1. PER UNA VOLTA CHI VUOLE PREVALE SU CHI PUÒ. TANTA JUVE PER NON ABBASTANZA REAL. QUELLI DI ALLEGRI DANNO TUTTO QUELLO CHE HANNO E ANCHE QUELLO CHE NON HANNO. UN NOME? VIDAL. OVUNQUE E COMUNQUE. INVASATO COME LINDA BLAIR NELL’”ESORCISTA” 2. E POI TEVEZ. IL GOL DI MORATA, È 90% SUO. IL RIGORE SE LO PROCURA E POI LO SEGNA
Giancarlo Dotto per Dagospia
Per una volta chi vuole prevale su chi può. Tanta Juve per non abbastanza Real. Quelli di Allegri danno tutto quello che hanno e anche quello che non hanno. Un nome? Vidal. Ovunque e comunque. Invasato come Linda Blair nella scena madre dell’”Esorcista”.
Un altro nome? Tevez. Vedi Vidal. Bisillabi grandiosi. Il primo gol, quello di Morata, è novanta per cento suo. Il rigore se lo procura e poi lo segna, ondeggiando sinistro prima di calciare, sicché Casillas, da sobrio, si è trovato a vedere quello che vedono gli ubriachi. Ondeggianti minacce.
Il 2 a 1 allo Juventus Stadium è un grande risultato. Il massimo che si poteva spremere al fondo di novanta minuti giocati con il cuore in gola. Non abbastanza per andare a Madrid, nello stadio del miedo escenico, con il foulard al collo, ma insomma quanto basta per giocarsela sino in fondo. E comunque la Juventus ha già da stasera urlato una cosa: in semifinale (un’italiana cinque anni dopo) ci stiamo non per caso o perché le divinità sono bendate.
Una cosa voglio dirla. Quando vedo in campo undici giocatori che scoppiano così d’orgoglio e mania non posso che trovare esilarante l’importanza che da noi si attribuisce al manichino braccia conserte – qualunque manichino si capisce – che strepita o fa il ganzo a bordo panchina, pienamente calato nel delirio d’essere qualcuno o qualcosa che conta.
Il Real? Sotto la masticazione furiosa e malata di Ancelotti poco o niente. Certo, il calcio è roba da pazzi ma su un concetto è inesorabile: se, a porta spalancata, James Rodriguez di testa becca la trave di netto, la punizione arriverà sicura.
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