GALLIANI DA COMBATTIMENTO - L’AD ROSSONERO NON CI STA A FARSI LOGORARE DALL’AMBIZIONE DI BARBARELLA E BATTE CASSA: ACCORDO SULLA LIQUIDAZIONE O ADDIO SUBITO

Monica Colombo per "Corriere.it"

Sarà comunque addio: con un accordo o sbattendo la porta è da vedere. Adriano Galliani è pronto a dare le dimissioni dal Milan la prossima settimana nel caso non venga trovata l'intesa sulla buonuscita e la conseguente liberatoria di Silvio Berlusconi. «Ho ricevuto un grave danno reputazionale, non ci sto più a farmi rosolare a fuoco lento».

Alle 9 della sera l'ad milanista è un uomo provato. Ha maturato la decisione di accelerare la separazione dal club a cui è legato da quasi 28 anni: non ha intenzione di aspettare il mese di aprile, quando nell'assemblea degli azionisti e nel cda si decide il rinnovo delle cariche, per abbandonare il Milan e dedicarsi a una nuova avventura. A dire il vero non ha nemmeno voglia di restare in sella fino alla fine dell'anno.

Dopo aver subìto quello che considera «un attacco di non ritorno», il vicepresidente ha finito la pazienza. Il 3 novembre scorso Barbara Berlusconi con un comunicato Ansa invocò un cambio di filosofia aziendale. «Negli ultimi due anni non si è speso poco, si è speso male» disse l'ereditiera 29enne, provocando rabbia e delusione nell'ad che ora si rifiuta di aspettare di essere liberato.

Trascorso un mese da quelle frasi, Galliani auspica di trovare in tempi brevi un accordo sulla liquidazione (se ne sta occupando Bruno Ermolli, uomo Fininvest). Se un'intesa non verrà raggiunta (aspettando qualche giorno, non settimane), farà un passo indietro.

L'incompatibilità di vedute con la figlia del Cavaliere, che sta già lavorando per il futuro del club, ha reso incandescente la convivenza nella stessa sede. Per motivi di etichetta e per una buona causa (la beneficenza per Fondazione Milan) lo scorso mercoledì Galliani ha fatto violenza a se stesso e si è presentato al gala organizzato da Barbara.

Ma dopo essere stato accusato di aver speso male nelle campagne acquisti delle ultime due stagioni e di non avere una rete di osservatori all'altezza di Roma e Fiorentina, il vicepresidente con orgoglio rivendica i risultati: «Negli ultimi cinque anni il Milan ha disputato la Champions League in tutte e cinque le edizioni. Che successi hanno ottenuto invece Roma e Fiorentina?».

Insomma, la situazione pare essere precipitata rispetto a quel sabato in cui l'ad, uscendo da Arcore dove aveva incontrato il Cavaliere e Fedele Confalonieri, dichiarava: «Silvio Berlusconi resterà per sempre il mio presidente» e meditava di continuare a lavorare per lui (in politica, come amministratore delegato di Forza Italia o nelle sue aziende, da Mediaset a Ei Towers). Probabilmente Galliani in queste settimane si sarebbe atteso una presa di posizione più netta da parte di Berlusconi che, invece, preso fra mille preoccupazioni politiche, ha tergiversato chiedendo all'amico di una vita di portare pazienza e restare al suo posto fino ad aprile.

Impossibile per chi si è sentito ferito a morte: il mondo si è capovolto in pochi giorni. Da dirigente più stimato del calcio italiano (entrato nella Hall of Fame della Figc, con una presidenza di Lega nel curriculum) si è ritrovato con l'etichetta di rottamato appiccicata addosso.

Ha perso l'entusiasmo di andare in sede, tanto che nei giorni scorsi ha fissato come punto di incontro per appuntamenti di lavoro una nota pasticceria del centro. La misura è colma, Catania rischia di essere la sua ultima trasferta. Resta da capire cosa succederà nel caso in cui un'intesa non venga raggiunta entro la prossima settimana. Una causa sarebbe l'epilogo peggiore per una storia durata quasi trent'anni.

 

 

Galliani e Barbara Berlusconi allo stadio durante Barcellona Milan Galliani e Barbara Berlusconi allo stadio durante Barcellona Milan FOTO GALLIANI BARBARA BERLUSCONIsilvio e barbara berlusconiFLAVIO BRIATORE SILVIO BERLUSCONI ANDRIANO GALLIANI IN TRIBUNA A SAN SIRO PER MILAN MALAGA ALLEGRI E GLORIA PATRIZI BRUNO ERMOLLI FRANCESCA COLOMBO INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO Fedele Confalonieri

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”