I CLUB NON VOGLIONO GIOCARE E USANO LA SCUSA DEI RITIRI. IL SOSPETTO DELLA FIGC DOPO LA LETTERA DI POZZO E L'ARROCCO DI MAROTTA - 'REPUBBLICA': PERCHÉ METTERE IN DISCUSSIONE UN PUNTO (IL RITIRO DI TUTTA LA SQUADRA) INSERITO GIÀ AD APRILE NEL PROTOCOLLO? LA REPLICA DEL PRESIDENTE FIGC GRAVINA: SE NON VOLETE IL RITIRO, CONTINUATE CON GLI ALLENAMENTI INDIVIDUALI FINO AL 13 GIUGNO, IL SENSO DELLA SUA RISPOSTA...
Che sta succedendo ai club di Serie A? Se lo chiedono anche i vertici del calcio italiano. Lo scrive stamattina Repubblica. Improvvisamente la levata di scudi contro i ritiri. Capitanata dall’ad dell’Inter Marotta. Sappiamo che l’Inter tutta questa voglia di tornare in campo non l’ha mai avuta.
È salito sull’Aventino, scrive il giornale diretto da Molinari. Scrive Repubblica:
Un’uscita che segue la lettera di Pozzo dell’Udinese, che annunciava l’intenzione dei medici e dirigenti dell’Udinese di auto sospendersi e quindi impedire alla squadra di giocare, a causa dell’incertezza sulla responsabilità penale in caso di positivi fra giocatori e staff.
Come accade a quei ciclisti che accelerano e si portano via un bel po’ di corridori, all’Inter si accodano Milan, Atalanta, Napoli, Fiorentina, le due genovesi, il Verona, il Torino, l’Udinese di Cairo e Pozzo.
Appena 24 ore dopo il voto unanime con cui la Lega di Serie A chiedeva di ripartire con il campionato il 13 giugno, il vento è già cambiato e il timore dei vertici del calcio italiano è proprio che la mossa celi un intento: non tornare a giocare. Un cattivo pensiero sostenuto da una domanda: perché altrimenti sollevare dubbi adesso su un punto inserito già nel protocollo di aprile?
Subito dopo la riunione Gravina ha risposto mettendo al muro i rivoltosi: «Se non volete il ritiro, continuate con gli allenamenti individuali fino al 13 giugno», il senso della sua risposta.