C'È POCO DA STARE ALLEGRI - SE LE PRESTAZIONI HORROR DELLA JUVE E LE DUE STAGIONI CONSECUTIVE CON "ZERU TITULI" NON SONO SERVITE A METTERE IN DISCUSSIONE IL FUTURO DI MAX ALLEGRI, SONO BASTATE POCHE PAROLE DI "ACCIUGHINA" A FAR INFURIARE LA PROPRIETÀ BIANCONERA - JOHN ELKANN NON AVREBBE GRADITO LA FRASE PRONUNCIATA DOPO LA PARTITA CON EMPOLI ("L’ANNO PROSSIMO LA JUVE NON PUÒ COMPETERE PER VINCERE") - IL CAPO DI EXOR GLI AVREBBE DATO UN ULTIMATUM: DOVRÀ CONQUISTARSI SUL CAMPO LA QUALIFICAZIONE IN EUROPA (UEFA PERMETTENDO), ALTRIMENTI…
Estratto dell'articolo diDavide Pisoni per “il Giornale”
Più dei fatti, del gioco, delle cento e passa formazioni cambiate in due anni, è a parole che Massimiliano Allegri ha messo in discussione la sua panchina. Succede tutto […] da Empoli dove lo sfogo emotivo contro le montagne russe della giustizia sportiva ha fatto passare in secondo piano una frase, che però non è sfuggita ai piani alti della società: «L’anno prossimo la Juve non può competere per vincere».
Un concetto che John Elkann non vuole venga accostato alla Signora. Da qui il messaggio: «Ho parlato con il nostro allenatore Massimiliano Allegri. Sente la responsabilità della nostra storia ed è determinato ad affrontare le due prossime partite per meritare l’Europa sul campo». Un arco temporale fissato in dieci giorni, tra il Milan e l’Udinese, poi si tireranno le somme. Non siamo all’esonero, alla separazione unilaterale, ma sicuramente l’intesa tra Elkann e Allegri non è la stessa di quando il capo di Exor gli diede pieni poteri di gestione nei giorni traumatici dell’addio di Andrea Agnelli, quando comunque la Juve già veleggiava a dieci punti dal Napoli ed era fuori dalla Champions con cinque gare su sei perse. E prima di Empoli, c’era stata Siviglia.
E l’eliminazione dell’Europa league e la conseguente stagione a zero titoli, avevano distratto da un’altra frase «pericolosa» di Allegri riferita all’inesperienza dei giovani come spiegazione della sconfitta e conseguente riflessione sul progetto Next Gen, che non è ugualmente piaciuta ai vertici della Juventus. E prima di Siviglia, c’era stato San Siro, l’Inter, la coppa Italia con annessi e connessi di un dopogara ad alta tensione. Spia di un nervosismo latente […]
se si dovesse decidere di salutare Max, non si cercherebbero Antonio Conte e Luciano Spalletti, ma un profilo emergente identificabile con Tudor (che ha portato in zona Champions il Marsiglia) e Thiago Motta (che ha rilanciato il Bologna), in seconda battuta Dionisi del Sassuolo. Anche perché oltre a Di Maria e Rabiot la rifondazione potrebbe chiedere il sacrificio di un big (Vlahovic, Chiesa?) oltre a basarsi sui giovani[…]
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