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SPROFONDO ROSSA, VETTEL IN TILT - IN MALESIA VINCE RICCIARDO MA IL TEDESCO DELLA FERRARI COMBINA UN DISASTRO: ALLA PRIMA CURVA CRASH CON ROSBERG, VERSTAPPEN LO INSULTA: “PAZZO E IDIOTA” - HAMILTON COL MOTORE IN FUMO GRIDA AL "GOMPLOTTO": "UN POTERE SUPERIORE NON MI FA VINCERE"

VETTEL ROSBERGVETTEL ROSBERG

Benny Casadei Lucchi per “Il Giornale”

 

La formula uno dopo quasi settant' anni di onorato servizio archivia per sempre il termine Circus dei motori. È démodé, ormai incapace di reggere il confronto con ben altro circo: quello umano dei piloti. Il Gp si può infatti comodamente riassumere in poche righe.

 

Doppietta Red Bull dopo quasi tre anni e vittoria di Ricciardo; autoscontro Vettel-Rosberg alla prima curva, Seb colpevole ritirato e Nico innocente da ultimo a terzo come nel più classico dei film di Frank Capra. E ancora: Raikkonen quarto con la Ferrari però platealmente superata per prestazioni e consistenza dalla Red Bull; infine, Hamilton derubato a 15 giri dalla bandiera a scacchi di vittoria sicura causa motore in fumo e sempre secondo in classifica ma distante 23 punti da Nico.

GP MALESIAGP MALESIA

 

Al di là della pura cronaca, il problema è che a Sepang a trionfare sono state le debolezze umane.

Come quella di Sebastian Vettel.

Talento rimasto nudo davanti a critica e tifosi perché imperfetto.

Meraviglioso e superlativo quando la monoposto lo asseconda e prova ne siano i 4 titoli di fila conquistati con la Red Bull. E però talento maldestro quando gli tocca compensare i limiti del mezzo.

 

Con ieri sono quattro i patatrack stagionali che l' hanno visto coinvolto al via (Cina, Russia, Belgio e Malesia). Vettel è un talento talmente imperfetto che se a livello tecnico le gare non girano per il verso giusto, va a finire che ugual cosa gli accade a livello astrale.

 

RICCIARDORICCIARDO

Nel senso che la iella non lo molla un secondo. Con la Red Bull, e i ferraristi e Alonso non lo scorderanno mai, poteva permettersi di farsi carambolare addosso gli altri nella gara che valeva il titolo e non sbucciarsi nemmeno un' alettina piccola piccola della sua gommosa monoposto. Sulla Rossa basta che sfiori o lo sfiorino e vien giù mezza macchina. Come con Rosberg alla prima curva, frenata lunga, toccata, l' altro in testacoda e lui ritirato con la sospensione che pareva un mazzo di gambi secchi.

 

Il circo umano andato in scena a Sepang prosegue con Verstappen e purtroppo vede Seb ancora coinvolto. L' insopportabile e viziato talento olandese (perché il talento c' è, eccome, ed è una tortura doverlo ammettere) ha definito Vettel prima «pazzo» e poi «idiota» per via di quella staccata sbagliata che aveva rischiato di far fuori anche lui. Il che, non foss' altro per l' età e non per i 4 mondiali e le 42 vittorie a 1 del tedesco, non è cosa bella. Ma è concessa nella formula circo.

HAMILTON 2HAMILTON 2

 

Un tendone variopinto e affollato da acrobati togati che cambiano di gara in gara e ieri hanno prima dato 10'' di penalità a Rosberg che preso com' era a recuperare dal fondo si era permesso (incredibile l' ardire del ragazzo) di fare un vero sorpasso da applausi con toccatina a Kimi; e poi retrocesso Vettel di 3 posizioni nel prossimo Gp per la nota vicenda.

 

Nel circo umano c' è stato spazio per altri due momenti indimenticabili. Quando Hamilton, dopo aver parlato con chissà quale dio (dovrebbe essere quello dei motori), ha guardato in alto e detto «sembra che dietro giornate come questa ci sia un potere superiore... qualcosa al di sopra che interviene».

 

HAMILTON 1HAMILTON 1

E qualcuno ha subito pensato fosse meglio guardare molto più in basso in direzione del team Mercedes. Ma Lewis si è affrettato a dire che no «io lavoro in una squadra di grandi professionisti che mi ha permesso di vincere tanto». Poco prima, un altro momento di umanità ridicola aveva scatenato applausi nel circo della F1.

 

Quando Ricciardo, in ossequio alla moda del bere lo champagne dalla propria scarpa, non si è limitato a questo ma lo ha offerto a Rosberg e a Verstappen. Che in mondovisione sono stati costretti a ingurgitare. Sono seguiti lunghi istanti di puro disgusto. E nostalgia. Pensando a Fangio, Moss, Brabham, Clark, Hill, Rindt, Stewart, Peterson, Lauda, Hunt, Senna, Mansell, Prost, Schumi...

 

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