ART SPIA MARKET - REPORT DA 'ART BASEL HONG KONG' DOVE GLI AFFARI VANNO A GONFIE VELE. DOVE I COLLEZIONISTI CINESI COMPRANO ARTE OCCIDENTALE E QUELLI OCCIDENTALI ARTE CINESE. E DOVE SI SPIEGA PERCHE' SOTHEBY'S A NEW YORK L'ALTRA SERA HA FATTO FLOP

DAGOREPORT

Un anno è stato sufficiente per convincere il mondo dell'arte che a Hong Kong si fa sul serio. Alla sua seconda edizione, la nuova roccaforte asiatica di Art Basel si impone nel mercato come evento di qualità. Le gallerie occidentali propongono finalmente i loro pezzi migliori, a differenza dello scorso anno (in cui guardavano con sopracciglio alzato ai ricchi collezionisti cinesi).

E quelle orientali, da parte loro, alzano il livello delle proprie collezioni, trasformandosi in avversari feroci con cui competere. Sembra anche che le preoccupazioni di un'eccessiva internazionalizzazione dell'evento espresse dai media asiatici siano state fugate da un giusto bilanciamento tra artisti orientali e occidentali

. Già durante l'anteprima riservata ai VIP di mercoledì 14, tra le gallerie si è concluso un bel giro di affari: in testa ai compratori il giovane collezionista di Hong Kong Adrien Cheng (direttore esecutivo della New World Development Company) che in poche ore si è aggiudicato ben 15 opere, tra le quali una tela di Carol Bove da David Zwirner (180.000 $) e una scultura di Adrian Villar Rojas, acquistata presso la galleria di Marian Goodman per 60.000 dollari.

Ancora Zwirner ha concluso la vendita di una tela di Oscar Murillo (che fa il paio con quella di un altro olio del giovane colombiano, "Untitled", effettuata ieri da Phillips per 389.000 dollari). La Soka Art di Taipei ha annunciato la vendita del paesaggio "Red", del pittore cinese Hong Ling, per 600.000 $, mentre la galleria Paul Kasmin di New York ha totalizzato 350.000 $ grazie ad una gigantesca opera dell'artista indonesiano I Nyomad Masriadi.

È andata bene al White Cube (Londra, Hong Kong, San Paolo) che, ancora grazie a compratori asiatici, solo durante il primo giorno ha chiuso diverse vendite (tra le quali "Smak Splash Squish (No. 6)" di Christian Marclay, "Rest II" di Antony Gormley; "Untitled" di Gary Hume) E la lista continua con l'arazzo in lana e cotone "Map of Truths and Beliefs" di Grayson Perry, comprato da una compagnia di Taiwan da Victoria Miro o con l'enorme dipinto "Anyone with the Heretical Gall to Ask an Ironist What He Actually Stands For" dell'americano Ashley Bickerton, ceduto dalla Gajah Gallery di Singapore per 220.000 dollari. Un giovane collezionista di Hong Kong si è aggiudicato la scultura "Untitled (Grate X: Quan Ju De Famous Duck)" di Adrian Wong per 20.000 dollari, appena poche ore dopo l'annuncio dell'assegnazione all'artista del Sovereign Asian Art Prize.

Nel settore Encounters, curato dalla giapponese Yuko Hasegawa, l'artista cinese Sun Xun invita il pubblico a visitare la ‘metafisica' "Repubblica di Jing Bang" (2014) la cui cittadinanza è in vendita per la modica cifra di 10.000 dollari, ma dove sono disponibili anche visti temporanei per soli 30 dollari (cinque dei quali sono stati prontamente rubati!).

Le gallerie asiatiche testimoniano il salto di qualità della fiera: tra le più apprezzate le giapponesi Mizuma, SCAI The Bathhouse e Yamamoto Gendai; dalla Cina e da Hong Kong fanno parlare di sé la Pearl Lam Gallery, il Long March Space e la Hanart TZ, con la stella dell'arte contemporanea cinese Gu Wenda, mentre la coreana Kukje Gallery accosta le opere del connazionale Chung Sang-Hwa a due eleganti sculture di Anish Kapoor.

Insomma, a due giorni dall'apertura sembra che il successo di Art Basel Hong Kong segni una virata verso Oriente nel mercato dell'arte. Lo dimostra anche ciò che è accaduto a New York, dove la concomitanza della gran serata da Sotheby's con l'anteprima VIP di Hong Kong ha probabilmente penalizzato la casa d'aste inglese, mancando la maggior parte di quei compratori cinesi che la serata precedente avevano dominato l'asta da Christie's. A cura di Teresa Bertuzzi.

 

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