michael liguori

“SAREBBE STATO BELLO SE AVESSE SEGNATO” – L’ALLENATORE DEL PADOVA NELLA BUFERA PER LE FRASI SUL BOMBER MICHAEL LIGUORI CONDANNATO IN PRIMO GRADO PER STUPRO – L’ALLENATORE: “UN GOL GLI AVREBBE FATTO RITROVARE UN PO’ DI SERENITÀ” - SCOPPIA LA POLEMICA, L’ASSESSORA GALLANI: “SERVIVA UN MESSAGGIO DIVERSO, IL CLUB AVREBBE DOVUTO MOSTRARE MAGGIORE SENSIBILITÀ NON SOLO NEI CONFRONTI DELLA PRESUNTA VITTIMA, MA ANCHE VERSO IL…”

Niccolò Maurelli per repubblica.it

michael liguori

 

Il 10 ottobre la condanna in primo grado per violenza sessuale, il 12 la partita contro la Giana Erminio a Gorgonzola. Lo scorso sabato Michael Liguori, il calciatore del Padova giudicato colpevole dal Tribunale di Teramo (3 anni e 4 mesi per violenza aggravata nei confronti di una 14enne), è sceso in campo tra le polemiche. Dopo la condanna, l’attaccante 25enne è stato convocato regolarmente per il match di Serie C vinto 1-0 dal club veneto, capolista del girone A.

 

Per il tecnico “sarebbe stato bello se avesse segnato”

Il tecnico Matteo Andreoletti lo ha inserito nel secondo tempo, senza grandi risultati: “Non ho trovato il solito Michael”, ha ammesso il mister. “Sono episodi molto spiacevoli — ha continuato — ed è comprensibile il suo stato d’animo. È un ragazzo molto innamorato del calcio, ha spinto tanto anche alla vigilia cercando di ritrovare il contatto con il campo. Si è meritato di entrare. Michael era l’attaccante più ‘sporco’, per così dire, che avevo per questa partita. Sarebbe stato bello se avesse segnato, sarebbe stato un modo per ritrovare un po’ di serenità”.

 

La consigliera comunale Gallani: “Sarebbe stato bello un messaggio diverso”

michael liguori

Tra la protezione del suo club e il silenzio della tifoseria, Liguori ha trovato però l’opposizione del mondo politico. Così Chiara Gallani, consigliera comunale di Coalizione Civica del comune veneto: “Di fronte a una condanna così pesante, sia pure in primo grado, la società avrebbe potuto e dovuto lanciare un messaggio diverso, se non altro mostrando maggiore sensibilità non solo nei confronti della presunta vittima, ma anche verso il contesto culturale che, a fatica, si sta cercando di costruire. Un contesto, cioè, dove va data sempre maggior attenzione al tema della violenza di genere e a quello dei femminicidi”

 

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