GRAVINA NON LO FERMA PIU’ NESSUNO – IL PRESIDENTE FIGC DOPO IL TRIONFO A WEMBLEY LANCIA LA CANDIDATURA PER ORGANIZZARE IN ITALIA L’EUROPEO DEL 2028: “E ORA STADI NUOVI PER CONVINCERE L’UEFA”. SUL TAVOLO 600 MILIONI DI EURO – SULL’APERTURA DEGLI STADI: “VOGLIAMO ARRIVARE A UTILIZZARE IL GREEN PASS IN MODO RAPIDO E RENDERLO EFFICACE ANCHE NEI NOSTRI IMPIANTI” – IL PRESIDENTE DELLA SERIE A DAL PINO IN PRESSING: "IL 22 AGOSTO VOGLIAMO VEDERE GLI STADI PIENI"
G.Buc. per “La Stampa”
L'idea parte da lontano. E l'idea, nelle ultime ore, ha preso forma: l'Italia si candiderà per organizzare gli Europei in agenda nel 2028. Un salto in avanti che trova la sua logica nella volontà di rifarci il trucco con stadi che guardano al futuro e un salto in avanti che si scopre più credibile ora che il nostro calcio è tornato sul tetto d'Europa.
Il presidente della Figc Gabriele Gravina esce allo scoperto: «Vogliamo candidarci ad Euro 2028. Ci sarebbe anche l'ipotesi del Mondiale 2030, ma dovendo ragionare per gradi direi gli Europei in calendario tra sette anni...». Ragionare per gradi si traduce in una riflessione su quale dei due progetti avrebbe maggiori garanzie di successo: in Europa la nostra immagine è quella di una Nazionale bella e divertente, coraggiosa e unita, variabili che si aggiungono alla maggiore fattibilità di un Europeo rispetto ad un Campionato del Mondo con più squadre (32 rispetto alle 24), più stadi, più investimenti.
Il percorso è lungo, la decisione da prendere in poco tempo: entro la prossima primavera bisognerà presentare all'Uefa il dossier della candidatura. «Dobbiamo avviare il processo per la costruzione o il rifacimento dei nostri stadi: non avrebbe senso chiedere gli Europei dando la sensazione di averli per sistemare la questione impianti da gioco. Il primo passo va fatto subito...», il pensiero di Gravina.
Sul tavolo ci sono già ben 600 milioni di euro per sette stadi: Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Verona, La Spezia ed Empoli grazie al preziosissimo impegno dell'Istituto per il Credito Sportivo guidato dal presidente Andrea Abodi nel ruolo di advisor o finanziatore. Concorrenza inglese Da chi dovremmo guardarci nella corsa ad Euro 2028? In campo potrebbe scendere l'Inghilterra per una nuova sfida ad altissimo livello: gli inglesi ci stanno pensando da un po', ma sulle loro possibili chance di vittoria pesano la cattiva gestione dell'atto finale dell'Europeo appena concluso (l'Uefa ha aperto un'inchiesta sui fatti di Wembley) e il fatto che proprio Euro 2020 si sia svolto, per la sua gran parte, a Londra con i ragazzi di Southgate impegnati a Wembley per sei delle loro sette partite fino alla finalissima.
Oltre alla nazione dei Tre Leoni, all'organizzazione dell'evento del 2028 guarda anche la Turchia, eterna sconfitta sul traguardo prima per Euro 2016 andato alla Francia e, poi, per Euro 2024, il prossimo, che si disputerà in Germania. E oltre alla Turchia ci potrebbe essere una candidatura della Romania insieme alla Bulgaria e alla Grecia.
mattarella gravina italia inghilterra
L'Italia ragiona in grande e, adesso, può farlo con estremo orgoglio. «Il trionfo azzurro - sottolinea Gravina - dà impulso al Paese concorrendo a regalarci più credibilità e stima da parte di chi ci osserva: tutte le maggiori ricerche traducono in 12 miliardi, lo 0,7 per cento del Pil, l'effetto del successo di Wembley...». L'Italia aspetta i primi giorni di settembre per riabbracciare la sua Nazionale chiamata a tre duelli con in gioco punti verso il Qatar 2022: Bulgaria, Svizzera e Lituania gli ostacoli da superare. Nell'attesa, via alla predisposizione delle mosse per licenziare il dossier: il primo passo sarà il coinvolgimento formale del governo, sensibile e presente quando si tratta di dare luce al sistema paese.
L'Europeo 2028 è l'obiettivo, il Mondiale 2030 poteva esserlo, ma se nel caso, servirebbe un alleato per superare le criticità che si accompagnano ad una svolta tanto globale. La macchina per rifare, o ristrutturare, gli stadi è già in piedi, occorre dare una scossa: niente è più forte della possibilità concreta di ospitare il campionato d'Europa.
DAL PINO
(ANSA) La Lega di Serie A "con tutti i 20 club, la Federcalcio, hanno inviato lettere alle istituzioni per chiedere il ritorno al 100% degli spettatori alle partite. Non è una richiesta folle: spingiamo gli italiani a vaccinarsi visto che finora solo il 45 per cento della popolazione sopra i 12 anni lo ha fatto". Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera Paolo Dal Pino, presidente della Lega di A. Il calcio "è un volano sociale incredibile e nel momento in cui consentissimo ai nostri fan muniti di green pass di accedere alle tribune - aggiunge - forniremmo un contributo decisivo per mettere in sicurezza tutto il Paese".
Il precedente governo "ha dimostrato zero sensibilità nei confronti delle criticità avanzate dalla Lega serie A e dalla Federazione. All'epoca i rapporti erano inesistenti, ora con la sottosegretaria Vezzali sono ripresi, senza contare che nei confronti del ministro Giorgetti c'è grande apprezzamento e la figura di Mario Draghi parla da sola". Il successo agli Europei "ha contribuito a una spinta in alto dello 0,7% del Pil.
Il calcio ha una tale dimensione sociale da essere in grado di creare opportunità di business per le aziende"; produce un gettito fiscale importante, "eppure da diciotto mesi le società non hanno ricavi dal botteghino e gli incassi dagli sponsor hanno subito un calo drastico: abbiamo subito perdite per 1 miliardo e 200 milioni di euro". Ora "chiediamo di collaborare con le istituzioni al fine di ottenere un pacchetto di misure fiscali ad hoc, non in una logica di sussidio ma di investimento". Il Cts "sta studiando le richieste di Lega serie A e Federcalcio". Se il governo acconsentisse alla capienza del 50 per cento degli stadi Dal Pino non sarebbe soddisfatto, "siamo orientati sul 100 per cento della capienza".