luciano moggi e diego maradona

“SPIAVO MARADONA NELLE SUE NOTTI BRAVE” - I RACCONTI DELL’INVESTIGATORE PRIVATO ANTONINO RESTINO: “SONO STATO PER UN ANNO E MEZZO IL SUO MIGLIORE AMICO, FORSE L'UNICO MA NON CI SIAMO MAI CONOSCIUTI - FURONO FERLAINO E LUCIANO MOGGI A CONFERIRMI L'INCARICO. UNA VOLTA, DURANTE UN APPOSTAMENTO, MI ALLONTANAI: E TROVAI MARADONA CHE CI PROVAVA CON LA MIA COLLEGA DI LAVORO, CON LA MIA SPALLA. ERA INCREDIBILE… - SOLO UNA VOLTA L'HO VISTO VERAMENTE SCOSSO MOGGI. FU QUANDO GLI RIVELAI CHE…”

ANTONINO RESTINO

Pino Taormina per “il Mattino”

 

«Sono stato per un anno e mezzo il suo migliore amico, forse l' unico suo vero amico. Una specie di angelo custode. Ma non ci siamo mai conosciuti, per lui sono un fantasma». Diego Armando Maradona ha sempre e soltanto sospettato di essere spiato e pedinato durante le sue notti proibite a Napoli. Ma non ne aveva la certezza. Da oggi conosce anche il nome dello 007, di colui che per 18 mesi lo ha seguito e inseguito tra alcove, discoteche, locali equivoci e alberghi: è Antonino Restino, investigatore privato alla guida della holding Gruppo Az Investigation, l' agenzia più importante del settore in Italia.

LA SPIA DE DIOS

 

Ha confidato nel libro «La Spia de Dios», edito da Rogiosi e scritto da Elisabetta Masso e Carla Reschia, quelle interminabili giornate con il fiato in gola sulla tracce del campione più amato di tutti i tempi, per snidare le sue bravate e i suoi eccessi. Che erano sulla bocca di tutti e che lui raccoglieva puntualmente in dossier che ogni settimana consegnava all' hotel Majestic.

 

Chissà Maradona quanto resterà sorpreso nel sapere che le sue notti brave e le sue albe chiare sono state fotografate e riprese per mesi e mesi. Ma anche nel conoscere i nomi dei mandanti dell' attività di spionaggio: Corrado Ferlaino e Luciano Moggi. «Furono loro a conferirmi l' incarico nell' ambito di quello che era il loro diritto alla difesa della proprietà e del patrimonio aziendale. Erano preoccupati delle voci insistenti sul suo conto, della sua vita sregolata poco idonea per un atleta. Ma per Maradona solo Maradona avrebbe potuto fare qualcosa, salvarlo dai suoi vizi».

 

LUCIANO MOGGI E DIEGO MARADONA

IL PEDINAMENTO

«Il 24 gennaio del 1988 mi vedo con Giorgio Curti (direttore finanziario del club, ndr) e il direttore generale Luciano Moggi - racconta Restino - Il vero interesse della società era controllare Maradona, seguirlo nella sfera privata che, negli ultimi tempi, non era più in linea con le regole imposte dall'allenatore e con lo stile di vita che un atleta professionista deve rispettare. E in più sul campione giravano brutte voci, sempre più inquietanti. Sempre più preoccupanti e incontrollabili. Pare, sembra, dicono, raccontano. Moggi non si sbilanciava, andava con i piedi di piombo, usava sempre il condizionale».

Antonino Restino

 

Pochi giorni e il detective fa le prime scoperte: «L'hotel Paradiso era la sua meta preferita, di solito arrivava nel tardo pomeriggio in via Catullo, per tornarsene a casa solo alle prime ore del mattino. Una volta, durante un appostamento, mi allontanai: e trovai Maradona che ci provava con la mia collega di lavoro, con la mia spalla. Era incredibile». Donne, tante. Ognuna catalogata con nome e indirizzo.

 

«Cosa faceva in quelle mura della stanza 415? Io posso parlare delle donne e degli uomini che entravano, di certo non so cosa portavano». Dubbi, tanti. Restino racconta ancora: «Guillermo Coppola, il suo manager e grande amico di quegli anni è rimasto per me un oggetto misterioso. Accusato in seguito dal campione di averlo derubato fino all'ultimo soldo, a noi appariva di una fedeltà canina. Lo seguiva ovunque, lo serviva in tutto, si prestava a ogni sua minima richiesta ed esigenza. Più che un manager era qualcosa a metà fra un compagno di avventure e un servitore. Per pedinare Coppola che andava in farmacia contromano stavo pure per morire».

 

ancelotti maradona

Per una notte con Maradona, le donne erano disposte a tutto. «Ho visto donne fare un passo alla volta: farsi presentare all'amico dell' amico, poi a qualcuno più vicino fino ad arrivare a lui, al re». Dice ancora: «Per un lungo periodo in via Capece, proprio sotto casa sua, si aggirarono due ragazze, vestite, o per meglio dire svestite in modo molto vistoso, che passeggiavano avanti e indietro per ore. Finché un giorno la moglie di Maradona, Claudia Villafane, scese e le prese a male parole, minacciandole di passare alle mani se le avesse viste ancora lì attorno».

 

IL RAPPORTO CON MOGGI

maradona festeggia il primo scudetto del napoli

«Ci prendevamo un caffè, poi consegnavo la busta, Moggi l'apriva, leggeva voracemente e iniziava a tempestarmi di domande. Venerdì? Ma ha cambiato orario! Perché ha fatto un altro percorso? Ma erano le 4 del mattino. Si faceva mandare anche tutte le foto e le riprese. Anche quando si mise a giocare per strada con dei ragazzini e una donna gli lanciò un secchio d' acqua dal balcone. Non lo aveva riconosciuto». Raramente, però, Moggi si è davvero sorpreso.

 

«Solo una volta l'ho visto veramente scosso: quando scoprì che nel garage di casa si allenava da solo con il suo coach personale, Fernando Signorini, il suo storico preparatore atletico. L'unico che sapeva cosa gli serviva per rendere al meglio, evitandogli soprattutto gli esercizi che Maradona riteneva inutili e noiosi. Ma di quegli allenamenti misteriosi ed esclusivi nella palestra sotto casa, vicino al garage accanto al parco delle sue numerose auto, la società calcistica non sapeva».

DIEGO ARMANDO MARADONA ALLA ARRIVO A NAPOLI IL 5 LUGLIO 1984

 

In locali dove Diego passava le sue notti brave e quelle galanti sono quasi del tutto scomparsi. Non c' è più La Sacrestia a via Orazio e nemmeno La Stangata a via Martucci. «Ma allora questi e altri luoghi erano il suo campo di gioco notturno. Finite le feste e le notti folli approdava al suo Paradiso di via Catullo dove i camerieri e i dipendenti alla reception lo accoglievano come uno di famiglia e dove noi, che non lo mollavamo mai, ci impadronivamo dei suoi segreti».

 

LO SCUDETTO PERDUTO

MARADONA E IL NAPOLI

«Ne hanno dette di tutti i colori su quel sorpasso del Milan sul Napoli ma io posso dire con certezza che Diego non avrebbe trattato con nessuno per una sconfitta. Perché il calcio era la sua parte migliore, non avrebbe accettato mai una cosa del genere». Il mondo che lo circondava, secondo la spia, voleva solo approfittarsi di lui. Un mondo di insospettabili. Pronti a qualsiasi cosa per assecondarlo. In ogni sua richiesta.

 

LA TENTAZIONE

«La mia speranza è che quando portavo le prove che cercavano delle sue notti insonni, loro intervenissero. E invece ricordo Luciano Moggi che ascoltava i miei report in silenzio e poi nulla cambiava. Non capivo il perché, poi col passare del tempo l' ho capito: Diego non avrebbe accettato intromissioni nella sua vita. Da nessuno. Pure se il Napoli gli avesse sbattuto in faccia le prove di quello che faceva lui non avrebbe cambiato di una virgola il suo modo di fare, i cuoi comportamenti».

maradona ai tempi del napoli

 

E Antonino Restino conclude: «Lo pedinavo per lavoro, ma io ero incantato da lui. Ne ero affascinato, perché per il Napoli avrei fatto qualsiasi cosa. Provai molte volte la tentazione di uscire dal mio ruolo e di avvicinarmi a lui per metterlo in guardia, da amico, per dirgli di mandare al diavolo quell' esercito di approfittatori, curiosi, spacciatori e puttane che lo assediava e ritrovare la natura solare, vitale, generosa, che era l' essenza del suo talento. Se tornassi indietro? Oggi quel consiglio glielo darei. E al diavolo l' indagine. Ora sogno di conoscerlo. Anche se in pochi lo conoscono più di me».

 

ferlaino maradonaferlaino maradonaferlaino maradona

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…