art/food

ARTSPIA - "CONFONDETE COMPENSI E BUDGET". GERMANO CELANT CONVOCA LA STAMPA E PRESENTANDO "ARTS&FOODS", IL SUO MEGA-PROGETTO PER L'EXPO 2015, RISPONDE ALLE POLEMICHE SUI FAMOSI 750MILA EURO DI STIPENDIO (VIDEO)

 

Francesco Sala per Artribune

 

 

 

Tom-Wesselmann Tom-Wesselmann "Still-Life"1962

“Confondete il fee con il budget”: così risponde Germano Celant alla madre di tutte le domande, calata in occasione della presentazione di Arts & Foods, mostra milionaria che sta preparando in vista di Expo 2015. E che da settimane tiene banco per quella cifra – i benedetti 750mila euro – che l’organizzazione dell’evento gli ha accordato per il suo compito di vero e proprio manager. Un ruolo ibrido, certo molto più impegnativo di quello di semplice curatore, che richiederebbe una somma così alta proprio per far fronte a tutta una serie di spese che Expo delega allo stesso Celant; uno specchietto per le allodole secondo diversi colleghi del critico d’arte – da Sgarbi a Daverio passando per Paparoni – concordi nel considerare la cifra ampiamente sovradimensionata.

OLDENBURG& VAN BRUGGER


“È chiaro che Expo non ha una macchina dietro che fa queste cose” attacca subito il commissario unico Giuseppe Sala, “per cui Celant deve anche occuparsi di tutti gli aspetti organizzativi, dei prestiti, delle assicurazioni, dell’organizzazione di segreteria dell’evento. Riteniamo che a lui resterà un 20-30% di questa cifra”. Sull’esborso complessivo sostenuto per la mostra, circa 5 milioni di euro, arrivano anche le considerazioni del presidente della Triennale Claudio De Albertis“due milioni e mezzo vanno per l’allestimento della mostra in sé, l’altra parte della somma copre gli aspetti gestionali. Ricordo a tutti che questa mostra sarà aperta sette giorni su sette, negli stessi orari di Expo; che impiegherà quindi ogni giorno sessanta persone”. La cifra insomma lievita per coprire “pulizie, vigilanza, costi di biglietteria e guardaroba, antincendio, utenze”.

SHARON CORE SHARON CORE "Apples-in-a-Porcelain-Basket"

 

Per sapere tutta la verità su come verranno spesi gli ormai celebri 750mila euro e, a livello generale, i 5 milioni e 300mila messi a bilancio per la mostra, sarà necessario aspettare il 9 aprile 2015, data di inaugurazione di una Arts & Foods presentata nei suoi punti chiave alla Triennale di Milano. Location naturale più che simbolica: perché unico ente culturale riconosciuto dalla BIE, il bureau che assegna le Esposizioni Internazionali; perché a un passo da quella Arena che nel 19°06 accolse l’ultima volta di un Expo in città. È qui che per la regia di Celant e gli allestimenti di Italo Rota andrà in scena la mostra, dislocata con i suoi circa mille reperti esposti su una superficie di seimila metri quadri, a occupare in modo pressoché integrale l’intera struttura. Per un viaggio multidisciplinare che lo stesso Celant definisce doverosamente “didattico”: non una mostra d’arte tradizionale, intesa seguendo canoni museali; semmai un tessuto ipertestuale, che fa di ogni sala un ambiente a tema, dove la timeline diventa semplice pretesto per una narrazione giocata su molteplici livelli.

GuptaDad -2014GuptaDad -2014


Se l’oggetto della mostra è il rapporto tra arte e cibo è giusto, allora, scendere sullo stesso terreno di quest’ultimo: nelle cucine, nei bar, nei ristoranti, persino nei prati. Se considerati come spazio da vivere in forma di pic-nic. Da qui la creazione o ricreazione di spazi ad hoc, con mobili originali d’epoca, a coprire un lasso di tempo che va dalla metà dell’Ottocento (data del primo Expo della storia) fino ai giorni nostri; alternando i café di Theo van Doesburg alle sale da pranzo di Gerardo Dottori, le case borghesi diJean Prouvé a supermarket e autogrill. Scenografie originali dove collocare sì opere d’arte in senso stretto – tra i nomi anticipati i vari WarholOldenburg, Wesselmann,Spoerri, Arman – ma anche oggetti di design, frammenti di film, elementi propri del linguaggio pubblicitario.

JoeColombo Servizio per Alitalia, 1972JoeColombo Servizio per Alitalia, 1972


Arts & Foods cammina di pari passo con Cucina & Ultracorpi, allestimento che la stessa premiata ditta Celant – Rota sta preparando per l’ottava edizione del Triennale Design Museum; e si propone di lasciare segni tangibili nel futuro di una Triennale che punta a rinnovarsi. Riqualificando l’area antistante il palazzo, collocando lì i servizi di biglietteria e guardaroba; riaprendo il ristorante sul tetto qui attivo negli Anni Trenta; godendo della possibilità che alcuni tra gli artisti invitati ad esporre donino il proprio intervento alla città.

Tom Wesselmann Tom Wesselmann "Still-Life"1962

 

 

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI