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VOL-ARU PER TERRA – “CAZZO DI BICI”, ALLA VUELTA FABIO ARU SI SCHIANTA A 70 ALL' ORA CONTRO IL MURO: “MI SI E’ BLOCCATO IL CAMBIO. HO UN PO' DI ESCORIAZIONI SUI GLUTEI E SULLA SCHIENA. MA POTEVA ANDARE PEGGIO” – COLNAGO GELATO DALLE PAROLE DEL CICLISTA SARDO SULLA BICI: "HO SERVITO MIGLIAIA E MIGLIAIA DI CORRIDORI E UN' OFFESA COSÌ, IN TV, NON L' AVEVO MAI SUBITA – "IL CAVALIERE DEI 4 MORI" POI SI SCUSA – VIDEO

Claudio Ghisalberti per la Gazzetta dello Sport

 

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Sono le diciassette e ventotto.Fabio Aru è a terra. Seduto con le gambe girate di lato. Sguardo assente. L' austriaco Pernsteiner, caduto con lui, svelto come un gatto riprende la bici e riparte. Il sardo rimane lì. Poi a fatica si rialza e, con le lacrime agli occhi, diventa un uragano: «Caz... di bici». L' urlo, con tanto di gesto delle braccia, è ripetuto tre volte in faccia a Matxin, il team manager della Uae-Emirates, e a Giuseppe Archetti, che oltre a essere il capomeccanico del team lo è anche della Nazionale.

I due restano lì ammutoliti.

 

Prima di ripartire un' altra frase di Aru: «S' è bloccato il cambio». Poi Fabio Aru, pantaloncino e maglietta squarciati tra lombi e glutei, qualche strisciata di sangue, riparte.

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Davanti si accende anche la battaglia per la maglia rossa.

Lopez attacca ma sbaglia i tempi, Quintana dimostra un giorno in più che i tempi d' oro sono lontani, il giovane spagnolo Mas dimostra che la Spagna ha un corridore per il futuro, Valverde ne approfitta per rosicchiare qualche secondo alla maglia rossa, quel Simon Yates che qui ritrova suo fratello Adam, in grado di dargli una bella mano. Aru chiude 84° a 14'14" dal vincitore, il canadese Woods. La classifica non lo riguarda più e questo forse non è neanche un male.

 

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Aru riappare sulla scena quasi quattro ore dopo la caduta, alle 21.20, quando con il bus arriva in hotel nella zona industriale di Pamplona. Caduta, antidoping e lungo trasferimento: non un giornata delle migliori.

 

Però, nonostante tutto, è abbastanza di buonumore. Firma un autografo a un bambino e accetta di sedersi qualche minuto sul divano nella hall per spiegare l' accaduto e per chiarire la sua condizione di salute.

 

Aru, innanzitutto, come sta?

«Sto bene. Poteva andare peggio, molto peggio. Ho un po' di escoriazioni sui glutei e sulla schiena. Più che altro proprio sulla schiena, dove ho battuto. Cadere a 70 all' ora non è bello».

 

Un grosso spavento.

«Sì, più che altro questo. Ho avuto anche una reazione iniziale proprio legata a questo.

All' inizio mi faceva anche molto male la schiena. La mia reazione è stata un po' troppo aggressiva. Però l' importante è che non mi sia successo niente.

In un momento del genere».

Che cosa è successo?

«C' è stato un momento di distrazione. Eravamo in discesa, ad alta velocità».

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Domani? (oggi, ndr) «Si riparte sempre con in testa l' obiettivo di finire questa Vuelta. Visto che non ci sarà più la classifica, penserò solo ad arrivare a puntino al Mondiale. Se sto bene, se le botte non faranno troppo male, potrebbero essere due tappe interessanti».

 

Nibali ha detto che in una stagione così sfortunata bisogna starle vicino.

«Mi ha parlato anche prima del via. Mi ha fatto piacere che mi parlasse. Mi ha fatto sentire la sua vicinanza.

Lo ringrazio.

Nelle prossime occasioni voglio dare il mio contributo».

A volte un colpo, uno shock, aiuta: libera.

«Speriamo».

 

Così, quello che resta della giornata con traguardo in cima al tremendo Balcon de Bizkaia, è il rabbioso sfogo in mondovisione e qualche segno sulla pelle. La sua non è una «caz...di bici». E' la V2R, un gioiello di Colnago. «Ci sono rimasto male - racconta il "mago di Cambiago" -. Ho servito migliaia e migliaia di corridori e un' offesa così, in televisione, non l' avevo mai subita. Però almeno Aru mi ha chiamato al telefono ed è stato un quarto d' ora a scusarsi. Lo capisco, perché è una stagione che gli gira tutto male e quando è così anche le galline fanno fatica a fare le uova. Però gli ho spiegato che è un professionista, che la ruota gira. Poi, non ho capito, ma se si fosse bloccato il cambio mica sarebbe caduto. Si sarebbe fermato, non caduto. Che colpa ne ha la bici?».

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A chiarire definitivamente l' accaduto è Matxin, il team manager della Uae: «Gli si era incastrata la catena sull' 11 e con la mano l' ha tirata per sbloccarla e metterla sul 12. Nel guardare sotto, a 70 all' ora è caduto». La sua ultima battuta è sulla reazione di Aru: «Ok, non è stata bella. Ma è stata una reazione di pancia. E' andato giù a quella velocità, con le pulsazioni ha 200. S' è spaventato, lo capisco.

Cosa avrebbe detto qualsiasi altra persona o corridore? Caspiterina?».

 

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