
“HO SGANCIATO BOMBE IN LIBIA CONTRO GHEDDAFI” - PARLA BJORN MANNSVERK, L’EX MILITARE NORVEGESE MENTAL COACH DEL BODO GLIMT CHE DOPO IL 2-0 DELL'ANDATA SFIDA LA LAZIO PER CONQUISTARE UNA STORICA SEMIFINALE DI EUROPA LEAGUE: "PILOTI DI CACCIA E CALCIATORI SONO SIMILI IN DUE CONCETTI BASE: LA CONCENTRAZIONE E LA RICERCA DEL MIGLIORAMENTO DELLA PRESTAZIONE" - "NON HO MAI RINNEGATO IL MIO PASSATO. PRIMA DEL BODO, IL RAPPORTO CON IL CALCIO ERA..."
Stefano Boldrini per ilfattoquotidiano.it
Bjorn Mannsverk mental coach bodo glimt
Banalmente, si potrebbe dire che il compito di un mental coach, nel caso specifico al servizio del Bodo Glimt, impegnato giovedì nel ritorno dei quarti di Europa League contro la Lazio, sia quello di preparare i giocatori a reggere l’urto di una squadra ferita (2-0 all’andata per la squadra norvegese) e pronta ad aggredire l’avversario.
Un lavoro non facile, considerato che il gruppo di Kjetil Knutsen, forte in casa, perde consistenza in trasferta. I numeri, limitandosi al percorso europeo, compresi i preliminari di Champions League, sono eloquenti: 9 successi e 1 ko nell’Aspmyra Stadion, 4 sconfitte, 3 successi e 2 pareggi fuori. Il Bodo Glimt non ha un mental coach qualsiasi.
Dal 2017 si affida infatti a Bjørn Mannsverk, 56 anni, ex pilota di caccia della marina.
Nel 2011, partecipò a operazioni della NATO che bombardarono la Libia di Gheddafi. Chiusa la vita militare, Bjorn Mannsverk si è convertito nel ruolo di “allenatore mentale”. Ha scritto due libri: “Kampklar” e “Auto–Pilot”, quest’ultimo realizzato con la collega Gunn Elisabeth Habjorg, che lo affianca nel Bodo e con la quale ha elaborato il programma “Our Way – The Athlete”. L’ex pilota è sbarcato a Roma per sostenere il Bodo in una missione storica per il club norvegese: la conquista delle semifinali di Europa League.
Perché un ex pilota di caccia diventa mental coach?
Nel mio caso, è stato abbastanza causale. Non ho svolto corsi specifici, se non quelli della mia esperienza di militare. Prima del Bodo, il rapporto con il calcio era praticamente zero. Una sola volta seguii una partita della nazionale, ma alla fine del primo tempo, annoiato, cambiai canale. Quando abbandonai la divisa, cercai di convertire la mia cultura di leadership in qualcosa di concreto. Nel 2017 ci fu un contatto con il Bodo che cercava una figura identificabile come un mental coach e iniziò quest’avventura.
Bjorn Mannsverk mental coach bodo glimt
Come ha sviluppato il suo ruolo di allenatore della mente?
Cerco di costruire una cultura specifica, parlando con le persone e fornendo loro consigli. Non ho un’istruzione formale, non so neppure che cosa sia realmente un mental coach, ma tutti mi chiamano così. Ero un pilota di caccia e ora mi occupo di sport. All’inizio lavoravo con i singoli giocatori. Adesso si procede in gruppo.
La connessione possibile tra un pilota di caccia e un calciatore?
Due concetti base: la concentrazione e la ricerca del miglioramento della prestazione. Un pilota deve essere sempre focalizzato sul suo lavoro perché può entrare in azione in qualsiasi momento. Il calciatore deve essere concentrato nel suo ruolo di professionista non solo in partita o in allenamento, ma anche nella vita quotidiana: il mangiare e il dormire, per esempio, sono aspetti fondamentali.
Nel suo curriculum di pilota, c’è la partecipazione a missioni Nato in Libia in cui furono sganciate bombe: come convive con il suo passato?
Ero mentalmente preparato per tutto e in quel momento quella era la missione da svolgere. Non ho mai rinnegato il mio passato perché sapevo quali fossero i miei compiti di militare.
Bjorn Mannsverk mental coach bodo glimt
Perché il Bodo ha questa differenza di rendimento tra le gare in case e quelle in trasferta?
Il fondo del nostro stadio, in sintetico, favorisce un calcio più veloce. Giocare sull’erba naturale in alcune situazioni ci penalizza. Quando andiamo in trasferta paghiamo spesso anche il cambio di clima: passare dalle nostre temperature a quelle più miti, talvolta con uno sbalzo di venti gradi, impatta sulle prestazioni.
All’andata il Bodo avrebbe potuto vincere con uno scarto maggiore: la tenuta mentale dei giocatori può essere chiamata in causa?
Sicuramente questo è uno dei nostri problemi: in attacco dobbiamo essere più concreti. Bisogna lavorare anche nella mente per migliorare le nostre prestazioni di fronte la porta avversaria.
Le altre insidie della gara dell’Olimpico?
Il Bodo avrà mille tifosi al seguito, ma la Lazio sarà sostenuta da uno stadio intero: la cornice ambientale impatta sul rendimento dei calciatori.
Il suo lavoro in questi giorni?
Bjorn Mannsverk mental coach bodo glimt
Ho parlato molto prima della gara di andata. In questa vigilia, sarà molto importante il dialogo interno del gruppo squadra, giocatori con i giocatori e giocatori con l’allenatore. La linea da seguire è quella di concentrarsi sul lavoro da svolgere, senza farsi sovrastare dalla pressione.
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