HASTA SIEMPRE, GALEANO - CHE GUEVARA, VARELA E LE VENE APERTE DELL’AMERICA LATINA: IN GLORIA DELLO SCRITTORE MILITANTE CHE HA RACCONTATO SPLENDORI E MISERIE DELLE UTOPIE E DEL CALCIO

galeano 4galeano 4

Gianni Mura per “la Repubblica”

 

«Non ho un dio. Se lo avessi, gli chiederei di non farmi arrivare alla morte. Ho ancora molto da camminare. Ci sono lune alle quali non ho ancora abbaiato e soli che non mi hanno ancora acceso». Con o senza un dio, è arrivato un tumore al polmone e così è morto Eduardo Galeano, ieri mattina, nella stanza 503 dell’ospedale del Sindacato Medico di Montevideo. Dov’era nato il 3 settembre 1940, dov’era vissuto prima e dopo i lunghi anni d’esilio. Gli ultimi anni nel quartiere Malvin. Cenava spesso in un ristorante italiano, ai muri foto che lo ritraevano con Saramago, Skármeta, con il cantautore catalano Joan Manuel Serrat.

 

galeano 5galeano 5

Il suo libro più famoso, Le vene aperte dell’America Latina , lo scrisse a 31 anni. Era un appassionato e documentato grido anticolonialista, partiva dal periodo precolombiano e arrivava alle multinazionali del petrolio e delle banane, a tutti quelli che avevano sfruttato le ricchezze di un continente lasciandolo sempre più povero, analfabeta, schiavo.

 

Non è questo il momento migliore per stilare una classifica di grandezza degli scrittori sudamericani e cercare un posto a Galeano nella lista dei Borges, Coloane, Benedetti, Cortázar, Rulfo, García Márquez, Mutis.

 

Li ha incrociati, frequentati, anche impaginati. Quando si dice la vocazione: a 21 anni dirigeva la rivista Marcha , cui collaboravano, tra gli altri, Mario Benedetti e Mario Vargas Llosa. Poi diresse Epoca , altra testata di sinistra. Nel ‘73, quando i militari presero il potere, fu incarcerato, poi riparò in Argentina. Ancora militari al potere (Videla) e molto sbrigativi nei confronti dell’opposizione. Il nome di Galeano figura nella lista nera dei condannati dagli “squadroni della morte”. Altro esilio, in Spagna, e di nuovo in Uruguay nel 1985, con il ritorno della democrazia.

galeano 2galeano 2

 

Tra le sue opere: la trilogia di Memoria del fuoco, La conquista che non scoprì l’America, Splendori e miserie del gioco del calcio, Un incerto stato di grazia (con Sebastião Salgado e Fred Ritchin), Specchi, Le parole in cammino, Il libro degli abbracci, Giorni e notti d’amore e di guerra, Le labbra del tempo, I figli dei giorni (pubblicati in Italia da Sperling & Kupfer).

 

Nel 2009 Hugo Chavez, presidente del Venezuela, regalò a Obama l’edizione inglese di Le vene aperte, dicendogli che si trattava di un’opera fondamentale per capire l’America Latina. Non è dato sapere se Obama l’abbia letto. Si sa però che Galeano ha preso le distanze dal suo libro più famoso, che quel giorno del duetto Chavez-Obama ebbe una prodigiosa impennata nelle classifiche di Amazon: era oltre la sessantamillesima posizione e risale nelle prime dieci.

 

galeano 1galeano 1

«Non ho voglia di rileggerlo», disse Galeano, criticando la sua relativa ignoranza in fatto di economia. Fondamentalmente, Galeano si è sempre considerato un giornalista. Non uno storico, non un economista, non un romanziere, non un poeta. Uno «che ha imparato a raccontare nei vecchi caffè di Montevideo». Uno che si definiva «uno scrittore ossessionato dalla memoria». E come si diventa scrittori? «Guardando e ascoltando. Per questo abbiamo due occhi, due orecchie una sola bocca». Già, parliamo di parole. «Uso soltanto quelle che possono migliorare il silenzio».

 

Ne ha usate tante e ha migliorato un silenzio sinonimo di indifferenza, ignoranza, stanchezza, rassegnazione. Tra le frasi più citate, dal diario degli adolescenti ai propositi dei vecchi combattenti, quella sull’utopia: «È come l’orizzonte, cammino due passi e si allontana di due passi. Cammino dieci passi e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile. Allora, a cosa serve l’utopia? Serve per continuare a camminare».

 

Nelle sue pagine la critica ha scorto parentele con Faulkner e Dos Passos, Lorca e Pasolini. È stato certamente uno scrittore militante, ai tempi s’era candidato con Pepe Mujica nel Frente Amplio. Da ossessionato della memoria, era legato a Che Guevara: «Aveva capito che la vita è darsi, e si è dato».

 

Eduardo GaleanoEduardo Galeano

Spesso Galeano usa una prosa che, salgarianamente, vien da definire lussureggiante. Dentro ci sono i colori dei mercati guatemaltechi, il calore delle passioni e degli sguardi, la malinconia di chi è nato in un Paese di emigranti che confina con altri Paesi di emigranti. Aveva radici gallesi, Galeano (il secondo cognome è Hughes) e forse, da parte dei bisnonni paterni, venete.

 

Aveva anche un modo brechtiano di descrivere il Sistema: «I funzionari non funzionano. I politici parlano ma non dicono. Gli elettori votano ma non scelgono, I mezzi d’informazione disinformano. I centri d’insegnamento insegnano a non imparare. I giudici condannano le vittime. I militari sono in guerra contro i loro compatrioti. I poliziotti non combattono i delitti perché sono troppo occupati a commetterli. I fallimenti si socializzano, gli utili si privatizzano. È più libero il denaro che la gente. Le persone sono al servizio delle cose».

galeano cover librogaleano cover libro

 

Gli piaceva il calcio, tanto da dedicargli un libro intero, anche se la sua storia è triste «perché passa dal piacere al dovere». Non gli piaceva la sinistra che snobba il calcio in quanto oppio dei popoli (qui evidente la vicinanza con Pasolini). Si definiva «mendicante di bellezza» e si specchiava solo in Messi. Però sapeva a memoria la formazione tipo dell’Inter del Mago (Sarti, Burgnich, Facchetti ecc).

 

Con Osvaldo Soriano, Galeano è la stella (uruguayana) nel cielo dei giornalisti sportivi che non vivono di solo 4-3-3. Ha scritto: «Come tutti gli uruguagi avrei voluto essere calciatore. Giocavo benissimo ma solo di notte, mentre dormivo. Durante il giorno ero il peggiore scarpone mai apparso sui campetti del mio Paese». Ma anche: «Se non ci fosse il diritto di sognare tutti gli altri diritti morirebbero di sete».

 

Ci teneva agli etimi: «Democrazia, parola che significa potere del popolo, è stata umiliata fino a ridursi al contrario di giustizia». E ancora: «Ricordare deriva da re-cor, significa ripassare dalle parti del cuore». Non faceva sconti: «La carità è verticale, va dall’alto al basso. Non mi piace. La solidarietà invece è orizzontale, ha rispetto degli altri».

obdulio varelaobdulio varela

 

Si era appuntato un cartello degli Indignados spagnoli: «Se non ci farete sognare, non vi faremo dormire». Credeva nella grandiosità delle piccole cose. Dalle parti del cuore non ha mai smesso di abitare né di scrivere. Mi piace immaginarlo come un ambulante di generi un po’ così, la dignità e la speranza. A cosa serve, in definitiva, leggere Eduardo Galeano? A non smettere di sognare, di lottare e di stare, per quanto è dato, dalle parti del cuore.

galeano cover libro 1galeano cover libro 1

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…