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DONNARUMMA NON SI SALVA DA SALVINI – “IL MILAN HA GIOCATO ALLA MONTI, CON LA FORNERO IN PORTA” – LA “FARFALLATA" DI 'GIGIO' SCATENA LA FURIA DEL VICEPREMIER, MILANISTA DI FERRO – GATTUSO DIFENDE IL PORTIERE: “LA PAPERA DI DIDA CON IL LEEDS FU PIÙ GRAVE” - LUCA MARCHEGIANI, EX PORTIERE DI TORINO E LAZIO, OGGI COMMENTATORE SKY: “GIGIO HA SOTTOVALUTATO QUELLA PALLA, È STATO SVOGLIATO, NON DOVEVA USCIRE” – VIDEO

Giorgio Gandola per la Verità

 

 

donnarumma

Tre passi avanti e due indietro. Ma non è una quadriglia, è una frittata cucinata con i piedi. L' ha spiegata perfettamente Mauro Icardi con quella palla avvelenata al 92' minuto del derby che ha affondato il Milan: «Mi è caduta sulla testa, non potevo che fare gol». Frase dal duplice effetto: un complimento a chi l' ha lanciata, un Matías Vecino folgorato sulla via di Leo Messi, e un pietoso coinvolgimento implicito a chi non l' ha intercettata a casa propria, a chi non l' ha respinta o almeno smanacciata, Gianluigi Donnarumma, il portiere bambino, il diciannovenne più pagato (e sopravvalutato) del mondo.

 

Tre passi avanti e due passi indietro, ecco l' errore da scuola calcio che fa rabbrividire gli istruttori.

 

donnarumma

Te lo gridano a 12 anni: quando decidi di andare vai, sennò stai in porta. «Farsi trovare in mezzo è come affacciarsi nudi sul terrazzo di casa», diceva Luciano Castellini, detto il Giaguaro, alcuni anni fa per sottolineare l' imbarazzo, la vergogna e l' impossibilità di sottrarsi al giudizio del pubblico. Farsi trovare in mezzo è già una stupidaggine per i tennisti, in balia del passante o del pallonetto avversario, figuriamoci per un portiere che si trova davanti il cobra più velenoso del campionato nell' ultima azione del derby.

 

Premesso che Donnarumma è giovane e può - anzi deve - sbagliare, diventa sconcertante che faccia esperienza a scapito del Milan, dei suoi risultati e della sua classifica. «Se lo avessimo venduto l' estate scorsa avremmo 70 milioni e qualche punto in più», era il tweet rossonero più gettonato domenica sera, mentre gli interisti rilanciavano una foto del portiere che indossa una maglietta con la scritta: «Sei più bella di un gol al 90'». La frittatona con le cipolle è lì da vedere e colleghi più anziani con la giacca da commentatori televisivi (per esempio Luca Marchegiani) non hanno avuto remore nel dire: «Ha sottovalutato quella palla, è stato svogliato, non doveva uscire».

donnarumma

 

Il problema numero uno di Gigio, che la critica unanime vaticina come portiere della nazionale per i prossimi 25 anni nonostante qualche papera di troppo, è la buona, anzi l' ottima stampa. Non c' è articolo o blog o servizio tv in cui la prima parola chiave non sia «fenomeno» e la seconda «Batman». Ma davanti ai suoi balbettii e alle sue uscite a farfalla cominciamo a ritenere che innalzandolo a infallibile non gli si faccia un piacere. Come sembra paradossale la corsa a minimizzare gli errori quando lo riguardano. Pur di lasciare in pace il Gigio, il Milan si sta specializzando nell' operazione di demolire chirurgicamente i centrali che hanno a che fare con lui, che osano commettere imperfezioni al suo cospetto.

MATTEO SALVINI TIFOSO DEL MILAN

 

L' anno scorso fu massacrato l' argentino Gabriel Paletta, colpevole a Pescara di avergli passato una palla lievemente forte sulla quale il portiere s' era esibito in uno stop imbarazzate, causa principale dell' autogol.

 

Domenica sera è finito sulla graticola lo spagnolo Mateo Musacchio, scivolato sulla finta di Icardi e su quella, ben più letale, del suo portiere. Paletta, Musacchio, carne da cannone. Si è salvato dalle critiche Alessio Romagnoli solo perché era andato a chiudere su Vecino, mentre comincia a essere preoccupante una statistica di Ignazio Abate: quando entra lui, segna l' Inter.

 

DONNARUMMA MEME

Donnarumma deve crescere per confermare d' essere un fuoriclasse e ha tutto il tempo per farlo. Ma dopo le papere dello scorso anno a Pescara, a Bergamo, nella finale di Coppa Italia contro la Juventus e dopo quelle d' inizio stagione a Napoli e nel derby, potrebbe anche crescere in panchina.

 

Almeno per un po', visto che dietro di lui (e a suo supporto fuori dal campo) c' è un monumento come Pepe Reina, ingaggiato proprio per aiutarlo, per trasferirgli sensibilità e astuzia. E per supportarlo nei momenti di blackout come un mentore saggio, di quelli che ti prendono da parte e ti spiegano la vita e le sue curve.

MATTEO SALVINI TIFOSO DEL MILAN

 

È vero che (sempre Marchegiani dixit) «sta imparando a leggere le situazioni», ma è altrettanto vero che per farsi le spalle larghe e gestire una delle porte più prestigiose del mondo dovrebbe imparare a leggere i classici. Herman Melville, Leone Tolstoj, Victor Hugo non ti aiutano a parare, ma a pensare prima di parare.

 

donnarumma

Il marcantonio predestinato neppure ventenne guadagna già 6 milioni all' anno (più 1 per il fratello a rimorchio) ed è stabilmente fra i i cinque portieri più forti del globo. Ma le proiezioni non bastano, ci vogliono le prodezze. E a quei livelli gli abbassamenti di tensione vanno eliminati; sempre contro l' Inter, qualche tempo prima del pasticcio, il Gigio nazionale aveva rischiato il più grottesco degli autogol mettendosi fuori dallo specchio della porta a raccogliere un banale passaggio indietro.

 

MATTEO SALVINI TIFOSO DEL MILAN

Diceva Gianni Brera: «Un portiere non potrà mai farti vincere una partita, ma può fartela perdere». Ecco. Gennaro Gattuso, pur furibondo per l' errore, ha difeso il suo ragazzo com' è giusto che sia. «Non devo dare consigli a nessuno, la papera di Dida con il Leeds fu più grave. Il paragone non esiste.

 

Poi parliamo di un giocatore del quale si diceva che era in salute, che si sta ritrovando.

Dobbiamo rialzare la testa, lo dico a tutti e non solo a Donnarumma».

 

I tifosi però, dopo la mazzata al 92' contro i cugini, hanno stilato una loro classifica di responsabilità: primo Gigio, secondo proprio Ringhio, che per tutta la settimana aveva sbandierato la qualità del gioco del Milan per poi subìre quello dell' Inter. Senza nerbo, senza coraggio. A rappresentare l' amarezza diabolica è addirittura il vicepremier Matteo Salvini, milanista di ferro: «Abbiamo giocato alla Monti, con la Fornero in porta».

 

L' accostamento suona come un insulto, anche perché a vent' anni non si esce a vuoto neppure per andare in pensione.

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