BENZINA “VERDE” PER IL CALCIO ITALIANO - IL 18ENNE DELLA ROMA, DANIELE VERDE, E’ LA DIMOSTRAZIONE CHE I PISCHELLI ITALIANI NON SONO DELLE PIPPE: BISOGNA SOLO FARLI GIOCARE

Enrico Turcato per “il Giornale”

 

daniele verdedaniele verde

«Per noi Verde non è una novità perché fa già parte delle nazionali giovanili. Lui deve semplicemente essere se stesso. Per la crescita dei giovani siamo a buon punto, è ancora poco rispetto agli altri Paesi, ma ci stiamo mettendo al passo». Le parole di Gigi Di Biagio, commissario tecnico dell'Under 21, sottolineano la voglia di cambiamento della nostra federazione. I giovani talenti italiani esistono, crescono e vanno valorizzati.

 

 L'exploit di Cagliari ha messo in luce un ragazzo del 1996, protagonista e trascinatore della squadra seconda in classifica, arrivata in Sardegna in piena emergenza. «Complimenti alla Roma - ha sentenziato Di Biagio - che ha puntato su Daniele Verde, un centrocampista che ha tecnica, personalità, fisico.

 

federico bernardeschifederico bernardeschi

Questo per lui è il momento più difficile, quello in cui non deve perdersi, perché questo è il momento in cui piovono i complimenti. Deve mantenere i piedi per terra e continuare a fare quello che sa fare. Portarlo agli Europei? Le porte sono aperte, il gruppo è completo al 90%, ma siamo sempre molto attenti alle novità». In una Nazionale Under 21 in cui spiccano già la classe dei classe '94 Berardi (Sassuolo), Bernardeschi (Fiorentina) e Rugani (Empoli), in futuro ci sarà spazio anche per il giocatore della Roma, che alla terza presenza in Serie A ha già convinto tutti.

hachim mastourhachim mastour

 

Verde, però, non è il solo gioiellino italiano che negli ultimi mesi si è messo in luce tra i grandi. Si va dal classe '95 della Sampdoria, ma di proprietà della Roma, Alessio Romagnoli, definito da Mihajlovic «difensore più tecnico di Nesta», al '98 Hachim Mastour del Milan, trequartista nato a Reggio Emilia, già aggregato alla prima squadra da Inzaghi e corteggiato dai principali top club europei.

 

daniele ruganidaniele rugani

Nel mezzo una ventata di gioventù azzurra. Simone Scuffet, portierino diciottenne lanciato da Guidolin a Udine la scorsa stagione, ora fa il secondo al greco Karnezis, ma avrà sicuramente modo di mostrare le sue qualità tra i pali, quelle che l'anno già designato erede di Gigi Buffon. A centrocampo c'è chi ha impressionato nell'unica presenza in A come Rolando Mandragora, eccellente quando Gasperini lo ha chiamato in causa in Genoa-Juventus 1-0 o chi si sta ritagliando spazio e presenze in Serie B, come Vittorio Parigini (Perugia, ma di proprietà del Torino) e Giovanni Sbrissa, veneto del Vicenza, che grazie a Pasquale Marino si è fatto notare persino dalla Juventus.

 

alessio romagnoli alessio romagnoli

In attacco è diventato protagonista delle cronache di calciomercato Federico Bonazzoli. Proveniente dal vivaio Inter, diventerà maggiorenne a maggio e si trasferirà alla Samp, che ne ha pagato il cartellino per ben 7 milioni di euro. Accursio Bentivegna (Palermo) è un bomber di razza, mentre Alberto Cerri, del Parma, prima di infortunarsi, aveva cominciato splendidamente l'avventura a Lanciano (4 reti in 9 gare giocate).

 

Tutti ragazzini che hanno già fatto parte dell'Under 17 e dell'Under 19 e che sembrano pronti al definitivo salto di qualità. Per Di Biagio la valorizzazione di questi giovani è un compito delicato che spetta soprattutto ai club: «Ci sono più scuole di pensiero tra gli allenatori di A.

 

alberto cerrialberto cerri

C'è chi per esempio come Sassuolo, Cagliari, Sampdoria, Empoli, Genoa punta sui giovani e altri che ci si affidano in caso di necessità, magari per non bruciarli subito», ha spiegato. «È purtroppo mancato negli ultimi anni il senso di appartenenza e sarebbe bello se nelle giovanili ci fossero tanti calciatori nati nella città del club. Ma è anche vero poi che chi è forte riesce a uscire». Chi è forte, appunto, come Daniele Verde, archetipo di un gruppo che sembra dare speranza al futuro azzurro.

simone scuffetsimone scuffet

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO