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UN SEGRETO CHIAMATO JUVENTUS STADIUM – 16ESIMA VITTORIA IN CASA (SU 16 PARTITE GIOCATE) PER I BIANCONERI CHE A SEI TURNI DALLA FINE HANNO 8 PUNTI DI VANTAGGIO SULLA ROMA
Fabio Monti per âIl Corriere della Sera'
Fernando Llorente ha fatto 13 (gol) e la Juve corre serena verso il terzo scudetto consecutivo. La doppietta del navarro al Livorno (non segnava dal 2 marzo, con il Milan) riporta a 8 i punti di distacco della Roma, a 6 giornate dalla fine, con i bianconeri che conservano intatte le possibilità di traguardare quota 100. Il 2-0 coincide con la sedicesima vittoria consecutiva nello Stadium: se qui erano stati sconfitti (e in qualche caso travolti) Roma, Napoli, Fiorentina, Inter, Parma, Lazio, Verona, Torino, Milan, Sampdoria, Genoa, Udinese, Chievo, Sassuolo e Catania (in ordine di classifica) sarebbe stato troppo pretendere che la prima squadra a far punti a Torino fosse il Livorno, terzultimo in classifica, reduce da 4 sconfitte consecutive in trasferta e pure preoccupato di non perdere uomini (Paulinho e Greco, diffidati, sono rimasti in panchina), in vista della sfida per la sopravvivenza di domenica con il Chievo.
A tre giorni dal ritorno con il Lione, la Juve non ha incantato, perché questo non è il tempo dei fuochi d'artificio, ma ha confezionato una gara di solida maturità e di forte personalità , puntando a vincere, senza spendere troppo. Conte ha messo in campo la miglior formazione possibile, con Caceres-Bonucci-Chiellini riproposti per l'ottava volta consecutiva; Marchisio ha rilevato Vidal e davanti è tornata la coppia Llorente-Tevez, che ha deciso il match.
Emeghara ha provato a spaventare i bianconeri dopo due minuti, con una conclusione in corsa, che ha costretto Buffon a una deviazione non facile, poi la Juve ha cominciato a spingere anche con sette/otto uomini, attaccando molto sulla corsia di destra con il tarantolato Lichtsteiner, ma limitando la pericolosità delle ripartenze del Livorno, che ha cercato di sfruttare qualche difficoltà juventina nel bucare l'affollata linea avversaria. La squadra di Di Carlo per mezz'ora si è difesa prima con ordine e poi con affanno; Chiellini ha avuto la possibilità di segnare, ma ha colpito male. La Juve ha insistito con pazienza, finché è arrivata la svolta: azione di Tevez, palla a Llorente, che ha controllato, si è girato e ha colpito di sinistro nell'angolo dove Bardi non è arrivato.
Il presidente Spinelli, in panchina con la solita cerata gialla, era stato profetico, prima di cominciare: «Ho detto al presidente Agnelli che i suoi giocatori sono il doppio dei miei anche fisicamente. Se riusciamo a resistere 35'-40', poi magari subentra nella Juve un po' di stanchezza». Invece i bianconeri sono andati a segno, prima del tempo indicato da Spinelli e il gol ha provocato scene di esultanza fra Agnelli, Marotta e Nedved, il segno che sentono ormai vicinissima l'ora del titolo. Un minuto dopo, Pogba ha provato a chiudere la partita, ma il suo tiro è stato ribattuto in angolo e allora ci ha pensato Llorente a sigillare la gara con il secondo gol, questa volta di testa con Duncan che si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato, mettendo in palese difficoltà Bardi.
Tevez avrebbe potuto triplicare, al 45', ma la partita era già chiusa da tempo, anche perché il Livorno due gol a questa Juve non li avrebbe mai segnati nemmeno restando in campo una settimana. Dopo 13' di ripresa, Duncan ha provato a verificare se fosse possibile fare almeno gol a Buffon, ma la deviazione in angolo ha chiarito che non era serata per mettere in difficoltà il portiere. Il resto della partita è stato un allenamento per la Juve e pure per il Livorno, allenamento chiuso da una gaffe di Gervasoni: fallo di Valentini su Marchisio all'ultimo secondo, niente rigore e fine della gara. Un fischio per non decidere da parte del decisionista Gervasoni. Complimenti a lui e a chi continua a mandarlo in giro.
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