opera di dario gambarin land art aratro

BRACCIA RUBATE ALLA LAND ART – L’AVVOCATO DARIO GAMBARIN HA LASCIATO I CODICI PER REALIZZARE OPERE D'ARTE DI 60.000 METRI QUADRATI  NEI CAMPI, CON IL SUO TRATTORE E L'ARATRO: “SONO IL MASSIMO ESPONENTE MONDIALE DI QUESTA FORMA ESPRESSIVA. IL MEGA RITRATTO AGRESTE DI OBAMA FINÌ SUL ‘NEW YORK TIMES’ E LA CASA BIANCA MI RINGRAZIÒ” – HA ALLE SPALLE GIÀ 110 CREAZIONI: “NELLA CABINA DEL TRATTORE NON C’È L’ARIA CONDIZIONATA, D’ESTATE SI SUPERANO I 40 GRADI. OGNI VOLTA PERDO IN SUDORE 2 CHILI DI PESO” – HA ‘ARATO’ ANCHE PUTIN: “MA NON QUELLO DI OGGI...”

Estratto dell’articolo di Stefano Lorenzetto per il “Corriere della sera”

 

dario gambarin

Sulle orme di Cincinnato che si ritirò in campagna, l’avvocato Dario Gambarin, 66 anni, nato a Castagnaro (Verona) ma residente a Bologna, ha lasciato i codici per l’aratro. Cavalcate dal trattore Fiat 180-90 con lui alla guida, 20 biolche di terra si trasformano in un’opera d’arte di 60.000 metri quadrati visibile solo dal cielo.

 

Per parafrasare il Duce, l’aratro traccia il solco ma è la land art che lo difende, «e, modestia a parte, il massimo esponente mondiale di questa forma espressiva lo ha davanti a sé», si presenta. «Il mega ritratto agreste di Barack Obama finì sul New York Times e la Casa Bianca mi ringraziò».

 

Ha «arato» anche Putin.

opera di dario gambarin - putin

«Non il Putin di oggi. Per fargli gli occhi azzurri, usai due nylon bianchi rotondi, 12 metri di diametro, che riflettevano il cielo. Si precipitò da Roma la corrispondente della tv di Stato russa: “Ma io come fare per immagini?”. Cara, è colpa mia se non sei arrivata in elicottero? Entra nei solchi del terreno e filma. Inorridì: “Oh, niet, niet! Io non potere calpestare mio presidente”».

 

Chi altro ha immortalato?

«Papa Francesco. Per la morte di Steve Jobs, fondatore della Apple, tracciai la mela morsicata con il suo slogan “Stay hungry, stay foolish”, restate affamati, restate folli. Per i Mondiali di calcio in Sudafrica il volto di Nelson Mandela. Ho celebrato i 120 anni dalla nascita di George Orwell e i 50 dalla morte di Pablo Picasso. Anche Topolino».

 

Perché Topolino?

«Perché è Topolino».

opera di dario gambarin 12

 

È il Raffaello del vomere.

«Sarei avvocato civilista e psicoterapeuta, però ho abbandonato gli ordini professionali. Ho due lauree: giurisprudenza, con tesi in diritto canonico su Bonizone di Sutri, creato vescovo da papa Gregorio VII, e lettere e filosofia al Dams, con tesi sulla psicopatologia dell’arte».

 

[…]

 

Faceva l’attore, mi risulta.

«Qualche particina per Pupi Avati. Ero il musicista Francesco Piantanida in Noi tre. E ho recitato in altri due film, Il papà di Giovanna e Una sconfinata giovinezza».

 

Quante opere di land art ha realizzato finora?

«Credo 110, dal 2005».

 

Ha rovinato molti campi.

«Sta scherzando? Mi offende! Intervengo solo su fondi brulli, prima della semina».

 

Di chi è la terra che usa?

opera di dario gambarin 11

«Di mia madre, mia e delle mie due sorelle, 27 ettari coltivati a grano, soia, mais, orzo. I kiwi li ho estirpati: non rendevano più nulla».

 

Come ha cominciato?

«Era un sabato pomeriggio d’estate. Fregai il trattore a mio padre, che si era concesso due giorni di vacanza ai Lidi ferraresi. Incisi con l’aratro un enorme volto femminile. La domenica sera, rincasando, papà notò la terra smossa. “Chi è entrato nel campo?”, s’infuriò. Mi spedì subito a livellarlo. Solo quando vidi il filmato girato dal pilota di un Cessna, mi resi conto di ciò che avevo portato a termine».

 

Il papà apprezzò il video?

«Per niente. Gli interessò solo osservare dall’alto il podere del suo vicino».

 

opera di dario gambarin 16

Chi le ha insegnato a condurre un trattore?

«Cominciai a 5 anni sul Massey Ferguson di mio padre e dello zio Romolo. Ne ho trovato uno uguale, azzurro, su un’isola della Grecia. È stato come rivedere la nostra civiltà contadina perduta».

 

La land art è faticosa?

«Da morire. Nella cabina del trattore non c’è l’aria condizionata, d’estate si superano i 40 gradi. Ogni volta perdo in sudore 2 chili di peso».

 

Le porta via molte ore?

«Fino a 8. Ma non sono in balia dell’orologio. Devo pensare. Prima serve l’idea. La disegno su carta, poi nel campo. Se è troppo umido, mi astengo: la terra non vuole».

 

opera di dario gambarin 8

E quando la terra vuole?

«Entro nell’appezzamento a mietitura finita. Vado avanti e indietro con il trattore e scavo nel terreno, usando il bivomere, un aratro doppio. Appena l’umidità delle zolle rovesciate evapora per effetto del sole, il disegno svanisce».

 

[…]

 

Perché si firma «AD» anziché con le sue iniziali «DG»?

«Non esiste trattore al mondo con un angolo di sterzata che consenta di tracciare la “G” di Gambarin. Ogni volta ingaggio una lotta titanica con il mezzo meccanico. Non posso fermarmi, altrimenti perdo le coordinate che ho in testa. Non vedo quello che sto facendo, devo lavorare con il terzo occhio. È come se cadessi in trance. Il trattore s’impenna, sembra un cavallo imbizzarrito. Io lo capisco: sarebbe progettato per andare dritto. Ho già rotto un paio di aratri. Ma neppure i fulmini mi hanno mai fermato».

 

opera di dario gambarin 2

I suoi genitori avranno apprezzato che il loro figlio sia finito sulla Cnn e sulla Bbc.

«Un pochino mia madre, soprattutto dopo che mi hanno invitato a esporre a Istanbul, nella cisterna medievale sotto la Nakkas Sanat Galerisi, dove ho dipinto maschere e facce su tappeti orientali. Ma avrebbe preferito un figlio come gli altri. Mio padre mi voleva avvocato».

 

Lo ha deluso.

«Andarmene dalle nebbie di Castagnaro fu come evadere dalla prigione. Da studente mi piacevano i lussi: ragazze, auto, vestiti. Me li pagavo cantando e suonando nei pianobar fra Italia, Francia e Germania. Ma persi la voce. Allora chiesi a mio padre, ormai in punto di morte, il permesso di usare la sua terra per le mie opere d’arte. “Se ti piace, fallo pure”, rispose».

 

La toga la rendeva infelice?

opera di dario gambarin 15

«No, anzi. Il primo ad assumermi fu Natale Callipari, del quale conservo un grato ricordo; è l’avvocato veronese che di recente ha difeso il cardinale Angelo Becciu. Negli anni Ottanta lavorai a Milano nello studio legale Catenaccio e associati, in corso Magenta. Non era la mia città, ci andai solo per l’amore di una donna. Oggi non potrei stare neppure a New York».

 

Perdoni se sono indiscreto, ma campa di land art?

«No, è il latifondo di famiglia a darmi da vivere. Però oggi in agricoltura non ci sono né margine di guadagno né sicurezza: solo troppe regole comunitarie e tanta fatica. Con i campi che lei vede, mio padre mantenne tre figli, io faticherei a farne studiare uno. L’aratro usato al posto del pennello mi serve per mandare messaggi senza imbrattare fontane o tingere di verde i canali di Venezia».

 

opera di dario gambarin 3dario gambarin 1dario gambarin 3opera di dario gambarin 10opera di dario gambarin 7opera di dario gambarinopera di dario gambarin 9opera di dario gambarin 6opera di dario gambarin 5opera di dario gambarin 4opera di dario gambarin 13

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ MATTEO SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - SALVINI SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE “MARTIRE DELLA GIUSTIZIA“ SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI E FRUSTRATI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...