mediapro ibarra sky diritti tv

IL CALCIO ITALIANO E’ DI NUOVO NEL CAOS – BATTAGLIA SUI DIRITTI TV PER IL TRIENNIO 2021-2024: UN PIATTO DA 3 MILIARDI DI EURO – LO SCONTRO TRA CHI VUOLE FARE IL CANALE DELLA LEGA A (CON GLI SPAGNOLI DI MEDIAPRO), E CHI INVECE PREFERISCE SKY – LE MANOVRE SULLA LEGA DOPO LE DIMISSIONI DI MICCICHE’: IL PIANO PER SOSTITUIRE L’AD DE SIERVO. E SENZA PRESIDENTE LA FIGC PUO’ COMMISSARIARE - L’ATTIVISMO DI LOTITO, L’ASSE CAIRO-AGNELLI. E BOGARELLI…

Lorenzo Vendemiale per ''il Fatto Quotidiano''

 

de siervo miccichè

La tregua è durata un anno e mezzo. Adesso il pallone italiano è di nuovo nel caos. Dietro le dimissioni del presidente della Serie A Gaetano Miccichè c' è una lotta di potere, e di interessi economici: in ballo i governi dello sport e almeno tre miliardi di euro, quelli dei diritti tv della Serie A per il triennio 2021-2024. Un affare che manda avanti l' intero carrozzone, e su cui è in atto uno scontro fra chi vuole fare il canale della Serie A (con l' aiuto degli spagnoli di MediaPro, ma togliendo il business a Sky), e chi invece preferisce continuare con la pay-tv. Con lo stallo fra gli schieramenti, qualcuno ha deciso di sganciare una bomba sulla Lega.

Jaume Roures Taxto Benet mediapro

 

L' esplosione, però, è incontrollabile.

La Serie A è rimasta senza guida ed è già pronto un piano per modificare lo statuto e rimpiazzare anche la figura dell' amministratore delegato con un "comitato esecutivo" fatto dagli stessi presidenti delle squadre. In piena trattativa sui diritti tv, con all' orizzonte anche le elezioni della FederCalcio, guerra totale fra i padroni del pallone: ognuno persegue le sue mire, più o meno segrete. Il rischio è che alla fine restino solo macerie.

 

Enrico Preziosi. In ogni giallo che si rispetti l' assassino è sempre il maggiordomo.

Il presidente del Genoa ci sta bene in questi panni: è stato lui, con le sue dichiarazioni, a sollevare il caso dell' elezione irregolare di Miccichè. Preziosi, però, non si muove quasi mai da solo. Se lui è il "sicario", chi è il mandante?

 

calcio diritti tv

Gabriele Gravina. Il presidente Figc negli ultimi tempi ha parlato spesso della Lega, di quanto avrebbe bisogno di riforme. Chissà che non possa provarci lui, ora che è rimasta senza guida: per il momento invierà un fiduciario per convocare nuove elezioni, se non dovesse bastare potrebbe proprio commissariare la Lega (e cambiarne lo statuto). L' ultimo che ha tentato di prendersi il pallone (Malagò) ne è uscito con le ossa rotte. Ma Gravina ha già detto che non farà lui il commissario. Negli ultimi tempi non ha sbagliato una mossa: grazie ai successi della nazionale (per l' opinione pubblica conta solo questo), una gestione moderna e una fitta rete di contatti e consiglieri, in questo momento è il vero uomo forte del pallone.

 

Luigi De Siervo. È arrivato da Infront per guidare l' anarchica Serie A e trovare un' alternativa al mercato in crisi delle pay-tv, a partire dal canale della Lega. L' impresa però si sta rivelando più difficile del previsto. Dopo l' uscita di Miccichè resta solo lui nel mirino di chi vuol fare piazza pulita del governo della Lega: ha tre mesi di tempo per riportare l' ordine altrimenti il commissariamento metterà in discussione anche lui. La sua presenza è ingombrante, il suo posto (con tanto potere e un ricco stipendio) fa gola.

Lotito sogni d'oro all'assemblea della Lega Calcio

 

Claudio Lotito. È il padrone del caos: nella confusione si muove come nessuno. Per lui le dimissioni di Miccichè sono soprattutto un' opportunità per alzare la posta: un' altra elezione da gestire, nuove occasioni di accordi e alleanze. Da capo delle fazioni medio-piccole, chiedeva più soldi dai diritti tv e spingeva per Mediapro. Ora gioca col commissariamento: con il nuovo "comitato esecutivo" da manovrare potrebbe riprendersi la Lega, altro che manager esterni. Dovranno trattare tutti con lui. Come sempre.

 

de siervo

Gaetano Miccichè. Un anno e mezzo di presidenza non indimenticabile: ha gestito la partita sui diritti tv vinta da Sky-Dazn, non ha mai sgombrato il campo sui suoi possibili conflitti d' interesse, da consigliere Rcs e presidente di Banca Imi. Il complotto che lo ha impallinato, però, lo ha quasi riabilitato: le "plurime irregolarità" (come le ha chiamate il procuratore Pecoraro) ricadono su chi le ha commesse e non su di lui.

lotito preziosi

Tanto che ora qualcuno lo rivorrebbe presidente.

 

Giovanni Malagò. Era lui il vero obiettivo dell' inchiesta su Miccichè: chi l' ha innescata voleva colpire soprattutto il n.1 del Coni, che guidò quell' assemblea, e ne ha la responsabilità (sicuramente morale, chissà se giudiziaria).

maximo ibarra 1

Veleni che provengono dal passato, dal disastroso commissariamento del calcio e dall' ultimo anno di guerra al governo per la riforma di Sport e Salute. Dopo aver provato a prendersi tutto e aver perso tanto, è costretto a difendersi.

 

Urbano Cairo. Un anno fa era tra i sostenitori del canale della Lega, poi all' improvviso ha cambiato idea. Il presidente-editore ha deciso di diventare leader delle "big" in Lega (ma il suo Torino lo è?) e si è messo di traverso al progetto di Mediapro. In fondo lo sbarco degli spagnoli aprirebbe in Italia un altro fronte editoriale. E poi il modo in cui è stato impallinato il "suo" consigliere Miccichè non gli è piaciuto per nulla: affila le armi.

cairo andrea agnelli

 

Andrea Agnelli. Proiettato nella dimensione di leader del football europeo, il suo sogno è creare la SuperLega, che proprio nei governi del pallone italiani ha incontrato forti resistenze. Questo non significa che si disinteressi delle vicende nostrane: c' era anche il suo zampino nella famigerata elezione di Miccichè. Quanto alla tv, la sua Juve e le big hanno sempre avuto un buon rapporto con Sky: perché cambiare.

 

Cosimo Sibilia. Il capo dell' impero dei Dilettanti, n. 2 Figc, aspira a diventarne presidente al prossimo giro, come da accordi presi alle ultime elezioni. Nel calcio, però, le promesse se le porta via il vento: anche lui non ha passato mesi tranquilli, per la squalifica del suo revisore De Luca (che ad alcuni è suonata come un avvertimento politico). Adesso si tiene lontano dagli intrighi tra Lega e Figc, aspetta modi e tempi giusti per reclamare ciò che gli spetta.

 

bogarelli

Marco Bogarelli. Il mago dei diritti tv non ha incarichi ufficiali nel pallone italiano, eppure lo si incontra sempre più spesso allo stadio o nei palazzi che contano. Era uscito dal mondo del pallone per l' inchiesta (archiviata) su Infront, dopo essere rientrato dalla finestra della Serie C di Gravina ora sogna il ritorno in grande stile: c' è la sua preziosa consulenza dietro l' offerta degli spagnoli di MediaPro.

 

Una rivoluzione. E dalla rivoluzione nasce la guerra.

mediapromaximo ibarra 2diritti tvgravina miccichèdiritti tvDIRITTI TV SERIE Amaximo ibarra 3Mediaproluigi de siervo bogarelliluigi de siervodiritti tv serie a

Ultimi Dagoreport

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...