franky zapata

L’UOMO VOLANTE FINALMENTE CE L’HA FATTA! DOPO IL TENTATIVO FALLITO DEL 25 LUGLIO SCORSO, FRANKY ZAPATA È RIUSCITO AD ATTRAVERSARE LA MANICA CON IL SUO 'FLYBOARD AIR' (DI CUI È ANCHE INVENTORE) -  "ORA SOGNO DI CORRERE SOPRA LE NUVOLE" (CIAO CORE) - L'INVENZIONE DI FRANKY, BOCCIATA DAL PUNTO DI VISTA ECOLOGICO (VA A KEROSENE E CONSUMA TANTISSIMO) INTERESSA PER LE POSSIBILI APPLICAZIONI, MILITARI E CIVILI – VIDEO

Leonardo Martinelli per “la Stampa”

 

franky zapata

Testardo e coraggioso (forse anche un po' incosciente), Franky Zapata ce l' ha fatta. Ieri, alle 6 e 16 della mattina, si è piazzato su quella sorta di surf volante che è il suo Flyboard Air, di cui è anche inventore. Dalla spiaggia di Sangatte, nel Nord della Francia, si è innalzato verso il cielo: 22 minuti più tardi atterrava su St Margaret' s Bay, a Dover, dall' altra parte della Manica, sulla costa inglese.

 

Dato che il marchingegno ha un' autonomia di appena dieci minuti, l' uomo volante ha dovuto fermare la sua corsa per qualche istante su un battello, in mezzo al mare, per il rifornimento: proprio quella pausa, lo scorso 25 luglio, il giorno del primo tentativo, gli era costata cara. Era finito nell' acqua. Stavolta, invece, è subito risalito. «Sento che ho sfiorato i miei limiti», ha commentato al suo arrivo.

 

franky zapata

Vedendolo sfrecciare in aria a 160-170 km orari, la velocità che ha tenuto per quasi tutto il tragitto, si capisce il perché di quelle parole. L' impresa è una prodezza tecnologica (il Flyboard Air è il frutto di una lunga ricerca della società di Zapata, sovvenzionata anche dal ministero della Difesa francese con 1,3 milioni di euro) ma pure fisica. Per far funzionare il mezzo, infatti, si aziona la piattaforma, munita di cinque miniturboreattori, con un telecomando, ma poi bisogna controllarla con i movimenti del corpo.

 

Le applicazioni future Presa un po' alla leggera, a lungo quasi un fenomeno da baraccone, l' invenzione di Franky è ancora criticata, bocciata dal punto di vista ecologico (va a kerosene e consuma tantissimo), ma interessa sempre più per le sue possibili applicazioni, sia militari che civili. «Può servire a evacuare un ferito in zone di guerra - sottolinea Emmanuel Chiva, direttore dell' Agenzia pubblica di innovazione per la difesa - e anche per trasportare munizioni. E potrebbe diventare la piattaforma d' assalto di un commando».

Franky Zapata

 

Ieri Zapata ha approfittato del successo dell' avventura per annunciare che la sua azienda sta già preparando una nuova versione del Flyboard Air. Attualmente non può salire oltre i 150 metri d' altezza, ma per la prossima versione l' inventore punta a 2mila o forse 3mila metri, «per correre sopra le nuvole». Non solo: con la sua équipe sta progettando una vera auto volante. Il prototipo potrebbe essere pronto a fine anno. Questo attira molto alcune società che stanno lavorando nella stessa direzione, come il colosso aeronautico Airbus e Ratp, la società del trasporto pubblico di Parigi, che progettano assieme taxi volanti, da poter sperimentare già nel 2024.

 

La vicenda umana Quella di Franky è pure un' incredibile vicenda umana. Quarant' anni, alto appena un metro e 68, fisico atletico, agilissimo, abbandonò la scuola a 16 anni perché dislessico, disortografico e daltonico. Ma ha sempre avuto il pallino della meccanica.

Franky Zapata

Originario della zona di Marsiglia, si prese la sua rivincita nello sport. È stato campione di moto d' acqua, riuscendo a strappare il suo primo titolo mondiale nel 2007. Questo background gli serve anche in volo sul Flyboard Air, perché, come ha sottolineato, «è il cervello umano che partecipa per l' 80% all' equilibrio da mantenere sulla piattaforma». La sua esperienza conta.

Una volta abbandonato l' agonismo, ha fondato con la moglie Krystel, appassionata quanto lui, una società, che a Le Rove, non lontano da Marsiglia, fabbrica moto d' acqua e sperimenta in quel settore. Ha concepito innanzitutto il Flyboard, che, a propulsione idrica, riesce a sollevarsi nell' aria sopra le onde. Accompagnato da tre ingegneri nelle sue ricerche, Zapata è passato poi a lavorare sulla possibilità di volare, per lui «un sogno che mi porto dietro da bambino».

Franky Zapata

 

Siamo fra la tecnica, l' audacia, la prestazione fisica e il sogno. Sì, anche una buona dose di fantasia serve per imprese pioneristiche del genere. Pochi giorni fa il ministero della Difesa francese ha annunciato la creazione di una «red team» composta da 4-5 romanzieri di fantascienza (le loro generalità resteranno segrete), perché collaborino con gli ingegneri che concepiscono le tecnologie militari del futuro. Devono andare al di là dell' immaginabile e, come si legge in un documento interno del dicastero, «sfidare l' esercizio prospettico istituzionale». Far diventare realtà la fantascienza.

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