FERMI TUTTI! CI MANCAVANO SOLO “LE VELONE” DEL GOVERNO DUCIONI! DA MANUELA MORENO A HOARA BORSELLI FINO ALL’EX COMPAGNA DI ALEMANNO, DEBUTTA L'ASSOCIAZIONE DI "GIORNALISTE ITALIANE", UNA FALANGE DI AMAZZONI DEL MONDO DELL'INFORMAZIONE VICINA ALLA MELONI - L’INIZIATIVA, PROMOSSA DA GIOVANNA IANNIELLO RESPONSABILE DELLA COMUNICAZIONE DELLA PREMIER, FARÀ ATTIVITÀ DI LOBBY - IN SALA C’È PURE RITA LOFANO, FEDELISSIMA DI MARIO SECHI E DIRETTRICE DI AGI, AGENZIA NELLE MIRE DI ANGELUCCI…
Emanuele Lauria per la Repubblica - Estratti
Loro ci tengono a sottolineare, con mirabile sforzo, una trasversalità di fondo. Il superamento del gender gap , d’altronde, non ha colore politico. Ma il debutto delle “giornaliste italiane” si trasforma quasi subito in una passerella di ministri, esponenti della maggioranza e soprattutto dirigenti del mondo dell’informazione di area: molti uomini peraltro, a conferma che la parità di genere è per prima la destra a non coltivarla. Non ancora, almeno.
Piazza Venezia, nella prima giornata di primavera, saluta il raduno della nuova organizzazione che ha come principale ispiratrice Giovanna Ianniello, fedele portavoce della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La sede di Civita, associazione presieduta da Gianni Letta che ospita l’incontro, è piena: almeno duecento i presenti, con comodo sfogo sulla terrazza con vista sul palazzo che fu del Duce, e qui la metafora è fin troppo facile.
(...) A sostenere la bontà dell’operazione anche una ricerca di Social.com che dice che su trentotto direzioni di testate – giornali, radio e tv – solo sei sono appannaggio di donne. Con queste premesse nasce un’operazione che è un po’ sindacato e tanto lobby, inevitabilmente all’ombra di Palazzo Chigi.
E su cui la destra di governo mette platealmente il cappello: a battezzare le “giornaliste italiane”, logo con tricolore che richiama al simbolo di FdI, c’è Gennaro Sangiuliano, non distante dalla moglie Federica Corsini che è una giornalista Rai; c’è Nello Musumeci, la cui portavoce Silvia Cirocchi (ex compagna di Gianni Alemanno) è fra i motori primi dell’associazione; e c’è anche un ministro donna, Eugenia Roccella. La cerchia dei politici è completata dal capogruppo di FI al Senato Maurizio Gasparri. Ora, per carità, la volontà di dare almeno un patina bipartisan all’operazione è dimostrata dall’invito rivolto a professionisti di area decisamente diversa, come Flavio Alivernini, portavoce di Elly Schlein che si presenta rigorosamente da osservatore.
Ma sull’evento, a tradirne il senso, si fionda il settore allargato dell’informazione non ostile (eufemismo) a Meloni, in prima fila direttori e conduttori del servizio pubblico. Un elenco lunghissimo di “amici” di lunga o breve data che militano in Rai: Angelo Mellone (responsabile prime time), Paolo Corsini (approfondimento), Paolo Petrecca (alla guida di Rainews24 ) e poi i volti dei tg e delle rubriche: da Manuela Moreno alla vicedirettrice del Tg2 Maria Antonietta Spadorcia, da Cecilia Primerano ( Tg1 ) a Barbara Romano (ancora Tg2 ), e poi Roberto Inciocchi ( Agorà ), Annalisa Bruchi ( Restart ), Federico Ruffo ( Mi manda Raitre ), Elisa Calessi ( Porta a Porta ), Federica Frangi che nell’autunno scorso ha lavorato per un breve periodo a Palazzo Chigi. In platea non mancano i sospetti sul ruolo che l’associazione potrebbe prendersi anche nelle stanze della tv di Stato, in opposizione all’Usigrai.
giovanna ianniello con le colleghe silvia cirocchi e manuela moreno
In minoranza la rappresentanza Mediaset. Spicca l’immancabile opinionista Hoara Borselli, che nel curriculum ha la presentazione di diverse convention leghiste.
Il microfono va però alla giornalista parlamentare Ida Molaro, che apre la manifestazione con orgoglio: «Non siamo più “mogli di” o “figlie di”», sostiene. «Il fatto - rimarca - è che non ricopriamo ancora ruoli veramente importanti».
Un parterre che in fondo smentisce anche la narrazione di una presidente del Consiglio osteggiata dai mezzi d’informazione. In platea, oltre al direttore dell’ Adnkronos Davide Desario, c’è la collega dell’ Agi Rita Lofano, che alla guida dell’agenzia ha raccolto l’eredità di Mario Sechi, ex portavoce di Meloni, e che nella terrazza di Civita giunge nel giorno in cui la redazione è in sciopero per la possibile vendita della testata agli Angelucci, a rafforzare un polo editorale vicino alla destra. La rivincita culturale delle donne, numeri alla mano, è ancora agli inizi. Quella della destra è ampiamente cominciata.
PAOLO QUADROZZI GIOVANNA IANNIELLO PATRIZIA SCURTI GIOVANNA IANNIELLO