LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI - GOLFO IN FIAMME PER HIGUAIN SQUALIFICATO (MENTRE AURELIONE SI ABBRONZA ALLE MALDIVE) - IL GIUDICE TOSEL CADE NEL TRANELLO DI UNA RADIO: “DE LAURENTIIS NON È AMATO, MENTRE AGNELLI HA UN ALTRO MODO DI ATTEGGIARSI”
Claudio Savelli per “Libero Quotidiano”
La stangata è arrivata, 4 giornate a Higuain e un occhio nero al Napoli. A far male ai partenopei, però, non è l' entità della squalifica al Pipita, ampiamente pronosticata, bensì le modalità, i retroscena e il comportamento del giudice sportivo Giampaolo Tosel. Tanto che una nube di polemiche ha ingoiato l' intero campionato.
Primo fatto: Tosel è stato vittima ieri mattina di uno scherzo telefonico su «La Radiazza», trasmissione di Radio Marte. Il giudice è convinto di parlare con un suo amico (tale Raimondo Ubini) e non sa, invece, che il suo interlocutore è Gianfranco Simioli, attore napoletano: così risponde serenamente.
aurelio de laurentiis allo stadio
L' episodio è di per sé grave, in primis perché il giudice sportivo parla apertamente e in via ufficiosa della squalifica di Higuain, confermando anche le giornate di stop («Una per l' espulsione, più tre per la condotta successiva») oltre due ore prima del comunicato ufficiale («cosa mai vista», dice Giancarlo Abete, vicepresidente Uefa).
E in secondo luogo perché Tosel fa riferimento ad un «accordo decennale con la stampa», non scritto, secondo il quale lui rende conto «da sempre» ai giornalisti che lo chiamano degli aspetti tecnici delle decisioni, incurante del fatto che queste ultime non siano ancora ufficiali.
Seconda considerazione: il giudice sportivo di Serie A non "decide". Si limita a trasformare le righe scritte dall' arbitro in merito ad un provvedimento disciplinare in un numero "x" di giornate di squalifica. Lo dice proprio lui, Tosel: «La mia decisione si basa su atti pubblici ufficiali che sono i referti, su quello che hanno scritto gli arbitri. Da quello ne consegue l' entità della squalifica. Non sono pagato per vedere la televisione».
Al di là del referto, pare quindi non esistere un ragionamento che porti alla decisione: Tosel traduce in sanzioni il referto compilato dall' arbitro a caldo dopo la gara. Come se la giustizia sportiva in questo caso fosse una specie di intelligenza artificiale, esente da riflessioni su un' eventuale presa di posizione che possa coinvolgere la corte federale: la squalifica di un giocatore, di fatto, la decidono gli arbitri scegliendo una parola piuttosto che un' altra.
Ad esempio: se, come nel caso di Higuain (stando al referto ha detto «vergognoso» a Irrati), un giocatore tocca il direttore di gara e quest' ultimo poi scrive «veniva esercitata pressione», Tosel traduce in «condotta violenta» e fa scattare le 8 giornate minime, da regolamento.
Se invece l' arbitro si limita ad un «appoggia le mani», allora è «atto irriguardoso» o «condotta ingiuriosa» che comporta tre giornate di squalifica. L' altro strascico della vicenda è l' ammiccare di Tosel alle differenze tra Napoli e Juve. Incalzato dal conduttore sulla disparità di trattamento («Non è che siccome si trattava della Juve, Rizzoli ha evitato di riferire l' episodio di Bonucci mentre per Higuain Irrati ha prontamente preso nota?», chiede Simioli), risponde:
«Non sono pagato per guardare la tv. Posso solo dire che di Bonucci non c' era traccia nel referto arbitrale... E io mi riferisco al dato obiettivo». Il mondo Napoli legge tra le linee della malafede, interpretando parole e toni di Tosel. Anche perché, subito dopo, il nostro cade nel tranello e dice:
«Diciamo che De Laurentiis non è amato, è scontato, mentre Agnelli ha un altro modo di atteggiarsi». È soprattutto questo ad aver scatenato il putiferio sotto il Vesuvio e sui social, mentre la squalifica in sé viene considerata capibile, anche se il club annuncia ricorso ritenendola «ingiusta e eccessiva», come il turno di stop a Sarri. I tifosi del Napoli invocano le dimissioni di Tosel e una presa di posizione ufficiale della società: ma De Laurentiis pare sia alle Maldive, e chissà se mare e sole portano consiglio.