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FORMULA RICICLAGGIO - FONDI NERI NEL 'CIRCUS', C’È UNA PISTA CHE PORTA AGLI UOMINI DI ECCLESTONE – L’EX BOSS DELLA F1, SENTITO SU ORDINE DELLA PROCURA DI MONZA, RIGETTA OGNI ACCUSA - E ORA L' INDAGINE PUNTA SULLA NUOVA GESTIONE: "SULLE SPONSORIZZAZIONI È TORNATO TUTTO COME PRIMA"

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Estratto dell'articolo di Marco Mensurati e Fabio Tonacci per la Repubblica

 

Quando i finanzieri di Monza, interrogando e acquisendo documenti delle società inglesi Ara Service e Ad Evolution coinvolte nelle sponsorizzazioni gonfiate dei piloti di Formula Uno, si sono resi conto di aver trovato il "Sistema" del riciclaggio in Formula Uno, hanno cominciato a risalire il flusso del denaro convinti di poter arrivare molto in alto.

 

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Quella che avevano in mano - come ha raccontato la prima parte dell' inchiesta di Repubblica pubblicata ieri - era la radiografia di un sistema che garantiva la creazione di fondi neri attraverso una complicata triangolazione tra Dubai, la Svizzera, il Principato di Monaco, la Gran Bretagna. Ventitré procure italiane sono al momento sulle tracce dei primi 80 milioni di euro scoperti dalla procura di Monza e sottratti all' Erario. La classica punta dell' iceberg. Ma per capire chi ne tirava le reti e chi ne beneficiava, occorreva consegnarsi al vecchio motto di ogni buon investigatore: «Segui i soldi».

 

La squadra di Ecclestone Inseguendo il flusso di denaro, gli investigatori hanno osservato una tale capillarità e diffusione del "Sistema" da convincersi non solo che tutti, nell' ambiente, sapessero tutto, ma addirittura che ci fosse qualcuno, molto in alto nella piramide di controllo della Formula Uno, negli uffici della Fom (Formula One Management) per l' esattezza, che coordinasse le operazioni, e ne traesse vantaggio. Conferme, sia pure indirette, a questa ipotesi ne sono arrivate quando, analizzando le altre transazioni avvenute sui conti della Ara, dell' Ad e di una terza società saltata fuori successivamente ma utilizzata per le medesime attività, gli inquirenti si sono imbattuti in una congerie di fatture emesse a investitori internazionali di una grandezza superiore agli altri, due in particolare: la Red Bull e la Puma.

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Seguendo quelle transazioni i finanzieri hanno individuato tra i principali movimentatori di quei conti persone vicine a Bernie Ecclestone, fino al 2016 il padrone assoluto del circo della Formula Uno. In una missione quasi eroica, a pochi giorni dalla chiusura del primo filone dell' inchiesta quello cioè sui rapporti con la Sias, la società che gestisce l' Autodromo del Gran Premio d' Italia dalla quale è partito il lavoro del procuratore Walter Mapelli, gli uomini della Guardia di Finanza di Monza, hanno così interrogato persino Ecclestone in persona, che ovviamente ha respinto ogni accusa.

 

(…) La Federazione Internazionale dell' Automobilismo, chiamata in causa, sia pure indirettamente, dall' interrogatorio - come persona informata dei fatti - del procuratore Nicolas Todt (figlio del presidente Jean Todt) ha preferito aspettare la pubblicazione della seconda puntata dell' inchiesta di Repubblica. "Nessun commento", invece, da parte degli americani di Liberty Media.

 

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Il gioco continua Chiuso il secondo filone dell' indagine con lo spacchettamento e l' invio degli stralci alle 23 procure italiane, gli investigatori di Monza hanno ricominciato da qualche settimana a investigare la parte internazionale. Venerdì 20 aprile si sono presentati di buon' ora nel paddock dell' autodromo monzese prima della partenza della corsa della "Blancpain GT Series Endurance Cup" per interrogare una manciata di piloti e di manager alla ricerca delle nuove strutture attivate dopo che la prima discovery aveva "bruciato" i canali di Ara Service e Ad Evolution. «È come sospettavamo - sospira la fonte investigativa alla fine del primo giro di interrogatori - è ripreso tutto come prima».

 

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