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E' SEMPRE PIU' DURA PER IL "DREAM TEAM" - LA NAZIONALE DI BASKET DEGLI STATI UNITI, CHE HA STRADOMINATO AI GIOCHI OLIMPICI (16 ORI SU 20 EDIZIONI), ORA DEVE VEDERSELA CON NAZIONALI CHE HANNO MOLTI GIOCATORI IN NBA - IL LIVELLO MEDIO E' CRESCIUTO: NEL 1992 GLI ALTRI PAESI AVEVANO SOLO 9 CESTISTI IN NBA, OGGI SONO 61 - È L'EFFETTO-GOBALIZZAZIONE: A DOMINARE LE SCENE OGGI SONO GIOCATORI COME IL FRANCESE WEMBENYAMA, IL GRECO ANTETOKOUNMPO E IL SERBO JOKIC...

SQUADRA DI BASKET USA ALLE OLIMPIADI DI PARIGI

Estratto dell'articolo di Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"

 

[…] Questo torneo olimpico di basket, che ancora deve iniziare […]rischia di essere ricordato come il più importante della storia. Una delle principali ragioni a suffragio di questa tesi consiste nel fatto che Parigi 2024 sarà la prima e l’ultima volta che vedremo giocare nella stessa squadra i due signori sul palco e LeBron James.

 

DREAM TEAM 1992

Inutile fare le presentazioni, lo sanno tutti chi sono e cosa rappresentano: la Santissima Trinità che nell’ultimo decennio ha cambiato e modellato lo sport più bello che c’è. Nei giorni scorsi, lo ha raccontato proprio Curry, hanno ricreato la stessa foto olimpica scattata nel 1992 a Larry Bird, Magic Johnson e Michael Jordan, i titolari dell’unico e irripetibile Dream Team.

 

[…] Si può sostenere che non sia rimasto a casa nessuno dei migliori tra i migliori, così l’Nba è abituata a vedere sé stessa. Da Jayson Tatum stella dei Celtics al gigantesco Joel Embiid. Esserci, ci sono tutti.

 

SQUADRA DI BASKET USA ALLE OLIMPIADI DI PARIGI

Forse è proprio in questa inedita dimostrazione di potenza che si nota quanto sia cambiato il basket dal lontano 1992 di Barcellona, quando il debutto dei professionisti della Nba doveva sanare la ferita della brutta figura rimediata quattro anni prima a Seul dalla solita selezione di giocatori universitari. In quell’edizione dei Giochi, Bird, Magic e Jordan e soci incrociarono solo altri nove giocatori Nba non americani. A Parigi, ce ne saranno oltre sessanta.

 

victor wembanyama

E il giocatore più atteso non è americano ma francese. Si chiama Victor Wembanyama, è alto due metri e 27 centimetri. Dopo una sola stagione ai San Antonio Spurs è considerato il nuovo messia dell’Nba, con buone ragioni. […] «Ci sono almeno dieci squadre che possono essere candidate al podio» ha detto ieri Curry, il più cerebrale dei tre veterani, e si tratta almeno di una mezza verità. L’accumulo estremo di talento e di fisicità contro l’organizzazione e l’identità più marcata dei contendenti, a cominciare dalla Serbia di Nikola Jokic, tre volte miglior giocatore dell’Nba, che Team Usa incontrerà domenica.

 

Il concetto di super squadra si scontra spesso con quello di armonia interna, troppi ego smisurati in un solo spogliatoio, dove il giovane Anthony Edwards non fa certo mistero della sua autostima, ed è solo un esempio tra i tanti possibili. […]

 

nikola jokic 5

L’ombroso Durant ha dovuto rispondere ai maliziosi timori sull’elevata età media della squadra espressi da Embiid in una intervista concessa al New York Times che non ha proprio suggerito l’idea di un gruppo coeso. «Non siamo più giovani, ma anche per questo riusciamo a gestire bene il nostro corpo» è stata la risposta, forse con un implicito riferimento ai frequenti infortuni del centro di origini camerunensi.

 

SQUADRA DI BASKET USA ALLE OLIMPIADI DI PARIGI

Ma tutto questo, comprese le parole entusiaste spese da Curry a favore di Kamala Harris, «è importante che lei ci sia», rientra nel novero delle cose scontate. La vera novità è la scommessa totale di Team Usa. Perché se chiami gli Avengers, non devi solo vincere: devi dominare. E se per sbaglio non dovesse arrivare l’oro, nel mondo del basket, sarebbe la rivoluzione. Per altro, la città è quella giusta.

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