
SE LA SENTE KALLAS: “LA RUSSIA NON E’ UN PAESE DEMOCRATICO, PUTIN E’ UN DITTATORE. NON TEMO LE MINACCE RUSSE” - KAJA KALLAS, ALTO RAPPRESENTANTE PER LA POLITICA ESTERA DELL’UE, RISPONDE AGLI ATTACCHI DEL CREMLINO CHE AVEVA CHIESTO PER LEI UN PROCESSO DA PARTE DI UN TRIBUNALE ONU – “LA COLPA DELLA GUERRA È DEI RUSSI. NON DI ZELENSKY, NON DI BIDEN. TRUMP POTREBBE DAVVERO PORRE FINE A QUESTA GUERRA IN BREVISSIMO TEMPO FACENDO PRESSIONE SU MOSCA. LA PRESSIONE INVECE È SULL’UCRAINA. E L’EUROPA DEVE ANCORA AIUTARE KIEV. NON POSSONO DIFENDERSI SENZA MUNIZIONI”
Claudio Tito per la Repubblica - Estratti
La Russia non è un Paese democratico e Putin è un dittatore. Ma io non ho paura delle loro minacce». Kaja Kallas, Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, risponde con questa intervista agli attacchi del Cremlino contro di lei. E mette una serie di puntini sulle “i” rispetto a quel che ha detto Donald Trump di recente sul conflitto in Ucraina: «La colpa della guerra è dei russi. Non di Zelensky, non di Biden».
Il presidente della Duma russa, Vjaceslav Volodin, ritiene che lei debba essere rimossa e processata da un tribunale della Nazioni Unite.
«Che lo dica lui è un onore».
Ha paura di queste parole?
«Perché? Questo è il modo in cui operano i russi: minacciare e intimidire. Vogliono che abbiamo paura delle loro minacce. La risposta è non averne».
È la prova che la Russia non è un Paese democratico?
«È evidente. Da tempo non ha elezioni democratiche, libere ed eque. L’ultima volta è stato con Eltsin».
volodymyr zelensky kaja kallas
E quindi Putin non è un leader democratico?
«Certo. È un vero dittatore. E i dittatori funzionano così. Eliminano tutti i concorrenti. Basta pensare a come hanno ucciso Navalny. Il metodo è quello di eliminare le alternative e rendere felici i compari intorno a lui, le strutture di potere, come l’esercito e la polizia. E così si resta al potere».
Lunedì, però, il presidente Trump ha detto che Zelensky e Joe Biden, più di Putin, hanno la colpa della guerra in Ucraina. Lei è d’accordo?
«In quella guerra c’è un aggressore e una vittima. La Russia ha attaccato palesemente un altro Paese, la sua integrità territoriale, la sua sovranità. La Russia sta uccidendo civili sul territorio dell’Ucraina. L’Ucraina non ha fatto nulla per provocare questa guerra».
Quindi non è vero?
FRIEDRICH MERZ - KAJA KALLAS - FOTO LAPRESSE
«Dobbiamo essere molto chiari. È molto raro nel mondo che i conflitti siano così bianco o nero. Ecco, la guerra in Ucraina è bianco o nero.C’è un aggressore e una vittima».
Dunque Donald Trump sbaglia?
«Non so perché lo dica. Oggi tutto è documentato. La Russia ha iniziato questa guerra il 24 febbraio 2022, una guerra su vasta scala. Nel 2014 hanno annesso la Crimea. Ma posso darvi un elenco di Paesi che hanno attaccato e nessuno ha mai aggredito la Russia.Da nord a sud: Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Georgia, Ucraina, Cecenia, Siria, Afghanistan. L’elenco è lungo».
Domenica scorsa l’aviazione russa ha bombardato la città di Sumy. L’esito è stato drammatico. È un’ulteriore dimostrazione che Putin non vuole la pace e nemmeno un cessate il fuoco?
«Purtroppo sì. Ci vogliono due persone per volere la pace. Ne basta una per volere la guerra. Trentaquattro giorni fa, l’Ucraina ha accettato un cessate il fuoco incondizionato. Per trentaquattro giorni la Russia ha bombardato colpendo i civili. Bambini, gente che andava in chiesa. Dimostra chiaramente che vuole solo la resa incondizionata dell’Ucraina».
Trump è stato troppo ottimista quando sosteneva che avrebbe chiuso la guerra in un giorno?
«Credo che potrebbe davvero porre fine a questa guerra in brevissimo tempo facendo pressione sulla Russia. La pressione invece è sull’Ucraina».
Insomma il presidente Trump è troppo amico di Putin?
«Sto dicendo che non si è ancora vista una forte pressione sulla Russia. Capisco che all’inizio tutti debbano salvare la faccia, ma la Russia avrebbe potuto mostrare un po’ di buona volontà restituendo, ad esempio, le migliaia di bambini deportati o rilasciando i prigionieri di guerra o qualsiasi altra cosa. E invece nulla».
L’Europa deve ancora aiutare l’Ucraina?
«Certo. Gli ucraini si stanno difendendo. Non possono farlo senza munizioni. Dobbiamo aiutarli anche con le sanzioni alla Russia».
(…)
Ma ce la farete a convincere Orbán?
«È difficile, ma dipende anche da quello che fanno gli americani».
KAJA KALLAS - AUDIZIONE PARLAMENTO EUROPEO
Ma lei definirebbe ancora gli Usa un alleato militare?
«L’America ha confermato di essere nella Nato. Quindi sì, è un buon alleato».
La guerra commerciale sta indebolendo le relazioni tra Stati Uniti e Unione europea?
«Non ci sono vincitori nella guerra commerciale. Chi ne beneficia è la Cina».
Eppure sembra che questo conflitto sui dazi possa ripercuotersi anche sulla difesa.
«Il presidente Trump per molto tempo ha detto che gli europei devono fare di più per la propria difesa. Tutti dobbiamo fare di più».
Il 3% di Pil è sufficiente?
«Naturalmente dobbiamo spendere di più. Dipende con cosa lo si confronta. Se si paragona con la Russia, loro spendono oltre il 9% del loro Pil per la difesa e allora il 3 appare un numero piccolo. Ma in realtà contano anche le capacità, accorciare i tempi di approvvigionamento e ridurre i costi. Bisogna fare tutto questo con saggezza».
kallas meloni
keir starmer kaja kallas
kaja kallas 3
kaja kallas 2
kaja kallas 5
kallas meloni