GOD SAVE THE QUEER! E’ STATO UN GRANDE ANNO PER L’ARTE CROSS-GENDER, DALLE SERIE TV ALLE CANZONI DI ANTONY HEGARTY, UNA FUSIONE DI GENERI CHE TRASCENDE QUALSIASI CATEGORIA (VIDEO)
VIDEO - ANTONY AND THE JOHNSONS - YOU ARE MY SISTER (OFFICIAL VIDEO)
Carl Wilson per “Slate.com”
C’è molto di impressionante nel nuovo documentario “Turning” del cantautore transgender Antony e dell’artista di video-queer Charles Atlas, ma è ancora più stupefacente la normalità che emana.
E’ basato sull’anno in tour successivo alla vittoria del “Mercury Music Prize” per il disco “I Am a Bird Now”, con i Johnsons, la band che prende nome Marsha P. Johnson, madre delle drag e leader di Stonewall. Le scene ospitano altre tredici fra donne, trans, cisgender, bellezze di ogni razza, età, taglia, che si esprimono come vogliono.
Come la trans del Bronx che racconta la prima volta che è salita su un palco, prima sentendosi estremamente vulnerabile, poi guadagnando fierezza di sé. Il docu-concerto è commovente e, a otto anni di distanza, risulta profetico anche nel titolo, “turning”, rotazione, metamorfosi. Quanti cambiamenti ci sono stati solo di recente?
Pensiamo alla serie “Orange is the New Black”, alla serie “Transparent”, al disco “Transgender Dysphoria Blues” della band Against Me! e del relativo documentario sulla transizione della cantante Laura Jane. Tutto riflette l’ondata di attivismo trans, l’accettazione, sebbene ancora minima, della loro identità.
Si dibatte sull’uso di pronomi adeguati, sui bagni per trans, sul diritto all’inclusione e all’uguaglianza. E’ tutto frustrantemente lento, ma il progresso c’è. Si può essere etero, eppure essersi formati su artisti, canzoni, attivisti, secondo i quali il genere è una costruzione sociale, uno schema inculcato sin dall’infanzia. Le qualità della persona sono immutabili, non dipendono dal genere.
La voce di Antony è insieme quella di una diva e di un ragazzo del coro. Antony ha mantenuto il suo nome maschile e veste in maniera effeminata e monacale, offrendo una fusione di generi che trascende qualsiasi categoria. In “Turning” queste creature fantastiche e fantasiste esigono dei riconoscimenti, sono spiriti che cercano voce, nei modi più diversi, come animali femminili, chimere, o canta Antony, come “una ragazza uccello che si è innamorata di un ragazzo morto”.
La tv comincia a raccogliere queste voci. Così come la musica. Vedi il nuovo disco del produttore venezuelano Arca (Alejandro Ghersi), che è gay e fa musica elettronica. Lo ha intitolato “Xen”, nel video c’è un essere né uomo né donna, un ibrido digitale con un culo monumentale che inventa più contorsioni anatomiche di quanto Kim Kardashian possa immaginare. Pensiamo al drag rap di Mykki Blanco, e al trans producer Dj Sprinkles.
Anche a livello mainstream, le implicazioni sono più profonde di quanto sembrino. Ad esempio la serie “Transparent” poteva essere comedy-drama di un padre che si dichiara trans e della famiglia convenzionale che devi adattarsi alla situazione, invece l’aspetto psicosessuale è ben trattato, forse perché la creatrice Jill Soloway racconta la storia vera di suo padre e non si è mossa senza consultare persone trans.
Maura, trans protagonista della serie, ricorda spesso Antony. Nei suoi gesti quotidiani, nella normale vita in un appartamento, nel modo in cui si veste o in cui parla, piano, delicatamente. Queste figure, dichiarate uomini alla nascita, diventano donne non perché le mettono in scena, ma semplicemente essendolo, costringendo l’ambiente a prendere la forma del fatto, così come fa una sala concerto con una canzone.