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SALVATE ZANIOLO: RISCHIA DI FINIRE COME UN BALOTELLI O UN MOISE KEAN QUALSIASI – DOTTO: "ALCUNI SEGNALI (L'ULTIMO LA SIGARETTA) FANNO PENSARE A UN RAGAZZO VIZIATELLO. HA GIÀ FATTO ARRABBIARE DUE PEZZI DA NOVANTA COME MANCINI E FONSECA, SUOI ALLENATORI IN NAZIONALE E ALLA ROMA. TRE, SE CI METTIAMO ANCHE FABIO CAPELLO CHE RACCOMANDÒ L’INTERISTA ESPOSITO DI “NON PRENDERE LA SUA STRADA”. IL RISCHIO È CHE IL RAGAZZO CADA NELLA TENTAZIONE MIMETICA DI SOMIGLIARE A COME LO RACCONTANO. SI RICORDI DELLA LEZIONE DI MARADONA…"

Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia

Giancarlo Dotto per www.corrieredellosport.it

nicolo zaniolo foto mezzelani gmt008

 

C’è tutto un mondo che lo corteggia e un altro che inizia a sospettarlo, se non a detestarlo. La mamma se lo coccola, i tifosi lo amano, i compagni lo studiano di malocchio, gli avversari e i fotografi? lo braccano, i giornalisti lo titolano, un telecronista di Sky lo ha definito con per nulla celata ammirazione

 

“un Dio greco”, mentre mostrava alle telecamere il suo metro e novanta mezzo denudato e palestrato, io stesso devo averlo paragonato a Zagor, noto supereroe dei fumetti. Ci sta che un ragazzo di anni ventuno appena compiuti, cocco di mamma e della Sud, si lasci lubrificare da un’euforia che somiglia all’onnipotenza.

nicolo zaniolo foto mezzelani gmt018

 

Ci sta anche che la sua testa cominci, invece, a ragionare “motu proprio”, a partire dalla domanda: “Ma chi sono io, un Mario Balotelli o un Moise Kean qualsiasi?”. Forse non sono abbastanza tanti indizi da fare una prova, ma certo un allarme sì.

 

L’ultimo, riconosciuto e fotografato in una discoteca a Villa Borghese che sfumacchia avidamente al centro di un’ammucchiata festosa di suoi coetanei, immagine che la dice lunga su come il caos regni sovrano a Covilandia. Viene anche da ridere, pensando a come i calciatori, bigottescamente calati in una bolla di vetro quando si trattava di ripartire, te li ritrovi poi nelle mischie più a rischio del pianeta. Che non sono quelle del campo.

 

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Uno come Nicolò è destinato a trasformarci, tutti noi presunti saggi, in vecchie insopportabili zie o bisbetici grilli parlanti, l’indice ammonitore a sventaglio.

 

La curiosità forte è capire quale direzione prenderà la vita al bivio di un ragazzo in formazione, star annunciatissima del calcio mondiale. Si accumulano nel tempo con sinistra coerenza segnali che fanno pensare: se non proprio un bad boy, uno spoiled boy, un ragazzo viziatello.

 

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Non è ancora del tutto venuto al mondo e ha già fatto arrabbiare due pezzi da novanta come Mancini e Fonseca, suoi allenatori in Nazionale e alla Roma. Tre, se ci mettiamo anche Fabio Capello che raccomandò l’interista Esposito di “non prendere la sua strada”.

 

 

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Il rischio è che il ragazzo cada nella tentazione mimetica di somigliare a come lo raccontano.

 

Tanto per viziarlo con un altro esagerato paragone si ricordi della lezione di Diego Armando Maradona: tanto dissoluto nella vita privata quanto irriducibile a pensarsi come parte di una squadra in campo. I compagni, infatti, lo amavano. Tutti.

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