ELLIOTT E LE STORIE TESE – ARCHIVIATO IL MISTERIOSO MISTER LI, IL MILAN E’ NELLE MANI DEL FONDO DI SINGER: SI VA VERSO IL CAMBIO DI CDA - LA PARTE ITALIANA, CAPEGGIATA DALL'AD FASSONE, È DESTINATA A RIMANERE MAGARI CON SCARONI PRESIDENTE. PER L' AREA SPORTIVA SI FA IL NOME DI PAOLO MALDINI – IL FONDO POTRÀ GESTIRE IL MILAN O RIVENDERLO ALL' ASTA PER 600 MILIONI (IN GIOCO I RICKETTS E COMMISSO)
Alessandra Gozzini per la Gazzetta dello Sport
Il Milan è una società calcistica fondata nel dicembre del 1899: ha fatto la storia in Italia, in Europa e nel mondo. Il pegno è invece un diritto di garanzia che un debitore riconosce al creditore sotto forma di un bene mobile, più o meno equivalente al prestito ottenuto. Le definizioni si sono ultimamente incrociate: il Milan è un club glorioso dato in pegno a Elliott, fondo speculativo americano. Ieri il vocabolario è tornato più che mai utile, aperto alla pagina del verbo «escutere», cioè all' azione legale con cui il debitore ottiene quanto dovuto. E quanto dovuto a Elliott era il Milan stesso.
Così, dopo aver infranto uno dei covenant (sinonimo di paletto) il fondo ha avviato la pratica per riscuotere la spettanza: partirà formalmente tra qualche ora, dopo aver concesso all' azionista in default il tempo di rientrare previsto dallo statuto. Ma Mr Li, da venerdì sera insolvente per non aver restituito i 32 milioni di ultima rata di aumento di capitale, non ripianerà. L' escussione verrà completata a breve e al suo completamento farà di Elliott il nuovo padrone del club.
NUOVI AMMINISTRATORI Tra i tifosi l' almanacco dei calciatori è stato sostituito dal vocabolario, l' album dei giocatori da quello dei possibili acquirenti.
La figurina di Yonghong si può definitivamente staccare: ieri sera, in lacrime, si è arreso. Lo stesso sembra si possa fare con quello di Rybolovlev: l' accordo con il magnate russo era sfumato nella tarda mattinata di ieri. In attesa di nuovi possibili compratori resta incollata quella di Rocco Commisso: una volta svincolatosi da Li potrà rivolgersi direttamente a Singer.
Restano, e non tra le riserve, la famiglia Ricketts e Ross. Resta, soprattutto, quella di Paul Singer che da oggi unisce le due competenze: presidente di Elliott e padrone del Milan. Dal vocabolario finanziario ecco la spiegazione di altre procedure.
Dalle parole si passa ai fatti. La prima garanzia che il pegno concede è il diritto di voto, facoltà che a Elliott permetterà di convocare un' assemblea dei soci della Rossoneri Lux di cui verranno cambiati gli amministratori. Eventualità peraltro già occorsa alla Rossoneri Champion Invest Lux, società partecipata da Elliott attraverso la Project RedBlack che controlla la Rossoneri Invest Lux, a sua volta proprietaria del club.
singer fondatore fondo elliott
Stessa circostanza - il cambio degli amministratori - si verificherà poi al Milan, ultima controllata della catena: in una settimana, dieci giorni al massimo, verrà modificata la composizione del cda, con l' uscita di scena dei consiglieri cinesi e l' ingresso di nuovi componenti indicati dal fondo statunitense.
La parte italiana, capeggiata dall' a.d. Fassone, è invece destinata a rimanere magari con Scaroni presidente. Nell' area sportiva quello di Paolo Maldini è un nome che torna con forza d' attualità: la settimana scorsa, a Ibiza, avrebbe incontrato rappresentanti del fondo.
fassone esce dallo studio legale gattai minoli agostinelli
ASTA Se l' era cinese è durata appena 452 giorni non è detto che, dall' altra parte del mondo, la questione si rovesci: i Singer, Paul e suo figlio Gordon, decideranno se rivendere subito la società o se gestirla, da soli o con dei soci, per poi cederla in trattativa singola o con l' organizzazione di un' asta internazionale. Oltre le parole stavolta si va sui numeri: ai 415 milioni circa che Elliott deve riavere vanno sommati i soldi che il fondo metterà per la gestione (100-150 milioni), e ancora i debiti in atto e altri valori per una cifra complessiva che si aggira oltre i 600 milioni che costituiranno la futura base d' asta.
AZIONE LEGALE C' è un ultimo modo con cui Yonghong, che pure ha trattato la vendita fino all' ultimo, potrà legare il suo nome al Milan. Non riguarda la possibile concessione di una proroga da parte di Elliott: Singer andrà da subito avanti per la sua strada. La via cinese è invece quella di un contenzioso legale basato sull' eventuale extra prezzo, cioè (di nuovo il dizionario finanziario) il guadagno, depurato del debito e di 32 milioni, che il fondo otterrà da una prossima rivendita. Mr Li sosterrà che quel denaro gli spetta, Elliott ovviamente si opporrà: la legislazione lussemburghese è solitamente favorevole al creditore.
Oltre alla Cina e l' America la notizia è girata ovunque, ovviamente anche in Svizzera e più di preciso a Losanna: il subentro di Elliott, con il conseguente azzeramento del debito, potrà - secondo fonti vicine a via Aldo Rossi - avere effetti positivi sul ricorso da presentare al Tas (dove la Fiorentina, e non l' Atalanta, si è costituita parte interessata nel giudizio), tanto che la memoria difensiva sarebbe in fase di revisione.
L' Europa farà eventualmente parte della nuova stagione che Fassone - ospite all' evento Puma - si augura «importante dopo un anno di rodaggio e cambiamenti». Oltre un pegno, il Milan vuole tornare a essere solo una squadra di calcio.
2. MILAN
Arianna Ravelli per il Corriere della Sera
Nessun colpo di scena, questa volta: Yonghong Li ha perso il Milan. Al di là di un' inevitabile coda in Tribunale, si chiude, dopo 15 mesi, e tra molti dubbi, l' era cinese del Milan. Non sarà certo rimpianta.
All' incomprensibile e spericolato mr Li (difficile dire quale dei due aggettivi prevalga: per esempio ora si scopre che non era neanche a Londra a gestire la trattativa, ma c' era solo il suo braccio destro Li Han che ha concluso in lacrime) non è riuscito l' ultimo e disperato tentativo di concludere un accordo di vendita della maggioranza con un soggetto che varie indiscrezioni hanno individuato essere il russo Dmitri Robolovlev. La trattativa, che tra vari alti e bassi è proseguita, sempre a Londra, non ha però portato alla firma di un accordo vincolante, e in serata, proprio mentre il Milan si apprestava a presentare le nuove maglie Puma, in un clima di attesa infinita e surreale, Elliott ha detto stop.
Era nei suoi poteri, dal momento che Li è in default dalla mezzanotte di venerdì scorso, quando ha mancato di rimborsare i 32 milioni versati dal fondo al suo posto come aumento di capitale. In serata ha quindi avviato l' escussione del pegno, cominciando con il sostituire gli amministratori della holding controllante del club. La procedura dovrebbe durare una settimana, dieci giorni.
Dopo, l' assemblea convocherà un nuovo cda, dal quale usciranno i membri cinesi e ne entreranno di nuovi, nominati da Elliott. Per il momento, resterà l' ad Marco Fassone, ma nessuno può escludere ulteriori cambiamenti. Secondo alcune indiscrezioni, Elliott potrebbe pensare di inserire nel cda Giorgio Furlani, manager portfolio che ha curato la pratica Milan dalle prime battute e tifoso rossonero.
Come detto, Li andrà di fronte al Tribunale del Lussemburgo, dove è intenzionato a far stabilire il «fair value», il valore corretto, del club. Elliott oggi ne prende il controllo per circa 370 milioni, ma secondo Li, che l' ha comprato per 740 da Fininvest (debiti compresi), vale molto di più. Perciò chiederà di essere tutelato e che l' eventuale extra guadagno di una successiva rivendita vada a lui, con Elliott che dovrebbe rientrare «solo» del suo prestito più interessi.
Non è un particolare di poca importanza, perché potrebbe incidere sulle mosse di Elliott. Se l' extra guadagno andasse a Li, Elliott sarebbe meno interessato a gestire il club per rivalutarlo e la vendita potrebbe quindi essere più rapida. In caso contrario, potrebbe tenersi il Milan per un po', fonti vicine al fondo parlano di questa stagione, e poi rivenderlo quando convinto di guadagnare il massimo. Il fondo di Paul Singer ha già avviato colloqui con la famiglia Ricketts, proprietaria dei Chicago Cubs, ma naturalmente rientrano in corsa tutti i soggetti che hanno mostrato interesse verso il Milan, a partire da Rocco Commisso.
Un capitolo si chiude. Restano, naturalmente, tante domande: perché mr Li ha perso un investimento di 698 milioni (tanti i soldi versati tra l' acquisto e gli aumenti di capitale) per aver mancato di rimborsarne 32? E perché, se sapeva di non averli, non ha accettato l' offerta di Commisso, con il quale è stato davvero molto vicino a chiudere? È davvero stato vittima del suo ultimo azzardo o c' è qualcosa che non si sa? Per ora l' unica spiegazione è che non ha retto più al peso dei debiti.
Il Milan proverà a ripartire. Intanto, davanti al Tas spera che il fatto di avere azzerato il debito (che era tutto verso Elliott) e di avere un' unica proprietà che garantisce la continuità aziendale possa aiutare.Ma l' Uefa ha già mostrato di non avere troppo in simpatia i fondi. Vedremo.