eugenio scalfari

LA TELEFONATA DEL PAPA, LE IMITAZIONI DI CROZZA CHE NON LO FACEVANO RIDERE E LA GAFFE DI CHRISTIAN DE SICA SULLA BIGAMIA DI UNA VITAIL NIPOTE SIMONE VIOLA RACCONTA IN UN LIBRO EUGENIO SCALFARI ATTRAVERSO I RICORDI INEDITI DI 100 AMICI – "DE SICA INIZIÒ A RACCONTARE DEL PADRE VITTORIO, DELLA SUA DOPPIA VITA, DELLE DUE MOGLI, LE DUE FAMIGLIE...CREDO CHE NONNO FOSSE TUTTO SOMMATO DIVERTITO DALLA SITUAZIONE. GLI PIACEVA TANTISSIMO SCHERZARE MA QUANDO DIVENTAVA LUI LA VITTIMA DEL CAZZEGGIO…” – VIDEO

 

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

eugenio scalfari

(…)

Di quelle che si chiamano «cose da raccontare ai nipoti», in novantotto anni di vita Eugenio Scalfari ne ha fatte parecchie. Simone Viola, anni ventitré, è il suo unico nipote.

Figlio di Donata, giornalista del Tg5, e di Ettore Viola, ex grafico di Repubblica e figlio di Sandro, che era stato tra i giornalisti che avevano inaugurato il giornale nel 1976, ha raccolto in un libro («100 volte Scalfari») cento testimonianze celebri sulla figura del nonno, nato un secolo fa e scomparso nel luglio del 2022.

 

Vocazione da giornalista anche lei?

«Sogno di fare il procuratore sportivo o comunque di lavorare nel mondo del calcio».

Che a nonno Scalfari piaceva poco.

«Più che non piacergli, non gli interessava. Timido tifoso della Roma, era convinto che Silvio Piola avesse giocato con i giallorossi; una volta gli ho spiegato che in realtà era una bandiera della Lazio».

 

Austero nel privato come in pubblico?

«Io lo chiamo l’umorismo scalfariano. Gli piaceva tantissimo scherzare ma quando diventava lui la vittima del cazzeggio non sempre la prendeva benissimo».

 

Un esempio?

eugenio scalfari simone viola

«L’imitazione che ne faceva Maurizio Crozza, che a noi in famiglia faceva sbellicare dalle risate. Gli facevamo vedere questi video sul telefono. Lui osservava, accennava giusto un mezzo sorriso, non commentava. Sicuramente gli piaceva la resa del numero comico ma se dovessi dire se era contento o meno, ecco, propenderei più per la seconda. Tra l’altro, quell’imitazione di Crozza rischiò di farci fare una figuraccia con Papa Francesco».

 

Come mai?

«Nel 2015 nonno è stato invitato in Vaticano dal Papa con tutta la famiglia. Arriviamo a Santa Marta e in questa specie di spazio piccolissimo, una quindicina di metri quadri, nell’attesa che arrivi Francesco ci sediamo su delle sedie già disposte a cerchio.

Crozza in quel periodo imitava i dialoghi tra nonno e Bergoglio che girava con un frigorifero sulle spalle.

 

100 scalfari - copertina - di simone viola

Appena entra il Papa nella stanza, io e mia zia Enrica ci guardiamo, si capisce che entrambi stiamo pensando allo sketch di Crozza. Temendo di non riuscire a trattenerci, non ci siamo più guardati negli occhi durante tutta la durata dell’incontro per non rischiare di ridere in faccia al Santo Padre».

 

È l’unica volta in cui è stato testimone diretto dell’amicizia tra suo nonno e Papa Francesco?

«Diciamo che ce n’era stata un’altra, qualche tempo prima. Festività di Natale, squilla il telefono nella casa di campagna di Velletri, che ha un apparecchio in tutte le stanze, tutti collegati a un centralino comune, come se fosse la redazione di un giornale. Rispondo io e la voce dall’altro capo del telefono dice “sono Papa Francesco, vorrei parlare con Eugenio...”».

 

SIMONE VIOLA EUGENIO SCALFARI

Direttamente lui, senza farsi annunciare dalla segreteria?

«Direttamente lui, come gliela sto raccontando. Un secondo dopo inizio a urlare “Nonno, c’è il Papa al telefono”».

 

Scalfari è stato un nonno ingombrante?

«Per me era mio nonno. Una volta, per un incontro organizzato dalla scuola insieme a mia mamma, venne in classe. Facevo la quinta elementare, confesso che la cosa non mi divertiva, la vivevo come una seccatura. Ciascuno di noi aveva una domanda da rivolgergli, un lavoro che avevamo fatto con le maestre. Ricordo che io, dandogli del lei, gli chiesi come mai avesse scelto Repubblica come nome del giornale».

 

Com’era Scalfari alle prese con una classe di bambini?

«Anche in quell’occasione non resistette alla tentazione di elevare il discorso, di andare il più in alto possibile. Di fronte a una classe di bambini di quinta elementare, iniziò a fare una riflessione sul concetto di “Io”. Zia Enrica, che era venuta con la macchina fotografica, gli disse a un certo punto di cambiare spartito, non si poteva parlare tutta la mattinata di “Io” di fronte a un uditorio di bambini di dieci anni».

 

Amò e stette contemporaneamente con due donne, sua nonna Simonetta e Serena Rossetti, sposata quando rimase vedovo.

eugenio e simonetta scalfari a velletri

«A questo proposito, ho raccolto una testimonianza molto divertente di Christian De Sica. Che un giorno, accompagnato da Mimma Golino, andò a trovare nonno Eugenio nella sua casa di Velletri.

 

Non sapendo assolutamente che a casa Scalfari si vivesse da sempre una condizione non troppo dissimile, De Sica iniziò a raccontare del padre Vittorio, della sua doppia vita, delle due mogli, le due famiglie... Immagino che nonna Simonetta, presente all’incontro, non gradisse. Mimma Golino gli dava calci perché smettesse ma De Sica nulla, andò avanti nel racconto. In macchina, sulla strada del ritorno, gli spiegò della gaffe. Credo che nonno fosse tutto sommato divertito dalla situazione...».

 

EUGENIO E SIMONETTA SCALFARI

Lo Scalfari amante della musica?

«Molto legato alla sua epoca. Luca Barbarossa, figlio di Annamaria Rossi, che aveva lavorato a Repubblica , racconta di come una sera si ritrovarono a casa di nonno a via Nomentana. Iniziarono a cantare le canzoni dei cantautori, accompagnati da una chitarra. Pezzo dopo pezzo, nonno riuscì a cambiare la scaletta. Gli piaceva Francesco De Gregori ma era decisamente più a suo agio con Domenico Modugno».

paolo guzzanti eugenio scalfari serenaeugenio scalfari e il gruppo di repubblica eugenio scalfari gioca a calcioEUGENIO SCALFARI CON LE FIGLIEeugenio scalfariscalfari con serenaSILVIO BERLUSCONI E EUGENIO SCALFARI CHRISTIAN DE SICA eugenio scalfari

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…