SPROFONDO ROSSONERO – ELLIOTT MINACCIA DI PRENDERE IL POSSESSO DEL MILAN: IL FONDO CHIEDE A MISTER LI DI RIFINANZIARE IL CLUB (CHE RISCHIA L’ESCLUSIONE DALLE COPPE) – L’INCHIESTA DI “REPORT” SUL PASSAGGIO DI PROPRIETÀ DELLA SOCIETÀ ROSSONERA
LUCA PAGNI per repubblica.it
Doppio attacco alla proprietà cinese del Milan: il fondo Elliott minaccia di prendere in mano la società, se non verrà rifinanziato a breve il club, mentre la trasmissione della Rai Report dedica la trasmissione di stasera ai misteri mai chiariti del passaggio di proprietà della società rossonera, dal titolo "Il gioiello di famiglia".
LA LETTERA A MISTER LI' - Secondo quanto si apprende, venerdì scorso il consiglio di amministrazione del Milan ha deliberato un aumento di capitale di ulteriori 10 milioni per coprire le prossime spese del club. I fondi devono arrivare entro questa settimana oppure il fondo Elliott denuncerà la violazione degli accordi per il prestito da 303 milioni ottenuto da mister Li per chiudere la compravendita con il gruppo Fininvest.
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Tecnicamente, il fondo Elliott potrà escutere le azioni avute in pegno l'estate scorsa quando ha concesso il finanziamento, a patto che i conti del Milan fossero sempre in una situazione positiva. È ovvio che l'iniziativa del cda vuole mettere mister Li di fronte a scelte non più rinviabili: se il Milan vuole evitare l'esclusione dalle Coppe, deve dimostrare solidità patrimoniale e questo comporta che la proprietà cinese sottoscriva al più presto un finanziamento con cui sostituire il debito contratto con Elliott. Fa parte della stretagia allo studio degli avvocati del Milan che servirà nella causa davanti all'Uefa.
Nei giorni scorsi Repubblica ha rivelato che mister Li ha rifiutato una offerta che valorizza il MIlan 450 milioni, debiti compresi, cifra da lui ritenuta troppo bassa, avendone chiesto almeno 750 per rientrare dal suo investimento.
REPORT E IL 'GIOIELLO' DI FAMIGLIA - I misteri sul patrimonio di Yonghong Li. La catena di controllo del Milan che approda nei paradisi fiscali. L'intervento di due finanzieri, napoletani di nascita ma basati a Londra, specialisti nello scontare in anticipo le fatture delle aziende sanitarie campane. E poi ancora il ruolo del fondo Elliott, alleato di Silvio Berlusconi e di Mediaset nella battaglia contro i francesi di Vivendi, ma decisivo per consentire alla proprietà cinese di chiudere l'operazione di compravendita e dare un grosso aiuto ai conti di Fininvest.
Report, la trasmissione di inchiesta sulla Rai, torna sul passaggio del Milan, dalla holding della famiglia Berlusconi a uno sconosciuto, persino in Cina, uomo di affari con sede a Honk Kong. La trasmissione, in onda quest sera, ripercorre le vicende degli ultimi mesi e i personaggi che ruotano attorno alla vicenda, con un riassunto di tutto quanto emerso finora, puntando soprattutto sul fatto che del club rossonero si parli ormai quasi esclusivamente per le vicende e i "misteri" finanziari che non per le imprese sportive.
Report ricorda come Fininvest non fosse più in grado di reggere economicamente le perdite che il Milan accumulava ogni anno e che la cessione fosse diventato oramai una necessità. Come raccontato da Repubblica nei giorni scorsi, la cifra che mister Li ha accettato di pagare l'anno scorso, guarda caso corrisponde alla nuova valutazione che Fininvest ha messo in bilancio, oltre 550 milioni, mentre soltanto nel 2013 ne valeva non più di 370. Proprio negli anni in cui i ricavi sono crollati.
Report, inoltre, ricorda l'inchiesta del corrispondente da Pechino del New York Times che ha cercato di rintracciare il patrimonio personale di mister Li, stimato in non più di 500 milioni, il quale ha chiuso una operazione che, dopo la campagna acquisti della scorsa estate vale più di un miliardo. Le sedi delle società che conrtrollano il Milan sono in realtà uffici, in quanto scatole vuote: come più volte ricordato, la controllante ultima del Milan si trova alle Isole Vergini, dopo aver rimbalzato tra Hong Kong e il Lussemburgo.
I FINANZIERI DELL'HARRY'S BAR - La trasmissione si concentra soprattutto su due finanzieri italiani che da tempo lavorano a Londra, Gianluca D'Avanzo e Salvatore Cerchione, che hanno collaborato con Elliott nell'operazione che ha portato al prestito di 303 milioni a Yonghong Li. Finora passati alla cronaca per aver prestato fondi alla famiglia Cipriani per il salvataggio prima e il rilancio dopo dell'Harry's Bar, con il titolare Giuseppe Cipriani passato nelle cronache rosa per la sua love story con Nicole Minetti, l'ex consigliera regionale di Forza Italia "da poco condannata in appello per favoreggiamento sdella prostituzione per il suo ruolo nelle feste del bunga-bunga di Berlusconi", come si ricorda in un passaggio della trsmissione.
D'Avanzo e Cipriani sono soci di Elliott, con un piccola quota nella catena di controllo delle società che, materialmente, hanno prestato i fondi a mister Li. Catena che ha la sua origine nel Delawere, secondo gli esperti il più antico paradiso fisvale al mondo, dove hanno sede l'80 per cento delle società anonime del globo.
La ricostruzione si conclude ricordando il fascicolo, per ora contro ignoti, aperto dalla Procura di Milano per indagare sulla provenienza dei fondi delle caparre versate da mister Li all'inzio della trattativa con Fininvest, dopo la asegnalazione di Bankitalia e l'iniziativa presa dal presidente della commissione consiliare Antimafia del comune di Milano, David Gentili che avrebbe voluto indagare sull'identità e il patrimonio di mister Li "per conoscere chi sia l'effettivo titolare delle società che hanno concessioni con la pubblica amministrazione - come ha risposto a una domanda di Report - come il Milan che per l'utilizzo di San Siro paga 7 milioni di euro all'anno".