
SPROFONDO ROSSONERO - DOPO IL KO CON L’ATALANTA ESPLODE L’IRA DI BERLUSCONI: MILAN IN RITIRO, SE PERDE CON LA JUVE MIHAJLOVIC SALTA (PRONTO BROCCHI) - BLITZ A MILANELLO DI GALLIANI CHE STRIGLIA TECNICO E GIOCATORI - PER SINISA FUTURO ALLA LAZIO?
Enrico Currò per “la Repubblica”
La squadra in ritiro punitivo a Milanello, a oltranza. Mihajlovic esautorato di fatto da Berlusconi, che vuole sostituirlo con Brocchi, senza più prove d’appello. I giocatori che difendono l’allenatore e si assumono le colpe, per impedirne il licenziamento. Il vertice serale ad Arcore tra il proprietario furibondo e il suo braccio destro Galliani, impegnato a salvare il salvabile: la qualificazione alla piccola, piccolissima ma maledettamente importante Europa League.
Attraverso il sesto posto in campionato, ora minacciato dal Sassuolo che sta soltanto un punto dietro, oppure attraverso la conquista della piccola, piccolissima ma maledettamente importante Coppa Italia, nella finale del 21 maggio a Roma contro la Juventus.
SILVIO BERLUSCONI CESARE MALDINI
È lo stato delle cose al Milan, dove da quasi tre anni ormai il pozzo senza fondo della mediocrità sta inghiottendo ogni illusione e l’assenza dall’Europa sta diventando regola. Proprio la Juve di Allegri, in fuga per lo scudetto, sarà la prossima avversaria: una sconfitta sabato sera a San Siro, ipotesi non inverosimile, renderebbe concreto il timore del sorpasso del Sassuolo.
Chiunque sieda in panchina può fare al massimo il parafulmine. Intanto i fulmini inceneriscono l’ultima utopia di Berlusconi in campagna elettorale permanente. L’estrema invenzione è un Milan tutto giovane e tutto italiano. La scena di ieri pomeriggio dopo la disfatta con l’Atalanta, nel parcheggio dello stadio, sotto gli occhi dei giornalisti, racconta tutto alla perfezione. Mentre Mihajlovic spiega il ritiro («in genere non sono favorevole, ma è l’ultima soluzione»),
Galliani sale sul pullman col leader riconosciuto del gruppo, il portiere Abbiati, e col ds Rocco Maiorino. Loquaci politici del centro-destra hanno già diffuso la notizia dell’ira di Berlusconi: nell’intervallo, per l’1-1 dell’Atalanta in una partita che il Milan aveva in pugno grazie al gentile regalo del rigore di Stendardo dopo nemmeno 5’, e a maggior ragione alla fine, per il 2-1 di Gomez, imprendibile puffo giocoliere in mezzo a una difesa da presepe.
I calciatori non vogliono che Mihajlovic se ne vada, anche se poi, di fronte all’idea del ritiro, non tutti fanno salti di gioia. Bacca arriva da dieci giorni con la nazionale colombiana, Ménez ha mandato baci in tribuna e alla fine è rimasto sul campo a cercare con lo sguardo qualcuno, disinteressandosi alla cerimonia del saluto alla curva: cerimonia stanca, come la partita del Milan, nel giorno della scomparsa di Cesare Maldini, celebrato anche dai tifosi dell’Atalanta con un affettuoso striscione che lo accomunava a Cruyff.
Il ricordo dell’ultimo Cesare Maldini sulla panchina rossonera, chiamato proprio nel marzo del 2001 alla reggenza in coppia con Tassotti, evoca semmai il 6-0 nel derby con l’Inter, altro che ritiri a oltranza. Gattuso, ex dei non lontani tempi di gloria, è spietato: «Noi non l’avremmo mai accettato: non ce n’era bisogno».
Il Milan di ieri aveva bisogno di somigliare a una squadra e non c’è riuscito. Il rigore di Luiz Adriano lo ha messo in condizione di fare una passeggiata, solo che ha passeggiato sul serio. È scampato per un soffio al gol di testa (!) di Gomez. Ha sperperato il 2-0 con De Sciglio. Ha concesso metri su metri, ha sbagliato passaggi, ha perso contrasti, si è sbriciolato in mediana e in difesa. Il pareggio a fine primo tempo è stato il solito colpo d’artista di Pinilla, la sua famosa rovesciata.
Ma nel secondo tempo all’Atalanta non sono serviti capolavori. Le è bastata qualche azione in velocità: soprattutto quella con cui l’olandesino De Roon, pupillo di Van Basten, ha smarcato il funambolo Gomez per la coltellata nell’angolo. E allora ecco il ritiro, ben poco spirituale.