una richiesta da Palazzo Chigi alla Cassa depositi e prestiti: studiare i numeri di una maxi fusione tra Autostrade per l’Italia – oggi controllata da Cdp insieme ai fondi Blackstone e Macquarie – e l’Astm della famiglia Gavio.

 

roberto tomasi ad di autostrade

Il contesto è quello che è: l’Ad della Cassa, il “draghiano” Dario Scannapieco, cerca il rinnovo ad aprile, per cui non può dire “no”. Ma nessuno, a Chigi e a Cdp, saprebbe dire perché andrebbe fatta un’operazione tanto assurda. D’altronde poggia le basi sull’osceno regalo precedente: Cdp & C. hanno comprato Aspi dai Benetton a peso d’oro per chiudere la vicenda Morandi, la più generosa forma di punizione finanziaria della storia italiana, che pure ne ha visti di scandali.

Beniamino Gavio

 

Aspi era un generatore di dividendi e tale è rimasta anche con i nuovi padroni, ma anche i muri sanno che la sua rete (e non solo la sua) ha bisogno di più del doppio degli investimenti programmati dopo gli anni dei Benetton. Con i fondi che pretendono di spremere dividendi come e più della famiglia veneta non è semplice. Come nel post Morandi, sono il genere di difficoltà in cui si muovono le figure chiave del nostro capitalismo in declino.

 

GAETANO CAPUTI

Il più attivo è Vittorio Grilli, ex ministro e dg del Tesoro, oggi in Jp Morgan, che a Palazzo Chigi vanta molti amici, come il capo di gabinetto di Meloni, Gaetano Caputi. Il nostro è andato a Chigi per provare a convincere il governo che la soluzione è cacciare Macquarie e fare entrare Gavio, secondo operatore italiano.

 

Cosa hanno da guadagnarci gli utenti italiani dal monopolio autostradale? Niente, ma nessuno si pone la domanda. A guardare i numeri, l’operazione conviene solo a Gavio, che ha già perso due concessioni (A5 e A21, e nel 2026 scadrà la ricca Torino-Milano), i debiti superano i 6 miliardi ed è molto esposta sulle costruzioni con Itinera, oltre ad avere un socio ingombrante come il fondo francese Ardian.

vittorio grilli

 

Insomma, Gavio mira al grande flusso di cassa di Aspi, qualità che hanno tutti i colossi statali (Eni, Enel, Fs, Poste) che infatti sono il bersaglio dei fondi esteri. Grilli d’altronde è già riuscito a convincere Meloni & C. a vendere la rete Tim al fondo Usa Kkr, altro regalo insensato. Vediamo se gli riesce il bis.

 

L AZIONARIATO DI AUTOSTRADE PER L ITALIA

 

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI. LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UNA FRECCIATA-AVVERTIMENTO ALL’AMICO LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)