SUI SAUDITI I CALCIATORI TACCIONO, LE CALCIATRICI TIRANO FUORI LE PALLE - OLTRE CENTO GIOCATRICI SCRIVONO UNA LETTERA ALLA FIFA PER CHIEDERE DI ROMPERE GLI ACCORDI CON IL COLOSSO PETROLIFERO SAUDITA ARAMCO: "SI TRATTA DI UN REGIME AUTOCRATICO CHE VIOLA IN MANIERA SISTEMATICA I DIRITTI DELLE DONNE E CRIMINALIZZA LA COMUNITÀ LGTBIQ. LE AUTORITÀ SAUDITE HANNO SPESO MILIARDI PER SVIARE L'ATTENZIONE DALLA BRUTALE REPUTAZIONE DEL REGIME IN MATERIA DI DIRITTI UMANI, MA IL TRATTAMENTO DELLE DONNE PARLA DA SOLO" - AD APRILE L'AZIENDA È DIVENTATO "SOCIO MONDIALE PRINCIPALE" DELL'ORGANO DEL CALCIO MONDIALE FINO A FINE 2027…
(ANSA) - Ventiquattr'ore dopo l'esibizione-evento delle star maschili del tennis mondiale a Riad, che ha visto in palio per il vincitore un premio di 6 milioni di euro, 106 calciatrici professioniste di 24 Paesi, come raccontato da El Pais e confermato all'ANSA da alcune firmatarie, hanno inviato una lettera al presidente della Fifa, Gianni Infantino, per reclamare all'organismo di rompere gli accordi con Aramco, la compagnia petrolifera saudita, poiché si tratta di un "regime autocratico che viola in maniera sistematica i diritti delle donne e criminalizza la comunità Lgtbiq+".
"Le autorità saudite hanno speso migliaia di milioni in patrocini sportivi per tentare di sviare l'attenzione dalla brutale reputazione del regime in materia di diritti umani, ma il trattamento delle donne parla da solo", scrivono le giocatrici nella lettera anticipata da El Pais. La missiva dopo che la Fifa ha firmato ad aprile un "accordo globale" con Aramco, divenuta "socio mondiale principale" dell'organismo fino a fine 2027, assieme alla Coca Cola, Adidas, Qatar Airways o Hyndai-Kia.
Tra le firmatarie, l'attaccante spagnola Maitane Lopez e l'attaccante finlandese della squadra Real Sociedad, Sanni Franssi, entrambe impegnate nelle nazionali e attualmente nel NJ/Ny Gotham della Lega statunitense. Ma anche la capitana della nazionale canadese, Jessie Fleming, o Becky Sauerbrunn, ex capitana della nazionale statunitense, vincitrice dei Mondiali 2015 e 2019. Le calciatrici accusano la compagnia petrolifera saudita di avere "una responsabilità evidente nella crisi climatica" di proprietà "di uno stato che criminalizza le persone Lgtbiq+. e che opprime sistematicamente le donne", per cui "non ha diritto di sponsorizzato il nostro bello sport".