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“DA QUANDO PAPA’ NON È PIÙ MIO COACH SONO MIGLIORATO” – MATTIA BELLUCCI, UN ALTRO CHE HA “UCCISO” IL PADRE PER CRESCERE COME TENNISTA – “ABBIAMO AVUTO QUALCHE DISCUSSIONE, LUI INIZIALMENTE NON HA PRESO BENE LA MIA DECISIONE. PARLANO PERÒ I RISULTATI: SONO ENTRATO NEI PRIMI 200" – DOPO AVER LIQUIDATO MEDVEDEV E TSITSIPAS, HA PERSO CONTRO DE MINAUR IN SEMIFINALE A ROTTERDAM - “MI ISPIRO A AGASSI, NON HO UN GRANDE FISICO, DEVO SOPRAVVIVERE CON TECNICA E FANTASIA” -VIDEO
Il tennista Mattia Bellucci, in semifinale all’Atp di Rotterdam (oggi alle 15 sfida De Minaur), ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui si racconta.
La passione per il tennis nasce in famiglia…
«Mio padre è maestro di tennis, la prima racchetta me l’ha data lui. E mi ha messo davanti alla tv a vedere le partite in cassetta di McEnroe, Leconte, Courier, Sampras. E Agassi, soprattutto».
La bandana è un omaggio ad Agassi?
«Sì, mi ispiro a quel tennis. Non ho un gran fisico, anche se l’Atp mi toglie sempre 5 cm. Sono alto 1,80 cm e devo sopravvivere con la tecnica e la fantasia».
Il rapporto con suo padre-allenatore, dal punto di vista sportivo, a un certo punto si è interrotto…
«Ho voluto cambiare alcune cose, era importante fare un passo oltre. Abbiamo avuto qualche discussione, lui inizialmente non ha preso bene la mia decisione. Parlano però i risultati: sono entrato nei primi 200 e ho anche un mental coach che mi aiuta a stare concentrato per tutta la partita».
A che punto della sua carriera è arrivato?
«Quello di non dovermi preoccupare di vincere per accumulare premi e potermi permettere questa vita. La luce può spegnersi in qualsiasi momento. In questi ultimi giorni ho vinto come sognavo di vincere, con il mio gioco. Non so farne un altro. Mi sto scoprendo, e sta funzionando».