“I VEGANI POSSONO FARE QUALSIASI COSA”, ANCHE SCALARE LE MONTAGNE: MA L’ALPINISTA MARIA STRYDOM MUORE SULL’EVEREST - DALL’EX STAR DELL’ITALRUGBY BERGAMASCO A VENUS WILLIAMS: DILAGA LA DIETA "VEG" TRA GLI ATLETI
Beatrice Montini per il “Corriere della Sera”
All' inizio fu Pitagora. Quando il filosofo greco, nel 530 a.C., fondò a Crotone la sua celebre scuola introdusse (pare per primo nella storia sportiva dell' umanità) la dieta vegetariana tra gli atleti. Oltre 2.500 anni dopo, tuttavia, il rapporto tra l' alimentazione senza carne e pesce (e altri derivati animali nel caso dei vegani) e l' attività agonistica resta controverso.
Nonostante ci siano numerosi atleti che hanno scelto una dieta veg: da Carl Lewis alle sorelle Williams, passando per il pugile britannico David Haye, l' italiano Mirco Bergamasco (ex star della nazionale italiana di rugby) e la pattinatrice canadese Meagan Duhamel (medaglia d' argento a Sochi). «Essere vegan è una delle cose di cui vado più orgogliosa - ha raccontato Meagan -. La gente pensa che siamo hippy malnutriti ma non è così: io sono diventata più forte e resistente alla fatica».
A riaccendere il dibattito su scelta vegan e sport è stata la morte nei giorni scorsi sul monte Everest di Maria Strydom, alpinista esperta e professoressa universitaria di 34 anni, il cui obiettivo era scalare le 7 cime più alte del mondo per dimostrare che i «vegani possono fare qualsiasi cosa».
Anche se negli ultimi giorni altri due scalatori (onnivori) sono deceduti nella scalata, la notizia della morte della donna - dovuta a un malore causato dall' altitudine - ha fatto il giro del mondo proprio per la sua scelta alimentare.
Ma per chi è vegan è più difficile spingere il proprio fisico all' estremo, si è chiesta la Bbc online? «L' alimentazione 100 per cento vegetale è compatibile con l' attività sportiva agonistica di qualsiasi tipo - risponde Gianfranco Beltrami, presidente della Commissione medica e antidoping Ibaf, professore all' Università di Parma e specialista in medicina dello sport -. Deve però essere equilibrata.
E questo a volte può risultare più difficile, soprattutto per quanto riguarda l' assunzione di proteine. Ma non perché quelle vegetali siano peggiori di quelle animali. Anzi. Ma perché chi adotta una dieta vegan ha una scelta più limitata, deve insomma mangiare sempre gli stessi cibi».
Secondo le linee guida più diffuse, a seconda dello sport praticato, un atleta deve assumere 1,2-2 grammi di proteine per ogni chilogrammo. Quindi se pesa 70 chili ogni giorno deve mangiare 140 grammi di proteine. «L' apporto proteico dei legumi è alto - spiega ancora Beltrami -, è di circa 25 grammi di proteine su 100 grammi. Un' altra fonte molto importante sono i semi.
In primis le arachidi. Questi cibi non devono mai mancare. Se ipotizziamo una giornata tipo di un atleta vegan possiamo quindi consigliare una colazione con latte di soia e cereali integrali. Mandorle, noci e altri semi come spuntini nel corso della giornata. E per pranzo e cena cereali integrali e legumi, oppure tofu o seitan. Oltre ovviamente alle verdure».
Roberta Bartocci, biologa, nutrizionista e blogger di VegCoach.it, aggiunge: «Come spiega l' American college of sports medicine i nutrienti più importanti per uno sportivo sono i carboidrati, che sono vegetali che devono coprire il 60-70 per cento dell' apporto quotidiano di calorie. Senza contare che l' alimentazione veg ha anche tanti vantaggi per quanto riguarda la digeribilità, l' introduzione di antiossidanti, idratanti e vitamine. Oltre ai grassi "buoni" e omega 3 contenuti in olio di oliva extravergine».
«Negli ultimi anni l' alimentazione sportiva è diventata sempre più veg - conferma Beltrami - perché è più digeribile e disintossicante. E comunque anche chi mangia carne non dovrebbe farlo più di 1-2 volte a settimana».