
ICARDI “BARRA DI FERRO” - NELLA SUA BOLLENTE AUTOBIOGRAFIA MAURITO SPIEGA COME NASCE IL SUO SOPRANNOME "CAÑITO": C’E’ UNA FOTO DI QUANDO AVEVO 4 ANNI, DOVE APPARIVO CON IL PISELLINO IN BELLA MOSTRA. SE NON FOSSE CHE "CANO", IN SPAGNOLO SIGNIFICA “TUBO” O “BARRA DI FERRO”. NON HO MAI CAPITO IL NESSO TRA LE DUE COSE, MA È OVVIO CHE LA GENTE ADESSO FARÀ PRESTO A FANTASTICARE SU CHISSÀ COSA”...
Estratti dell’autobiografia di Mauro Icardi “Sempre avanti” (Sperling& Kupfer) pubblicati da Dagospia
[...] In realtà da bambino mi chiamavano cañito. Mi vergogno a spiegarvi questo soprannome di cui, ancora oggi, non so bene rintracciare l’origine. Ma sarò sincero: tutto è nato da una foto di quando avevo 4 anni, dove apparivo nudo come mamma m’ha fatto, con il pisellino in bella mostra.
Tutto qui, niente di così scandaloso. Se non fosse che cano, in spagnolo significa “tubo” o “barra di ferro”. Non ho mai capito il nesso tra le due cose, ma è ovvio che la gente adesso farà presto a fantasticare su chissà che cosa. Tra l’altro in quella foto, che non pubblicherò mai per pudore, ero proprio un bel bambino [...]
[...] Sul braccio sinistro ho tatuato la famiglia che ho costruito: il ritratto di Wanda con la data del nostro matrimonio e tre angioletti con i nomi dei bambini. Sotto ho messo una frase che mi rappresenta: “I grandi uomini sono quelli che, anche se giudicati, non cambiano per compiacere qualcuno”. L’ho fatta scrivere vicino al nome di Wanda e dei bambini perché, nonostante le cazzate che si dicono, continuo a decidere con la mia testa [..]
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