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SOPRA LA PANCA, L'ALLENATORE NON CAMPA – SONO MOLTI I TECNICI CHE HANNO DOVUTO ABBANDONARE IL LORO INCARICO PER LA PRESSIONE ECCESSIVA – NEL BASKET JASMIN REPESA, ALLENATORE DELLA FORTITUDO BOLOGNA, HA DATO LE DIMISSIONI DOPO AVER ACCUSATO UNA CRISI DI TACHICARDIA DURANTE UNA PARTITA - PRIMA DI LUI SACCHI LASCIÒ IL PARMA PERCHÉ NON RIUSCÌ A REGGERE ALLA PRESSIONE, MENTRE CESARE PRANDELLI SI DIMISE DALLA FIORENTINA DOPO AVER...

Luca Valdiserri per il "Corriere della Sera"

 

WALTER SABATINI

Bologna, nel 2020, è arrivata al primo posto nella classifica delle città italiane più vivibili, stilata dal Sole 24 Ore. Non ditelo, però, a chi ci lavora in ambito sportivo. Calcio e basket, in poche ore, hanno perso due punti di riferimento: l'allenatore della Fortitudo, Jasmin Repesa, e il coordinatore tecnico del Bologna (e del CF Montreal), Walter Sabatini. 

 

A Sabatini, dopo due anni e mezzo di lavoro per i club del presidente Joey Saputo, non sarà rinnovato il contratto di consulenza. Il feeling si era rotto da un po', la sconfitta di domenica contro l'Empoli è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per una frase pronunciata a caldo: «È stata costruita una squadra a c...». 

jasmin repesa

 

Più clamorosi i modi dell'addio di Repesa, che con la Fortitudo vinse lo scudetto 2005 (con ultimo canestro convalidato con l'instant replay), e che era appena ritornato con contratto triennale per rifondare la squadra che, nel campionato scorso, si è salvata a fatica. Alla fine della prima partita di campionato, in casa contro Reggio Emilia, per eccesso di stress Repesa ha dato le dimissioni: «Irrevocabili». 

jasmin repesa

 

Al suo posto torna Antimo Martino, l'allenatore della promozione dopo anni di inferno: contratto fino al 2023. L'espulsione nell'ultimo quarto della partita, poi persa dalla Fortitudo per un punto, avrebbe provocato a Repesa una crisi di tachicardia. Non è il primo caso e non sarà l'ultimo di tecnico messo k.o. dalla pressione eccessiva. 

jasmin repesa

 

Lo dicono tanti ex sportivi, passati poi ad allenare. Raccontano tutti la stessa cosa: da giocatore devi pensare solo a te stesso, da allenatore a un intero gruppo. Il caso-Repesa, però, rientra anche in un'altra specificità: il debito di riconoscenza. L'allenatore croato era tornato a Bologna perché quella squadra gli era rimasta nel cuore. 

 

arrigo sacchi

Successe lo stesso con Arrigo Sacchi («Ho sempre avuto il tarlo del perfezionista») al Parma. Lì era partita la sua grande avventura nel calcio, lì ha detto basta perché non reggeva più. Una decisione definitiva, dopo alcune prove generali all'estero che lui stesso raccontò così: «Dal Real Madrid me ne andai perché voleva fare tutto il presidente Florentino Perez; all'Atletico perdemmo tre partite di fila, avevo un contratto biennale blindato ma il presidente Gil era inaffidabile. Non la posso mandare via, mi disse. Risposi: può stare tranquillo, vado via io». 

prandelli

 

Anche Cesare Prandelli ha dato le dimissioni dalla Fiorentina, grande amore, nel marzo scorso. Dopo una sconfitta contro il Milan disertò la conferenza stampa per un (lieve) malore. Era un campanello di allarme, così come era capitato ad Agroppi, a Orrico, a Guidolin. Allenare è un lavoro ben pagato, ma usurante. Quasi quasi è meglio fare il commentatore in tv.

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