impero di roman abramovich

DIETRO LA DECISIONE DI VENDERE IL CHELSEA (E LE SUE PROPRIETA’ LONDINESI) C’E’ IL TERRORE DI ROMAN ABRAMOVICH DI ESSERE COLPITO DALLE SANZIONI DEL GOVERNO BRITANNICO. IL BOSS DEI BLUES FISSA IL PREZZO DEL CLUB: OLTRE 3 MILIARDI E MEZZO DI EURO. MA C'È DI PIÙ: I PROVENTI DELLA VENDITA ANDRANNO “A BENEFICIO DI TUTTE LE VITTIME DELLA GUERRA IN UCRAINA”. SLANCIO UMANITARIO O MOSSA DI PUBBLICHE RELAZIONI DELL’OLIGARCA VICINO A PUTIN? L'OPPOSIZIONE LABURISTA STA INTENSIFICANDO LA PRESSIONE SU JOHNSON PERCHÉ AGISCA CONTRO IL MAGNATE… - LO STERMINATO PATRIMONIO DI ABRAMOVICH

Luigi Ippolito per il Corriere della Sera

 

Abramovich e il Chelsea FC

Londra Impero di oligarca vendesi: Roman Abramovich si prepara a liquidare le sue proprietà londinesi e soprattutto la squadra di calcio del Chelsea, perché è «terrorizzato» - dicono a Londra - dall'ipotesi di essere colpito dalle sanzioni del governo britannico. E dunque ieri sera il magnate russo ha rotto il silenzio e ha annunciato ufficialmente la cessione della squadra londinese: prezzo richiesto, 3 miliardi di sterline (oltre 3 miliardi e mezzo di euro). Ma c'è di più: i proventi della vendita andranno «a beneficio di tutte le vittime della guerra in Ucraina.

 

Impero di Roman Abramovich

Questo include provvedere fondi per i bisogni urgenti e immediati così come per il sostegno alla ricostruzione a lungo termine». Slancio umanitario o mossa di pubbliche relazioni? Abramovich, considerato uno degli uomini più vicini a Putin - anche se lui nega - non è stato finora inserito nella «lista nera» della Gran Bretagna e dell'Unione europea: ma a Londra tutti gli occhi sono puntati su di lui e sulle prossime mosse del governo di Boris Johnson.

 

È per questo che l'oligarca avrebbe già messo sul mercato anche la sua residenza di Kensington Palace Gardens - detta anche «la via dei miliardari», accanto al palazzo di William e Kate e dove si trova pure l'ambasciata russa -: si tratta di una magione di 15 stanze da letto valutata quasi 200 milioni di euro. Agenti immobiliari d'élite sarebbero stati già contattati e ci sarebbe un potenziale acquirente cinese.

La villa di Abramovich a Kensington

 

Abramovich avrebbe intenzione di disfarsi anche della sua altra proprietà a Londra, una casa di tre piani a Chelsea acquistata nel 2018 per circa 25 milioni di euro. Ma è la notizia della cessione della squadra di calcio quella che ha fatto più sensazione. Già nei giorni scorsi l'oligarca aveva annunciato che avrebbe passato la guida del Chelsea alla fondazione di beneficenza del club: una mossa che era stata bollata come priva di vero valore legale ma che ora viene vista come il primo passo verso la vendita della squadra.

Lo yacht Eclipse di Abramovich

 

Secondo i giornali inglesi, ci sarebbero già tre investitori pronti a fare un'offerta in settimana per rilevare il Chelsea: ma il tempo stringe, perché se Abramovich fosse colpito dalle sanzioni, l'affare si rivelerebbe difficile da condurre in porto. Johnson ha lanciato martedì un chiaro avvertimento: «A quegli oligarchi che hanno connessioni col regime di Putin e che traggono beneficio dall'associazione con lo Stato russo sveleremo le loro proprietà e le confischeremo».

 

E Abramovich è stato fin dagli anni Novanta un personaggio chiave nelle vicende della Russia: arricchitosi grazie al «far west» delle privatizzazioni selvagge seguite al crollo dell'Unione Sovietica, era considerato uno dei principali finanziatori del presidente Boris Eltsin e della sua famiglia. La sua fortuna, valutata in 13 miliardi di euro, comprende stravaganze come due megayacht del valore di oltre mezzo miliardo ciascuno e un Boeing privato da 300 milioni. Ma una giornalista inglese lo aveva accusato di aver comprato il Chelsea su ordine di Putin, di cui sarebbe poco più che un prestanome: Abramovich ha fatto causa e ha vinto.

 

Il nuovo superyacht di Abramovich

L'opposizione laburista sta intensificando la pressione su Johnson perché agisca contro il magnate. Lui è stato di fatto già messo al bando da Londra: il ministero dell'Interno ha avuto istruzioni di non concedergli un visto di residenza. L'oligarca nel 2018 si era già visto rifiutare il visto speciale da investitore e dunque decise di acquisire la cittadinanza israeliana - Abramovich è di origine ebraica - che gli consente di venire a Londra come turista: ma non può più risiedervi legalmente.

 

Nei giorni scorsi l'oligarca era stato indicato come possibile mediatore nelle trattative russo-ucraine: un annuncio che sembrava più che altro una mossa pubblicitaria per distogliere l'attenzione dalle sue difficoltà. Per lui, sembra davvero arrivato il momento di tagliare la corda.

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