STASERA, COPPA ITALIA DA URLO - DALLA RIVALITA’ AGNELLI-LOTITO AL DUELLO TRA LE STELLE DEL PROSSIMO MERCATO POGBA E ANDERSON: TRA LAZIO E JUVE E’ SFIDA TOTALE - L’EX BIANCONERO PIOLI CONTRO IL TABU’ ALLEGRI, CHE POTEVA FINIRE ALLA LAZIO
Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
Una coppa che vale doppio. Per la Juventus, che la può aggiungere allo scudetto e tornare a sollevarla dopo venti anni (alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, atteso in tribuna): sarebbe la decima per il club bianconero, che può staccare tutti anche in questa classifica.
Sarebbe la terza doppietta col campionato, la settima in assoluto (l’ultima è stata dell’Inter di Mourinho), a testimonianza che siamo di fronte a una rarità. E non davanti a una coppa minore, offuscata dalla Champions, da vincere per la Juventus o da conquistare attraverso il campionato (e il derby di lunedì prossimo) per la Lazio.
agnelli lotito foto mezzelani gmt
Il condizionale tra la Juve e un’altra pagina di storia ce lo mette la squadra di Pioli. Anche per i bianconcelesti, a caccia dell’esemplare numero sette della loro ricca collezione (l’ultima vinta nel 2013), il trofeo vale doppio: perché battere la Juventus di questi anni è sempre un’impresa, specie dopo le due sconfitte nette in campionato. E perché arrivare qui vale già la replica in Supercoppa italiana.
«Per noi è speciale perché è un trofeo che manca da troppo tempo — dice Giorgio Chiellini all’Olimpico, dove la Juventus è arrivata in ritardo per il nubifragio che ha coinvolto anche l’aeroporto di Torino —. In dieci anni di Juve ho giocato una sola finale e il fatto di averla persa (col Napoli, nel 2012 ndr ) non ci è ancora andato giù: ci teniamo tanto e anche se sappiamo che per i nostri tifosi non è così, noi pensiamo solo a questa partita. Il triplete? Dobbiamo farne ancora molta di strada. Ma quella percorsa dalla B fino a qui ci dà grande orgoglio».
Massimiliano Allegri qui ha vinto il suo primo scudetto con il Milan e la scorsa estate poteva finire alla Lazio. La sfida con Stefano Pioli è anche quella tra due allenatori che sono partiti da lontano (passando entrambi per Sassuolo) e sono arrivati in alto senza alzare mai la voce. «È una partita diversa da quelle del campionato — sottolinea l’allenatore bianconero, anche per evitare possibili cali di tensione —. Ci sarà molto equilibrio e non è detto che si risolva nei novanta minuti. Portiamola a casa, perché vincere ci aiuta a preparare meglio la Champions».
Per Allegri, che già in Europa ha fatto molto meglio del suo predecessore, c’è anche la possibilità di centrare un trofeo che né Conte, né Capello sono riusciti a vincere. Anche per questo, da qualsiasi parte la si guardi, questa coppa vale doppio.
Come del resto ebbe un’importanza capitale la vittoria della Juventus in autunno, quando ammutolì l’Olimpico grazie anche alla miglior partita della stagione di Paul Pogba, autore di due gol nel 3-0 finale (l’altro fu di Tevez).
Al ritorno il francese non c’era, ma la Juve (che giocò con la difesa a 3 e chissà che non sia di ispirazione per stasera) non se n’è accorta, stendendo i biancocelesti ancora con Tevez e con Bonucci. Quella sfida, il 19 aprile, sancì di fatto lo scudetto e arrivò dopo otto vittorie di fila della Lazio, trascinata da Felipe Anderson, che però a Torino fece da comparsa.
Il duello speciale dentro la partita tra Pogba e il brasiliano è anche quello tra le due stelle pronte ad accendere il mercato estivo: «Felipe è cresciuto in modo esponenziale — dice Chiellini — ha doti incredibili, da giocatore straordinario e non più solo da promessa. Mi auguro che contro di noi sia un po’ stanchino, perché abbina velocità a grande tecnica, sia nei tiri che nei passaggi. È lui l’emblema del campionato che ha fatto la Lazio».
pioli durante juventus lazio 5
claudio lotito
E il simbolo della Juve? Quando chiedono a Massimiliano Allegri che animale è la sua squadra, lui strabuzza gli occhi, poi si riprende: «Direi una tigre». E mettere «un tigre nel motore» per la volata finale, vale sicuramente doppio.