“SONO STATO DURO, MAI CATTIVO. IN CARRIERA HO PRESO UN SOLO ROSSO E NON PER GIOCO SCORRETTO, MA PER FALLO DI MANI” – CLAUDIO GENTILE: “AL MONDIALE ’82 HO FERMATO MARADONA SENZA MAI PICCHIARE. MI INSULTO’, VOLEVA PROVOCARMI. INCREDIBILE CHE POI MI ABBIA FATTO LA MORALE. L'IMMAGINE DELLA MAGLIA STRAPPATA DI ZICO? ERA TESSUTO LEGGERISSIMO, CARTA VELINA” – L’ACCUSA ALLA FEDERAZIONE: "DOPO I SUCCESSI CON L’UNDER 21 MI AVEVANO PROMESSO CHE AVREI ALLENATO LA NAZIONALE MAGGIORE. PROMESSA TRADITA. HO PAGATO ANCHE L'ONESTÀ DI CONVOCARE SOLO CHI MERITAVA, SENZA ASCOLTARE I SUGGERIMENTI DEI PROCURATORI”
Antonio Barillà per “la Stampa” - Estratti
È appena rientrato a casa, a San Fermo della Battaglia, incollato a Como, dopo settanta chilometri sui pedali. Nessuna fatica, Claudio Gentile è allenato, l'estate ne macina anche centocinquanta attorno al lago, e comunque la passione annulla il sacrificio: «Volevo fare il ciclista, mi sono ritrovato calciatore» sorride. Talmente stregato che una volta, in ritiro, finse di star male per saltare la rifinitura e seguire il Mondiale in tv: «Era quello del 1980 a Sallanches, ci provai ma il Trap non la bevve: "Non fare il furbo..." mi interruppe appena accennai a un dolore alla gamba».
(…)
Prima immagine bianconera?
«Il presidente Boniperti che sorride accorgendosi ch'ero più alto di lui. Gli avevano riferito fossi piccolino. Scoprii che prima di tesserarmi aveva assunto informazioni su tutta la mia famiglia».
In maglia bianconera ha ricoperto svariati ruoli...
«Il miglior campionato l'ho fatto da terzino sinistro, io che mancino non sono. Trapattoni, finiti gli allenamenti tradizionali, si fermava in campo con me: ore infinite a lanciarmi sulla fascia, io dovevo correre e crossare. Poi, quando smise Morini, mi reinventò stopper: basso non sono, ma gigante nemmeno, eppure andò benissimo. Sa che in tutta la carriera l'attaccante che marcavo non ha mai segnato? Ed erano i tempi di Maraschi, Savoldi, Boninsegna: non voglio fare paragoni con il calcio di oggi, ma quelli erano signori del gol».
Ha fermato i migliori, Maradona compreso: memorabile il duello del Mondiale 82 che le affibbiò la fama di calciatore scorretto...
italia brasile zico claudio gentile
«Mai stato scorretto. Duro sì, come lo erano Burgnich o Rosato: allora ti appiccicavi all'avversario e non lasciavi quattro metri come succede oggi, vedo errori incredibili e non capisco come possano ripetersi. Il bello è che Maradona mi insultò lui tutta la partita, era nervoso perché non riusciva a fare ciò che voleva e cercava di provocarmi in tutti i modi. Alla fine nemmeno mi diede la maglia».
Non era previsto dovesse controllarlo lei...
«Ero convinto di dovermi occupare di Kempes, che già avevo marcato nel '78 in Argentina. Invece Bearzot, giorni prima, mi venne in camera e mi informò della scelta. Rimasi stupito, ma non mi sono tirato indietro: mi feci dare le videocassette e ho cominciato subito a studiarlo».
claudio gentile marca maradona
L'ha studiato bene...
«E l'ho fermato senza mai picchiare. Incredibile che mi abbia fatto la morale. Lui in carriera di espulsioni ne ha avute, io un solo rosso, a Bruges con la Juve in Coppa dei campioni, e non per un intervento scomposto ma per un fallo di mani.
claudio gentile con la maglia della juve
I suoi difensori sì che erano scorretti: in quella stessa partita, su ogni calcio d'angolo, Gallego affondava nel collo di Pablito l'unghia del mignolo che era lunghissima. E anche Passarella, con cui ho pure giocato a Firenze, e Tarantini, a volte entravano per far male. Io non c'entro: essere finito tra i cattivi di quel Mondiale è stata, sinceramente, una cazzata».
Magari ha inciso anche l'immagine della maglia strappata di Zico.
«Era d'un tessuto leggerissimo per favorire l'aerazione, carta velina... un dito impigliato e s'è rotta».
Mastino, ma anche rifinitore: nella finale con la Germania ispirò il primo gol di Paolo Rossi.
«Kaltz e Stielike erano due montagne, su tutti i traversoni catturavano il pallone.
Nell'intervallo dissi a Pablito: "Se vengo giù, occhio che crosso basso". Così feci e lui sbloccò la partita».
Da calciatore ha vinto tutto, da allenatore aveva cominciato benissimo...
«Dopo aver guidato l'Under 20 azzurra, ho ereditato l'Under 21 da Tardelli che aveva accettato l'offerta dell'Inter: vincemmo l'Europeo e una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene».
La chiamò la Juve...
«Mi offrirono la panchina e a Torino sarei andato a piedi, ma sono sempre stato corretto e ho avvisato la Federazione. Mi spiegarono che su di me c'era un progetto per allenare la Nazionale maggiore e non mi sono sentito di girare le spalle alla maglia azzurra». Promessa tradita...
«Senza spiegazioni. E questa è la cosa che più mi amareggia. Ogni tanto provoco per stimolare la verità, ma anche dopo tanti anni nessuno esce allo scoperto: mi basterebbe sapere chi ha deciso diversamente e perché, può starci che non mi abbiano ritenuto all'altezza ma vorrei saperlo. A meno che non siano giusti i miei sospetti...».
Quali?
«Ho pagato anche l'onestà di convocare solo chi meritava, senza ascoltare i suggerimenti dei procuratori».
diego armando maradona e claudio gentileCLAUDIO GENTILE CLAUDIO GENTILECLAUDIO GENTILE CLAUDIO GENTILE claudio gentileclaudio gentile 1