CHRISTOV SALVACI TU! - CI SARÀ BISOGNO DI CAROLYN CHRISTOV-BAKARGIEV PER RICUCIRE E RISANARE DUE MUSEI TRA I PIÙ IMPORTANTI DEL PAESE: LA GAM A TORINO E IL CASTELLO A RIVOLI
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Torna a casa Carolyn Christov-Bakargiev ed è una bella cosa.
Ha vinto lei tra 171 candidature il “Call for the position of director of Gam e Castello di Rivoli” che la Fondazione Torino Musei pubblicò solo in inglese (stranezze globali).
Carolyn l’inglese lo conosce bene. La biografia ufficiale racconta che è nata il 2 dicembre del 1957 sotto il Sagittario (segno di fuoco) a Ridgewood, New Jersey, Stati Uniti, dove il padre (bulgaro) e la madre (piemontese) si erano trasferiti nell'immediato dopoguerra.
Famiglia colta con mamma archeologa che manda la bimba a studiare nel liceo francese e poi a Pisa dove la ragazza, eclettica fin da allora, si lancia in una fusione di discipline che producono una tesi su arte e poesia dell’America Anni Cinquanta.
Il bando dunque lo ha saputo leggere persino in filigrana visto che conosce bene anche il museo di Rivoli dove è stata a lungo curatore sotto la direzione di Ida Giannelli ( tra tutti i direttori del contemporaneo fu forse il migliore) e dove mise in scena rassegne importanti come Moderns. Mostre non facili, complesse nel pensiero e nel percorso con una molto inedita e premonitrice rilettura dell’arte e della storia dell’arte.
CAROLYN CHRISTOV BAKARGIEV AL TIMONE DI DOCUMENTA
Per nostra fortuna alla “Call” alquanto scombinata è seguita una commissione alquanto seria: Gabriella Belli direttrice dei Musei Civici Veneziani; Francesco Manacorda direttore della Tate di Liverpool; Bernard Blistène direttore del Pompidou. Tre belle menti al lavoro su tutti quei candidati e alla fine il trionfo del Bakargiev stile “ambizioso e visionario” ( come sempre).
Di visionarietà ci sarà bisogno, per ricucire e risanare dai colpi di una feroce “spending review” due musei tra i più importanti del paese: la Gam a Torino e il Castello a Rivoli. Ricucirli in tutti i sensi. Accorciare la distanza geografica tra l’uno disteso in città e l’altro arrampicato sui monti. Tra le collezioni (i Casorati della Gam; i Merz e gli Zorio di Rivoli). Tra le metodologie di classico stampo museale l’una, di grande potenza scenografica l’altro. E Il budget per tanta impresa ovviamente sarà risicato.
Carolyn ha parecchie frecce al suo arco: la stima del mondo dell’arte internazionale; l’appoggio di grandi e potenti artisti e intellettuali ( a Venezia ad annunciare la Biennale di Istanbul che sotto la sua direzione aprirà in settembre le era accanto il Nobel Orhan Pamuk); la sua sorprendente intelligenza e in fondo anche il suo non cedevole carattere.
Due giorni dicono le cronache è durata la trattativa sul suo compenso e sulle condizioni che ha preteso per dirigere le due istituzioni torinesi. Ma del resto chi ha carattere ha sempre cattivo carattere. E Carolyn di carattere ne ha da vendere.
Con quell'accento ibrido, fusione e rammendo di tutte le sue origini e permanenze, con quel suo aspetto professorale che nulla concede all'immagine modaiola della curatrice art style, con quella ginnastica mentale che ci fa faticare sempre (ma poi ci dà soddisfazione e cerebrali endorfine) ,ostinata e convinta dei suoi progetti Carolyn Christov-Bakargiev non si preoccupa troppo di piacere ai media e le sue conferenze stampa uccidono i cronisti incapaci di tradurre in articoli le sue ermetiche invenzioni, i suoi nessi logici sghembi, i suoi logaritmi mentali.
Lei non punta al glamour. Non insegue le star. La mitica visita di Brad Pitt alla sua meravigliosa Documenta fu immortalata in una serie di foto che lo vedono scarpinare dietro a una volitiva Carolyn docile come un alunno delle elementari.
E nonostante tutto i suoi progetti vincono e la sua Documenta è stata fra le più visitate di sempre. Una mostra dove l'arte è stata il termometro e specchio di tutte le cose. Linguaggio universale che non conosce barriere linguistiche. Una foresta di simboli (cit. Baudelaire) dove il senso della vita si decanta e dove tutti i saperi si fondono, rendendo visibile l'invisibile, evidente ciò che è criptico.
E’ il metodo Carolyn, Un lavoro che abbraccia scienze, matematica, fisica. Si allarga alla biologia, alla mineralogia e persino alla parapsicologia e alla telepatia. Rivendica il diritto all'arte per tutti gli esseri viventi del pianeta compresi gli animali a noi vicini e quelli lontani: le belve e gli insetti e i vermi.
Cosa farà a Torino? Difficile dirlo. Ma in momenti di crisi e di sfiducia come quello che stiamo vivendo è di gente come lei che abbiamo bisogno. Persone coraggiose dai progetti difficili. Che sanno osare, rilanciare, immaginare.