gravina stadi

IL CALCIO ITALIANO FA RIDERE I POLLI: DOPO CHE DAGOSPIA HA CHIESTO CONTO A GRAVINA DEI FLOP DELLE NAZIONALI E DEGLI SCANDALI, ANCHE “IL GIORNALE”, “LIBERO” E “IL NAPOLISTA” CHIEDONO AL PRESIDENTE DELLA FIGC DI CONSIDERARE UN PASSO INDIETRO - PESANO IL MONDIALE MANCATO E IL DISASTRO UNDER 21 CHE SALTERA’ PER LA 4°VOLTA DI FILA LE OLIMPIADI. L’ASTA DEI DIRITTI TV VA A RILENTO, LA RIFORMA DEI CAMPIONATI, PRIORITÀ DI GRAVINA, NON HA L’APPOGGIO DELLE LEGHE E LE SQUADRE GIOVANILI SONO INVASE DA STRANIERI…

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MA GABRIELE GRAVINA NON HA PENSATO DI DIMETTERSI? LA DECADENZA DEL CALCIO ITALIANO CONTINUA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 - IL CICLO HORRIBILIS DELLE NOSTRE NAZIONALI DI CALCIO

Marcello Di Dio per “il Giornale”

 

gabriele gravina

Due Mondiali mancati con la nazionale maggiore, 4 Olimpiadi saltate per i risultati negativi dell’Under 21. È la triste realtà del calcio azzurro che, dopo l’exploit di Euro 2020, sembra aver toccato il fondo. Eppure la Figc sta investendo sulle squadre giovanili (la crescita dell’Under 20, argento all’ultima rassegna iridata di categoria, ne è chiara dimostrazione, da lunedì ci sarà la talentuosa Under 19 agli Europei), ha le risorse economiche per portare avanti progetti importanti, ma il problema di fondo resta sempre il numero di giocatori stranieri, vedi il Lecce Primavera scudettato senza italiani fra i titolari.

 

Una battaglia persa per la nostra Federazione che non ha l’appoggio delle Leghe nemmeno sull’auspicabile riforma dei campionati, la priorità di Gravina.

 

Non è mai decollato anche il progetto delle seconde squadre e senza stadi è difficile sperare che l’Uefa possa assegnarci l’organizzazione di Euro 2032. Illusoria poi la tanto decantata rinascita del calcio di casa nostra con le tre finali europee, per altro tutte perse. Sarebbe folle guardare a una sola annata per segnare la risalita di un movimento, si dovrebbe progettare a lungo termine ma c’è poca voglia di fare sistema.

gravina stadi

 

La spedizione fallimentare in Romania degli azzurrini ricalca il flop di 4 anni fa, quando giocavamo il torneo in casa e uscimmo sempre al primo turno. La delusione è enorme, a livello mediatico ci siamo prima soffermati sui torti arbitrali (evidenti, al netto dell’assenza di Var e Goal Line Technology) con la Francia e poi al rischio «biscotto» tra la Svizzera e i transalpini. Fatto sta che i nostri sono scesi in campo contro la Norvegia senza la giusta cattiveria.

 

(...)

GRAVINA DOVREBBE DIMETTERSI, MA CHI CONTROLLA IL CONTROLLORE? (LIBERO)

Da ilnapolista.it

Su Libero Claudio Savelli scrive del flop Italia Under 21 e soprattutto della consuetudine tutta italiana a non assumersi mai la responsabilità dei fallimenti. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, scrive, dovrebbe essere più severo con se stesso, ma nessuno controlla il controllore. Un chiaro invito alle dimissioni, idea che Gravina non ha mai contemplato.

gravina

 

Savelli scrive:

“Gli anni passano, le Nazionali italiane collezionano fallimenti ma nessuno se ne prende la responsabilità. L’Italia non partecipa ad un Mondiale dal 2014, dal 2006 non supera i gironi iridati e manca ad una Olimpiade dal 2008. Eh ma abbiamo vinto l’Europeo, dice. Nel guardare il dito anziché la luna siamo sempre stati i campioni del mondo e continuiamo a esserlo. Nessuno si prende la responsabilità perché nessuno ammette l’esistenza di un problema, ché poi tocca risolverlo e sai che fatica”.

 

Non si assumono le loro responsabilità i commissari tecnici, “che quando vincono rappresentano il movimento mentre quando perdono rappresentano solo loro stessi” e neppure ipresidenti federali.

 

“Anche Gravina, dirigente molto capace, potrebbe essere più severo. Dovrebbe esserlo. Con la federazione che dirige e con se stesso, perché nessuno controlla il controllore”.

 

gabriele gravina foto di bacco (2)

I presidenti federali, invece di mostrare più responsabilità, cercano di togliere il limite di tre mandati ai loro incarichi, per restare attaccati alle poltrone. “suggeriscono quanto siano affezionati alle poltrone che occupano e come non esista in Italia la cultura dell’addio, del ricambio, del passaggio di consegne”.

 

Savelli continua:

“La federazione è come una squadra che può vincere o perdere. Se perde, dovrebbe interrogarsi. Invece ricorda quando ha vinto. I risultati non sono tutto, è vero, ma l’impressione è che siano l’unica cosa cercata dalle federazioni, in particolare quella calcistica.

 

Lo dimostra la rosa allestita per l’Europeo Under 21, la più competitiva possibile: una cosa sacrosanta solo se poi si affrontano le conseguenze di un fallimento, perché è tale l’uscita ai gironi. La responsabilità non è solo del ct Nicolato o dei calciatori. È soprattutto più in alto. Perché in un sistema poco meritocratico come quello italiano, è da sopra che parte tutto. Ma lassù va assai di moda lo status quo”.

 

gabriele gravina foto di bacco (1)gravina mancini

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