bjon borg

SINNER, SENTI BJON BORG: “JANNIK HA GIOCATO BENISSIMO L’ANNO SCORSO. PERCHÉ MAI DOVREBBE SENTIRE LA PRESSIONE? OGGI HA TUTTO DA GUADAGNARE E NULLA DA PERDERE, DEVE SOLO PENSARE A DIVERTIRSI. HA UN BEL TENNIS, SENZA NESSUN VERO LATO DEBOLE, E SA STARE IN CAMPO'' – ''PANATTA? MOLTO TOSTO, MA I PIÙ FORTI SONO STATI MCENROE E CONNORS - FEDERER? È UN PECCATO CHE ROGER ABBIA DECISO DI NON GIOCARE IN AUSTRALIA, AVEVA UNA CHANCE” – E SUL FILM SULLA RIVALITA’ CON McENROE.. – VIDEO

 

Stefano Semeraro per “Specchio - la Stampa”

 

Ciao sono Bjorn, come stai?».

 

bjon borg

La voce che gorgoglia allegra dal telefono, con accento inequivocabilmente svedese, ammettiamolo, una botta di emozione la trasmette anche ai voyeur tennistici più scafati.

Anche a quarant' anni di distanza, anche se nel frattempo ci sono sfilate sotto gli occhi tre o quattro generazioni di fenomeni: Becker, Edberg, Agassi, Sampras, e poi Federer, Nadal, Djokovic. Tutti campionissimi, okay. Ma Borg resta Borg, l' Uomo che ha cambiato il tennis.

 

Le magliette Fila incollate al torace carenato, la bandana stretta sulla zazzera bionda, lo sguardo sottozero, Wimbledon e il tie-break più famoso della storia. Lo sport che nel guado fra anni '70 e '80 diventava definitivamente costume, business, jet set, sotto la frusta bimane del suo rovescio.

 

bjon borg mcenroe film

Quest' anno l' Orso compirà 65 anni, vive fuori Stoccolma. Si è messo da tempo alle spalle la porzione maudit della sua storia, è un marito e un padre felice. I capelli sono più corti e cromati, l' amore per il tennis immutato, forse addirittura cresciuto.

Nessuna passione si è spenta, nel cuore del mito che ha deciso di concedere una delle sue rare interviste a Specchio.

 

Bjorn, i nostalgici sostengono che il tennis dopo Federer rischierà la noia. Lei che ne dice?

«A me piace guardare il tennis. Lo seguo al 100 per cento e continuerò a farlo. Il 2020 è stato ovviamente difficile, ma ogni anno vado a vedere qualche torneo, perché mi diverte. Il livello oggi è incredibile, sono in tanti a giocare molto bene.

bjon borg

Dobbiamo superare questo momentaccio, poi riavremo un grande spettacolo. Il futuro non mi preoccupa».

 

Nel futuro c' è anche suo figlio Leo, che oggi ha 17 anni e proprio in Italia, a Bergamo, l' anno scorso ha giocato il suo primo match da professionista.

Lei ha subito chiarito che non lo avrebbe allenato, anche se lo segue da vicino, e Leo sostiene di non aver mai visto una sua partita

«Leo vuole diventare un tennista e si allena molto duramente. Il tennis è la sua vita, ci mette il cuore. A inizio anno è andato a giocare in Sudamerica, può contare su un ottimo team e ha tutta la vita davanti. Vedremo».

 

Leo l' ha anche impersonata nel film sulla sua rivalità con McEnroe. Le è piaciuto?

«Il film è okay, anche se io sembro molto serio: non sorrido mai dall' inizio fino alla fine Peccato solo che non abbiano coinvolto di più me e John.

Avremmo potuto raccontare tanti episodi, spiegare che cosa fare e che cosa no».

 

Negli ultimi anni lei è stato capitano del team europeo di Laver Cup, la Ryder Cup del tennis di cui Federer è organizzatore oltre che giocatore. Il ruolo le piace?

«Sono orgoglioso di essere il capitano dell' Europa. Lo sono già stato tre volte, la prossima sarà a Boston in autunno. È una grande esperienza perché mi permette di passare molto tempo con campioni come Roger e Rafa, uscire con loro a cena e capire che cosa pensano dello sport, come cercano ancora di migliorarsi».

 

McEnroe Bjon Borg

Federer e Nadal non sono intimoriti dal «dio del tennis»?

«Be', se la mette così Diciamo che loro sanno quanto ho fatto io, e io so cosa quanto stanno facendo loro. Sono molto più vecchio, ma sono passato attraverso le loro stesse esperienze, per questo ci capiamo alla perfezione».

 

Ha dato loro qualche consiglio?

«Ehi, sono due dei più forti di sempre, sanno che cosa devono fare. Io piuttosto sono impressionato da quanto sono motivati e concentrati in campo. E sono grandi persone anche al di fuori del tennis».

 

I tre grandi domineranno ancora?

«È un peccato che Roger abbia deciso di non giocare in Australia, aveva una chance.

Ma per il 2021 ha cinque obiettivi: il primo è restare in forma, gli altri sono Wimbledon, le Olimpiadi, gli Us Open e la Laver Cup. Nadal a Melbourne ha vinto una volta, ma avrebbe potuto farcela altre due o tre volte. A Parigi sicuramente sarà il favorito, ma non dimentichiamoci Tsitsipas, Medvedev, Shapovalov, Zverev che possono fare bene in tutti i grandi tornei. E poi Djokovic: lui vuole vincere più Slam possibili per superare Federer e Nadal».

roger federer rafael nadal 2006

 

Gli Australian Open lei li ha giocati solo una volta, nel 1973. Quest' anno da giocatore avrebbe affrontato la bolla per essere in campo a Melbourne?

«Quello che sta passando il mondo, non solo il tennis, è tragico. In Australia vogliono comunque giocare lo Slam, perché è un torneo importante, ma credo che sarà molto difficile. Onestamente non saprei dire se lo avrei giocato in queste condizioni».

 

In circolazione vede qualche Borg 2.0?

«Be', ci sono Nadal e Djokovic, ma anche tanti giovani. Fra l' altro non so cosa state combinando ora in Italia, avete quanti sono fra i primi 100, sei o sette?».

rafael nadal roger federer

Otto.

«Otto addirittura. Ho visto giocare Musetti, che non è ancora nei top-10 ma ci arriverà quest' anno, e dal vivo ho visto Nardi e Cobolli, potenzialmente altri due ottimi giocatori».

È informatissimo sul nostro tennis.

«Devo esserlo: sono il capitano dell' Europa in Laver Cup. Ovviamente conosco anche Matteo Berrettini, altro grande talento, da lui mi aspetto un grande 2021. Fognini è un campione, e c' è che Sinner ha giocato benissimo l' anno scorso».

 

Su di lui ci sono grandi aspettative: può soffrire la pressione?

SINNER

«L' ho visto giocare varie volte, mi sembra molto rilassato. Perché mai dovrebbe sentire la pressione? È numero 36 del mondo. La pressione semmai arriverà quando inizierà a vincere i grandi tornei. Oggi ha tutto da guadagnare e nulla da perdere, deve solo pensare a divertirsi. Ha un bel tennis, senza nessun vero lato debole, e sa stare in campo».

 

A proposito di italiani. Lei al Roland Garros ha vinto 6 volte, giocando 51 partite e perdendone solo due: contro Adriano Panatta. Lo metterebbe fra i suoi avversari più difficili?

SINNER

«Be' ogni volta che mi trovavo di fronte Adriano lui giocava splendidamente. E quel che è peggio, io sapevo che sarebbe andata così. Le due volte che mi ha battuto a Parigi ha meritato, perché ha giocato meglio di me. Era un avversario molto tosto, ma i più forti sono stati McEnroe e Connors».

 

Che momento ricorda di più della famosa finale contro McEnroe a Wimbledon nel 1980?

«Solo l' ultimo matchpoint: ho passato John con un rovescio incrociato. Una sensazione bellissima...».

 

Se potesse rigiocare un solo match, quale sceglierebbe?

«La finale del 1976 agli Us Open, che ho perso contro Connors a Forest Hills. Eravamo un set pari e nel tie-break del terzo ho servito sul 6-3 per andare avanti due set, ma tutte e due le volte Jimmy mi ha giocato un passante sulla riga. Se avessi vinto quel set sono sicuro che avrei vinto la partita e gli Us Open».

roger federer rafael nadal 2007

 

Che invece le sono sempre sfuggiti nonostante quattro finali. Oggi vorrebbe sfidare più Federer, Nadal o Djokovic?

«Tutti e tre. Perché mi diverto tantissimo solo a guardarli, figuriamoci a giocarci contro».

 

Quando si è accorto che con il suo stile e le sue vittorie stava cambiando il tennis?

«Il tennis fra la fine degli anni '70 e l' inizio degli '80 è cambiato soprattutto perché sono cambiate le racchette, i materiali, il tipo di impugnatura.Tutti hanno iniziato a picchiare più forte. Non si può paragonare neanche lontanamente il tennis dei miei tempi a quello di oggi, è come passare dalla notte al giorno. Noi ci siamo divertiti, e giocavamo bene, ma come negli altri sport le cose sono cambiate parecchio. Oggi è tutto più veloce».

 

Ha mai pensato di fare il coach?

BERTE' BORG

«No, non ne ho intenzione. Bisogna viaggiare molto, e io l' ho già fatto come tennista.

Poi credo che se mi ritrovassi in tribuna a guardare le partite finirei in fretta per chiedermi: ma che cosa ci faccio qui?

E avrei voglia di tornarmene a casa».

 

Che cosa cambierebbe nel tennis?

«Si giocano tanti tornei, forse troppi. Il tennis muove grandi interessi, grazie anche agli sponsor è diventato uno degli sport più importanti del mondo, quindi lo capisco. Ma per me se giocassero un po' meno sarebbe meglio».

 

Dal 2021 le Atp Finals si giocheranno a Torino: la sede giusta?

BERTE' BORG

«Ottima scelta. La sede era stata cambiata tante volte, forse anche troppe prima che il torneo arrivasse al Madison Squadre Garden di New York, dove è rimasto per tredici anni, poi per altri dodici a Londra, spostarle in Italia è una decisione azzeccata».

 

All' Italia che cosa la lega?

«Sono amico di tanti tennisti italiani, ho trascorso parecchio tempo da voi, un altro legame forte è quello con la Fila. A Roma ho giocato una finale contro Panatta a Roma (nel 1978, ndr), ed è un bel ricordo, anche se non fu facile, per me, quel giorno. A Torino non ho mai giocato, ma conosco la città, ci sono stato varie volte, mi portarono anche a visitare la Fiat».

 

L' appuntamento allora è al Pala Alpitour per le Finals?

«Direi che ci sono ottime possibilità».

BERTE' BORGBERTE' BORG

Ci vediamo a novembre, Bjorn.

matteo berrettiniborg mcenroe

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