I CELEBRI “GIRASOLI” DI VAN GOGH FINISCONO IN TRIBUNALE! GLI EREDI DEL BANCHIERE EBREO TEDESCO PAUL VON MENDELSSOHN-BARTHOLDY, CHE LIQUIDO' LA SUA COLLEZIONE PER EVITARE LE RAPPRESAGLIE NAZISTE", CHIEDONO LA RESTITUZIONE DI UNA VERSIONE DEL CAPOLAVORO DI VINCENT VAN GOGH CHE OGGI È PROPRIETÀ DELL’AZIENDA GIAPPONESE SOMPO HOLDINGS O IN ALTERNATIVA 750 MILIONI DI DOLLARI – L’OPERA SAREBBE STATA VENDUTA CON LA "COERCIZIONE NAZISTA" NEL 1934.
Da lastampa.it
I celeberrimi "Girasoli" di Vincent Van Gogh finiscono davanti a un tribunale statunitense che dovrà aprire un processo per una rivendicata proprietà: quasi 80 anni fa il quadro sarebbe stato venduto con la "coercizione nazista".
Gli eredi di Paul von Mendelssohn-Bartholdy, banchiere ebreo tedesco di Berlino che liquidò la sua vasta collezione d'arte per evitare le rappresaglie naziste, hanno intentato una causa il 13 dicembre contro l'attuale proprietario del famoso dipinto del pittore olandese un tempo in suo possesso.
I querelanti, come riferisce "The Art Newspaper", sostengono che la Sompo Holdings, società assicuratrice con sede in Giappone, era pienamente consapevole del fatto che "I girasoli" (1888) fosse una "vittima delle politiche naziste" e ha proceduto al suo acquisto nonostante il contesto storico della sua precedente vendita. I discendenti di Mendelssohn-Bartholdy - Julius H. Schoeps, Britt-Marie Enhoerning e Florence Von Kesselstatt - sostengono che la Sompo Holdings sia stata "sconsideratamente indifferente" al passato del dipinto, un'affermazione che Sho Tanka, portavoce della Sompo, ha contestato.
«Sompo respinge categoricamente qualsiasi accusa di illecito e intende difendere con forza i propri diritti di proprietà sui Girasoli», ha dichiarato Tanka, aggiungendo che il predecessore di Sompo, Yasuda Fire & Marine Insurance Company, si era procurato il Van Gogh da un'asta pubblica di Christie's a Londra nel 1987. «Per oltre 35 anni, il Sompo Museum of Fine Art di Tokyo ha esposto con orgoglio i Girasoli».
Mendelssohn-Bartholdy vendette i Girasoli e altri pezzi della sua collezione nel 1934, temendo che il regime nazista nei confronti degli imprenditori ebrei lo avrebbe reso un bersaglio. Morì l'anno successivo. Nella denuncia di 98 pagine presentata dagli eredi si afferma che il banchiere «non ha mai avuto intenzione di trasferire nessuno dei suoi dipinti e che è stato costretto a farlo solo a causa delle minacce e delle pressioni economiche del governo nazista».
Yasuda Fire & Marine acquistò il dipinto di Van Gogh per 39,9 milioni di dollari (tasse incluse) nel 1987 - stabilendo all'epoca un nuovo record per l'opera d'arte più costosa venduta all'asta - e alla fine lo mise in mostra permanente nel museo Sompo di Tokyo. Pur riconoscendo che Sompo Holdings non ha sfruttato «intenzionalmente» le circostanze della vendita del dipinto nel 1934, gli eredi affermano che la dolorosa provenienza dei «Girasoli» è stata «ignorata».
I querelanti risiedono in Germania e nello Stato di New York, ma hanno intentato la causa presso la Corte federale di Chicago a causa dei rapporti commerciali di Sompo in quella città americana: chiedono al tribunale la restituzione del dipinto o, in alternativa, 750 milioni di dollari di danni.
Paul von Mendelssohn-Bartholdy
Nella settimana precedente al Natale si è saputo di un'altra battaglia legate avviata per un'opera del grande pittore olandese. Gli eredi della collezionista ebrea tedesca Hedwig Stern hanno fatto causa al Metropolitan Museum of Art di New York e alla Basil and Elise Goulandris Foundation di Atene reclamando la restituzione del dipinto "La cueillette des olives" (Raccolta delle olive) di Vincent van Gogh, eseguito nel 1889.