vladimir putin alexey miller

SORRISI E SANZIONI – NON SOLO GLI OLIGARCHI CHE RIESCONO AD AGGIRARE LE MISURE EUROPEE: NEL SISTEMA ESCOGITATO DA BRUXELLES CI SONO DELLE FALLE EVIDENTI. AD ESEMPIO, L’AD DI GAZPROM ALEXEI MILLER NON È INCLUSO NELLA “BLACK LIST”. EPPURE È UNO DEGLI UOMINI PIÙ RICCHI E INFLUENTI DI RUSSIA – FINANZIARE I PARTITI EUROPEI, COME FATTO DAL 2014 SECONDO LE RIVELAZIONI AMERICANE, IN TEORIA ORA È PIÙ COMPLICATO, MA…

Federico Fubini e Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

putin ursula von der leyen

Il messaggio dell'amministrazione americana sui milioni di dollari spediti da Mosca ai partiti amici torna a porre le sanzioni al centro dell'agenda europea.

 

Ma non in vista di allentamento della presa su Mosca, date anche le modalità usate per i finanziamenti occulti da parte del servizio segreto putiniano per le attività estere (Svr). Proprio le misure prese a Bruxelles negli ultimi sei mesi stanno infatti intralciando i canali russi di sostegno a certi politici europei.

 

Il denaro di Mosca spesso viene fatto pervenire ai partiti beneficiari attraverso il commercio internazionale. Ad alcuni esportatori verso la Russia è stato permesso di fatturare somme ben al di sopra del valore di mercato delle loro merci, in modo da creare fondi da girare ai partiti beneficiari sotto la forma di donazioni di un imprenditore a una forza politica del proprio Paese.

PAOLO SCARONI - SILVIO BERLUSCONI - ALEXEY MILLER - VLADIMIR PUTIN

 

Le sanzioni spezzano questo ingranaggio, perché riducono l'export europeo in Russia (proprio per questo la diplomazia americana segue con sospetto ogni richiesta di allentamento delle misure).

 

Dasha Zarivna, portavoce dell'ufficio del presidente ucraino Zelensky, dice al Corriere : «La mia impressione personale è che le sanzioni abbiano creato molte difficoltà per queste operazioni». Sembra dunque probabile che nei prossimi mesi torni all'agenda di Bruxelles una stretta contro Mosca o almeno una difesa delle decisioni già prese.

 

In primo luogo perché lo chiede l'Ucraina, ora che l'indebolimento del complesso militare industriale russo diventa percepibile sui campi di battaglia. Andriy Yermak, capo dello staff di Zelensky, ha detto venerdì che «proprio ora che chiediamo ai nostri partner di aumentare le sanzioni, parlare di un allentamento sarebbe sbagliato. Per caso i russi stanno rallentando l'offensiva o hanno smesso di uccidere degli ucraini?».

MURALE BACIO PUTIN ZELENSKY

 

Di certo la strada resta lunga, perché nei dispositivi di Bruxelles volti a minare finanziariamente il sistema putiniano restano falle visibili. Il caso più singolare riguarda Alexei Miller, esecutore del ricatto del gas di Vladimir Putin contro l'Europa in quanto amministratore delegato di Gazprom.

 

Ancora oggi Miller non è nelle liste delle sanzioni europee: i suoi beni non sono sequestrati e lui stesso può viaggiare nell'Unione Europea come qualunque suo connazionale. Il motivo è noto a molti nei palazzi di Bruxelles: l'Ungheria di Viktor Orbán mette un veto alle sanzioni contro Miller (e ha appena firmato un ottimo accordo di fornitura con Gazprom).

 

leonid mikhelson

Per ora al riparo dalle sanzioni sono anche Vladimir Potanin, l'uomo considerato più ricco della Russia con patrimonio stimato da Forbes in 24,4 miliardi di dollari, e il tycoon del gas Leonid Mikhelson (detentore di un patrimonio simile). In questo caso il veto sembrerebbe arrivato da Parigi, secondo alcuni osservatori europei. Di certo il ruolo di Potanin è strategico per la fornitura di nichel all'industria dell'auto europea e Mikhelson ha accordi con la francese Total. L'Ungheria ha poi salvato anche il tycoon dei treni Andrei Bokarev. Le stesse sanzioni sulle banche rivelano ancora buchi nella rete.

Alexei Miller

 

E non solo perché gli istituti colpiti da Bruxelles sono appena nove, su circa 750 utilizzabili per aggirare i divieti di commercio con la Russia. C'è di più. In vista dell'accordo sull'export del grano ucraino, Bruxelles a fine luglio ha scongelato alcune attività di Bank Rossiya (controllata da Yury Kovalchuk e Nikolay Shamalov, due alleati di Putin) e di Promsvyazbank (la banca più usata dall'industria militare di Mosca). Un altro passo indietro si è avuto poi in estate con l'allentamento di certe sanzioni che complicavano l'export di petrolio russo verso Paesi come l'India o la Cina. È stato un tentativo di calmierare i prezzi internazionali del greggio, senz' altro. Ma il silenzio di Bruxelles su tutti questi arretramenti denota imbarazzo. E dimostra che questa guerra economica con la Russia richiederà nervi d'acciaio, perché resta lunga e disseminata di trappole.

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…