trentalange d'onofrio

DIMISSIONI O COMMISSARIAMENTO: IL CAPO DEGLI ARBITRI TRENTALANGE HA IL DESTINO SEGNATO - LA PROCURA FEDERALE HA EMESSO UN ATTO DI CHIUSURA INDAGINI SUL PRESIDENTE DELL'AIA ALFREDO TRENTALANGE E LE ACCUSE SONO PESANTISSIME - TUTTO PARTE DAL CASO DI ROSARIO D'ONOFRIO, ARRESTATO IL 10 NOVEMBRE PER TRAFFICO DI STUPEFACENTI - SECONDO L'ACCUSA TRENTALANGE NON HA FATTO NULLA PER ACCERTARE I REQUISITI PROFESSIONALI E DI MORALITÀ DI D'ONOFRIO E LO HA DIFESO INTERFERENDO CON L'ATTIVITÀ DI UN ORGANO DI GIUSTIZIA SPORTIVA - TRENTALANGE È ACCUSATO ANCHE DI "AVERE RESO DICHIARAZIONI NON VERIDICHE" NEL CORSO DEL CONSIGLIO FEDERALE…

trentalange

Elisabetta Esposito per www.gazzetta.it

 

La bufera sul mondo arbitrale non si placa. La Procura federale ha emesso un atto di chiusura indagini sul presidente dell'Aia Alfredo Trentalange e le accuse sono pesantissime. Tutto parte dal caso D'Onofrio, arrestato il 10 novembre per traffico internazionale di stupefacenti. Indagando sull'ex procuratore capo dell'Aia, Giuseppe Chiné, che guida la procura Figc, ha scoperto una serie di violazioni al Codice di giustizia sportiva e al Regolamento Aia.

 

rosario d'onofrio

Secondo l'accusa Trentalange aveva "la diretta responsabilità delle nomine dei vertici degli organi di giustizia Aia" ed ha poi "omesso di assumere qualsiasi iniziativa, anche la più minimale, volta e finalizzata ad accertare i reali requisiti professionali e di moralità del sig. Rosario D'Onofrio prima della proposta, fatta dallo stesso Trentalange, e conseguente nomina da parte del Comitato Nazionale Aia (nel marzo 2021), a Procuratore arbitrale dell'Aia,

 

comportamento omissivo, seguito da quello commissivo di proposta, che ha determinato la nomina del D'Onofrio - con cui il Trentalange aveva un rapporto personale consolidato di vecchia data (era stato infatti lui a segnalarlo al Presidente Nicchi al fine della nomina a componente della Commissione Disciplinare Nazionale il 7 marzo 2009,

 

alfredo trentalange

primo incarico avuto dal D'Onofrio in un Organo di giustizia sportiva) - ad una carica di vertice di un importante Organo di giustizia domestica Aia (Procuratore nazionale Aia) mentre il nominato era detenuto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Garbagnate Milanese perché condannato alla pena definitiva di anni 2 e 8 mesi di reclusione ed alla multa di 6.000 euro per gravissimi reati concernenti la detenzione di circa 44 Kg. di sostanze stupefacenti".

 

TELEFONATE E PREMI —  Non è tutto. Chiné lo accusa anche di "aver contattato telefonicamente il vicepresidente della Commissione Disciplinare Nazionale Andrea Santoni, il quale, riscontrando negligenza ed inadeguatezza professionale in capo al D'Onofrio quale componente della predetta Commissione, aveva invitato quest'ultimo per iscritto a tenere comportamenti più consoni alle funzioni svolte, chiedendogli di non assumere nuove iniziative contro Rosario D'Onofrio, e così facendo - per proteggere il D'Onofrio, al quale era evidentemente legato da consolidato rapporto personale - interferiva con l'attività, le prerogative, l'autonomia e l'indipendenza di un Organo di giustizia sportiva".

rosario rambo d'onofrio

 

E ancora, Trentalange avrebbe "omesso di assumere qualsiasi iniziativa, anche la più minimale, volta e finalizzata a controllare il possesso dei requisiti professionali e di moralità necessari per l'attribuzione al sig. Rosario D'Onofrio di importanti onorificenze e premi (arbitro benemerito e premio Concetto Lo Bello), nel mentre il D'Onofrio era detenuto agli arresti domiciliari e conseguentemente proponendo e facendo attribuire al D'Onofrio onorificenze e premi in campo sportivo-arbitrale incompatibili con il suo status di detenuto e, più in generale, con i suoi gravi precedenti penali".

 

RIMBORSI FALSIFICATI - Nessuna iniziativa anche per "accertare e conseguentemente intervenire affinché il sig. Rosario D'Onofrio, che nel corso dello svolgimento dell'incarico di Procuratore dell'Aia (dal marzo 2021 al 10 novembre 2022, data del secondo arresto), ha partecipato solo a pochissime riunioni in presenza (17 giugno 2021, 1 aprile 2022, 5 settembre 2022) presso la sede della Procura Aia di Roma" e sarebbero mancati anche "direttive, ordini di servizio o protocolli operativi che potessero assicurare standard di trasparenza e di correttezza amministrativa, volta e finalizzata all'esecuzione presso l'Aia di un'attività di controllo sui rimborsi delle spese (...),

 

trentalange

comportamento che ha agevolato l'attività illecita di Rosario D'Onofrio, il quale - per l'esercizio delle sue funzioni dal mese di marzo 2021 al mese di agosto 2022 - ha presentato richieste di rimborso spese allegando biglietti ferroviari falsificati, e mai emessi dalla società di gestione dei servizi di trasporto, creando un danno economico di rilevante entità alla Figc ed all'Aia".

 

DIMISSIONI INATTENDIBILI - C'è poi il capitolo dimissioni dello stesso D'Onofrio. Si legge nell'atto redatto da Chiné, che Trentalange è colpevole "per avere comunicato e distribuito durante il Comitato Nazionale Aia riunitosi a Caltanissetta il 12 novembre 2022 un documento (notizia poi riportata dalla stampa nazionale) recante apparentemente le dimissioni dall'Aia di Rosario D'Onofrio, datato 9 novembre 2022 e firmato "Rosario D'Onofrio",

 

rosario rambo d'onofrio

documento inviato dall'account di posta elettronica in uso al fratello del Procuratore, senza avere previamente compiuto la benché minima verifica volta e finalizzata ad accertare attendibilità e veridicità del documento e del suo contenuto", visto che D'Onofrio "nella data dell'invio del documento da parte del di lui fratello era già detenuto in carcere"; "nella data di apparente firma del documento (9 novembre 2022) si trovava a Roma, presso la sede dell'Aia per svolgere le sue funzioni di Procuratore ed ivi non aveva manifestato ad alcuno la volontà di dimettersi"; "la firma apposta in calce al documento, affatto diversa per forma e per fattura, da quelle apposte su altri documenti".

 

Alfredo Trentalange

DICHIARAZIONI "NON VERITIERE" - Finita qui? Niente affatto. Trentalange è accusato anche di "avere reso dichiarazioni non veridiche" nel corso del Consiglio Federale del 15 novembre "in ordine alla avvenuta acquisizione di un curriculum di Rosario D'Onofrio prima della sua nomina a Procuratore Aia, ai titoli di studio e professionali posseduti da quest'ultimo ed alle presunte, ma inesistenti, autocertificazioni rese dal medesimo".

 

GRAVINA PASSA ALL'AZIONE - Appare evidente che la posizione di Trentalange dopo accuse così, sia compromessa. Pochi giorni fa il ministro dello Sport Abodi aveva dichiarato di essere "rimasto stupito che nessuno abbia sentito il bisogno di mettersi a disposizione", adesso la situazione non può che essersi ulteriormente aggravata. Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha già convocato per il 19 dicembre un consiglio federale che al punto 4 dell'ordine del giorno ha "situazione Associazione Italiana Arbitri: provvedimenti conseguenti". Insomma, bisogna fare qualcosa.

rosario d'onofrio

 

Anche se si tratta solo di una conclusione indagini, alle cui accuse Trentalange ha tutto il diritto di difendersi, emergono comunque diversi profili di responsabilità che di fatto, per una figura come quella del presidente degli arbitri, teoricamente primi garanti del sistema, ne hanno già compromesso la credibilità. Anche perché la Procura ha raccolto una grande quantità di materiale, dall'esame degli atti della DDA di Milano che ha svolto l'indagine che ha portato all'arresto di D'Onofrio, all'audizione di diversi testimoni fino alla raccolta di materiale probatorio all’interno degli uffici Aia.

 

Gravina sente di avere una grande responsabilità, verso gli arbitri ma anche verso un sistema calcio che ha bisogno della massima trasparenza. La soluzione migliore per tutti, arrivati a questo punto, è quella delle dimissioni di Trentalange. Ma se continuerà a ritenersi e a ritenere l'Aia "parte lesa" per il caso D'Onofrio, potrebbe tornare prepotentemente in ballo l'ipotesi commissariamento.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?