
I WOODCOCK CHE NON COLSI - IL PM DI NAPOLI DONA LE LETTERE TRA SUA NONNA E GUIDO GOZZANO AL CENTRO STUDI DEDICATO AL POETA TORINESE: ''LE HO TROVATE ALLA MORTE DI MIO PADRE, CHE VIVEVA NEL SOMERSET''. SILVIA ZANARDINI ORGANIZZAVA EVENTI MUSICALI A TORINO E LA CORRISPONDENZA SVELA IL LATO MUSICOFILO DELL'AUTORE DELLA 'SIGNORINA FELICITA'
Barbara Beccaria per l'ANSA
E' conosciuto come il poeta di versi celebri, entrati nell'uso comune, come "Amo le rose che non colsi" o "le buone cose di pessimo gusto". Ma Guido Gozzano, il poeta crepuscolare di cui quest'anno si celebrano i cent'anni della morte, era anche un appassionato di musica. Un aspetto inedito del suo carattere, che emerge da uno scambio di lettere tra il 1915 e il 1916, pochi mesi prima della sua morte, con Silvia Zanardini, nobildonna e nonna paterna di Henry John Woodcock.
Il magistrato napoletano ha donato il prezioso carteggio al Centro Studi Gozzano Pavese "Per valorizzare quelle lettere - spiega all'ANSA - e dare loro una giusta collocazione, che non credo possa essere la mia scrivania o la mia biblioteca". La donazione in occasione di un convegno internazionale organizzato dall'Università di Torino.
"Ho trovato le lettere l'anno scorso, alla morte di mio padre - racconta Woodcock - e ho subito pensato fosse giusto donarle a chi può apprezzarne il valore più di me. Lo avrebbe voluto anche mio padre, che però viveva nel Somerset, a Taunton, dove sono nato, e da là era un po' più difficile occuparsi della cosa".
La nonna del pm era una organizzatrice di eventi musicali e collaborò alle musiche di due spettacoli teatrali di Gozzano, 'Prologo' e 'Carolina di Savoia', andati in scena a Torino. "Si tratta di documenti molto importanti - spiega Mariarosa Masoero, direttrice del Centro Studi Gozzano Pavese - che rivelano un Gozzano poco noto, musicofilo. Gli studi sui suoi versi sono numerosi, ma non ce n'è ancora nessuno sul rapporto che lo scrittore aveva con la musica".
Dal carteggio emerge anche un terzo lavoro teatrale, in realtà mai rivenuto. "Si chiamava, o si sarebbe chiamato, 'La Monaca' - spiega la presidente Masoero - e attraverso le lettere speriamo di poterne capire qualcosa in più, perché il testo non è mai stato trovato". In occasione del convegno e della donazione, il Centro Studi Gozzano ha annunciato l'intenzione di pubblicare l'intero epistolario di Gozzano, nel quale ovviamente rientreranno anche le lettere donate da Woodcock.
"Si tratta di un lavoro lungo e costoso che speriamo di poter fare con i fondi del Centro. Altrimenti cercheremo aiuto altrove". Alla tre giorni di convegno, che si è chiuso oggi, hanno partecipato i massimi esperti dell'autore de 'La signorina Felicita' che hanno scandagliato in modo particolare il rapporto del poeta con il cinema, il teatro e la modernità del suo tempo.