giuseppe del deo giorgia meloni alfredo mantovano 007 intelligence servizi.

NON C'E' "DOMANI" PER GIUSEPPE DEL DEO? - SECONDO IL GIORNALE DI FITTIPALDI SI STA PER CHIUDERE LA PARABOLA NEI SERVIZI SEGRETI DELL'EX INFLUENTE VICE DI AISI DELL'ERA DI MARIO PARENTE (ERA DEL DEO A GESTIRE LE INTERCETTAZIONI PREVENTIVE PER LA SICUREZZA NAZIONALE, ANCHE IN ASSENZA DI REATI) -ANZICHE' RIMUOVERLO (E' UN INCARICO POLITICO) MELONI E MANTOVANO AVREBBERO ADDIRITTURA IN MENTE UN DECRETO (MAI VISTO NELLA STORIA DI PALAZZO CHIGI) PER MANDARLO IN PENSIONE ANTICIPATA A 51 ANNI CON UN VITALIZIO DI OLTRE 10MILA EURO AL MESE...  

Estratto dell’articolo di Giovanni Tizian,Stefano Iannaccone per “Domani”

 

GIUSEPPE DEL DEO

Da indispensabile agente segreto, destinato a un grande futuro, a ingombrante / eminenza grigia dietro gli scandali recenti che hanno terremotato il governo e gli apparati. La parabola di Giuseppe Del Deo ha toccato terra, e la sua carriera nell’intelligence italiana è finita ad appena 51 anni.

 

A pesare sull’esito due vicende svelate da Domani: il giallo delle due persone misteriose trovate a trafficare vicino l’auto dell’ex compagno della premier Giorgia Meloni Andrea Giambruno, e il caso di Gaetano Caputi, il capo di gabinetto di palazzo Chigi spiato dall’Aisi. Del Deo ha così perso la fiducia di palazzo Chigi.

 

Meloni, insieme al sottosegretario, Alfredo Mantovano (autorità delegata ai servizi), ha deciso di rimuovere l’ex fedelissimo da vicedirettore del Dis, il dipartimento per la sicurezza che coordina le due agenzie, l’Aisi e l’Aise. Risulta a Domani che al suo posto andrà con ogni probabilità Mario Cinque, vicecomandante generale dei carabinieri, già candidato al ruolo di capo dell’agenzia per la cybersicurezza dopo essere stato in lizza per il comando dell’Arma, in una gara vinta poi da Salvatore Luongo.

giorgia meloni alfredo mantovano

 

Del Deo, dunque, va verso il pensionamento anticipato con un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (dpcm) ad hoc che stabilisce le condizioni della sua uscita di scena, tra cui un assegno mensile pieno di oltre diecimila euro al mese. Lo strumento del dpcm sottolinea l’eccezionalità del caso. La goccia che ha accelerato l’iter riguarda gli accessi dell’Aisi sul capo di gabinetto di Meloni, Gaetano Caputi.

 

Alcune verifiche, compiute dal gennaio a settembre 2023, erano state fatte proprio su richiesta di Del Deo, all’epoca vicedirettore dell’agenzia guidata da Mario Parente. Il documento con le indagini su Caputi è stato allegato agli atti dell’inchiesta su una presunta violazione di segreto in cui sono indagati quattro giornalisti di Domani per aver pubblicato notizie sul capo di gabinetto della premier, ma che nulla avevano a che fare con i controlli fatti dai servizi.

 

bruno valensise in audizione al copasir FOTO LAPRESSE

Il nuovo direttore dell’Aisi, Bruno Valensise, ha risposto senza reticenze alle richieste della procura di Roma allegando tutto. Documenti, poi, pubblicati da questo giornale. Del Deo era in grande ascesa da tempo: ex militare, da lustri operativo all’Aisi, ha gestito partite delicate, ha guidato il Nef (nucleo economico finanziario), fino a diventare – proprio per volere di Meloni – vice direttore dell’agenzia.

 

Era lui a gestire le intercettazioni preventive, cioè i monitoraggi di persone, in gergo «target», di interesse per difesa della sicurezza nazionale, anche in assenza di reati. Autorevoli fonti dell’intelligence spiegano che negli ultimi anni i soggetti sottoposti a intercettazioni preventive hanno raggiunto numeri record, con oltre 310 target (manager pubblici, amministratori delegati, dirigenti) ascoltati.

alfredo mantovano giorgia meloni

 

Un dato ufficiale è comunque impossibile da ricavare: la procura generale di Roma, da cui passano le richieste, ha l’obbligo di mantenere il segreto. Ogni registrazione, trascrizione inclusa, è destinata alla distruzione. Il suo principale estimatore nel governo è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto, che lo avrebbe voluto al comando dell’Aisi dopo la scadenza del mandato di Parente.

 

Un rapporto solido tra i due: a legarli anche l’amicizia in comune con l’imprenditore Carmine Saladino, fondatore del colosso della cybersicurezza Maticmind, in affari con la Difesa. E non solo: dal 2022 la società è entrata nell’azienda Sind Spa, tra i clienti i servizi segreti. I titolari di Sind a loro volta conoscono a meraviglia Del Deo. Affari e amicizia che spesso si mescolano.

 

guido crosetto giorgia meloni alla camera foto lapresse.

Del Deo aveva costruito un solido legame anche con Meloni, che si fidava di lui nonostante l’ostilità di Mantovano. Fondamentale l’intesa stabilita con Patrizia Scurti, segretaria della premier che garantiva l’accesso privilegiato agli uffici della presidente del Consiglio. Qualcosa, poi, si è incrinato nei rapporti tra Del Deo e Meloni.

 

La prima crepa si è aperta con il pasticcio delle due persone sorprese ad armeggiare vicino all’auto dell’ex compagno di Meloni, il giornalista Mediaset Giambruno. Un’indagine interna ai servizi ha indirizzato inizialmente i sospetti su due funzionari dell’Aisi che svolgevano il servizio di scorta a Meloni, trasferiti in fretta e furia all’Aise.

 

bruno valensise in audizione al copasir - foto lapresse

Successivamente l’inchiesta della procura di Roma (ancora in corso) ha escluso la responsabilità dei due agenti, ipotizzando un semplice tentativo di furto da parte di due ricettatori. La storia resta misteriosa, ma la gestione maldestra della faccenda da parte dell’Aisi (e della polizia guidata da Vittorio Pisani, molto vicino a Del Deo) ha fermato la corsa di Del Deo verso la direzione dell’Aisi, dove gli è stato preferito Bruno Valensise, gradito a Mantovano e a Matteo Salvini.

 

Proprio il leader leghista non ha mai avuto fiducia in Del Deo, ritenendo sospette alcune fughe di notizie su alcune preventive fatte su Antonio Capuano (e finite su La Verità), il consulente del vicepremier che si occupava di tenere i rapporti con la Russia, organizzando gli incontri – svelati da Domani – con l’ambasciatore Sergey Razov. Pur non avendo certezze, il segretario della Lega ha confidato ai suoi di non fidarsi di quei vertici dell’Aisi.

guido crosetto e giorgia meloni alla camera foto lapresse

 

Tanto che ha posto il veto sulla promozione di Del Deo alla direzione dell’agenzia dei servizi segreti, sfruttando l’inedito asse con Mantovano, altro detrattore dell’agente segreto.

 

Arrivato Valensise, la convivenza è durata poco: Del Deo è stato spostato al Dis come vice, prima sotto l’egida di Elisabetta Belloni (che lo stimava molto) e poi sotto la guida di Vittorio Rizzi. […]

 

La guerra nell’intelligence potrebbe ora trovare una tregua. Anche se i dossier irrisolti che creano tensione sono ancora molti. Su tutti, la vicenda dello spyware Paragon.

 

MATTEO salvini - GIORGIA meloni

L’Aisi ha in uso il virus spia ma ha detto di non averlo impiegato contro giornalisti. Al contrario dell’Aise, che ha ammesso l’utilizzo nei confronti degli attivisti della ong Mediterranea.

 

Resta dunque il mistero su chi abbia spiato il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, che guida la testata che ha realizzato inchieste giornalistiche su FdI. Altra vicenda affatto chiarita sono i motivi per i quali Del Deo abbia ordinato ai suoi uomini di fare accertamenti su Caputi. «Me l’ha chiesto Parente», ha detto. Ma non tutti sono convinti della sua versione. […]

Ultimi Dagoreport

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...