IERI SERA LA JUVE HA SCOPERTO COSA ACCADE QUANDO UNA SQUADRA NON SI SCANSA! - SCONCERTI: “VEDERE I BIANCONERI IN DIFFICOLTÀ COME POCHISSIME ALTRE VOLTE MI HA FATTO SEMBRARE IL RISULTATO UNO SPRECO, UNA SPECIE DI INGIUSTIZIA ESATTA. LA JUVE DOVRÀ ANDARE A RIMEDIARE QUALCOSA A MADRID, POI PENSARE PROFONDAMENTE ALLA SUA...” - MURA: “QUALCUNO SPIEGHI A DYBALA CHE PUÒ SUCCEDERE DI NON SAPER AIUTARE LA SQUADRA, IN QUESTO CASO, PERÒ, EVITARE ALMENO DI
1 - ALLEGRI, SCELTA DISPERATA. UN CROLLO QUASI NATURALE
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
Il conto è arrivato tutto insieme, la Juve sta ancora a guardarlo. Una differenza che non era prevedibile, cominciata subito dopo 3 minuti, un gol che ha condizionato tutto ma non giustifica niente. Troppa diversità, nata e cresciuta con gli stessi elementi di dieci mesi fa a Cardiff, superiorità numerica in mezzo al campo, fatta di qualità individuale di Modric, Kroos e Casemiro, più la leggerezza di Isco che è dovunque e in nessun luogo.
Se a questo si aggiunge un Ronaldo in vena di meraviglie, con tutto lo stadio che si ferma ad applaudirlo con infinita amarezza ma ormai convinto della sua eccezione, resta veramente poco.
Cercando spiegazioni inutili si può recriminare per l' immaturità di Bentancur, sulla brutta serata di Chiellini, su quella fragilissima di Dybala, a disagio nel confermare la sua dimensione a questi livelli.
LA ROVESCIATA DI CRISTIANO RONALDO CONTRO LA JUVENTUS
C'è da aggiungere qualcosa anche sulle scelte di Allegri che ha diviso in due la sua squadra dimenticando il muro del palleggio a metà campo del Real. Una scelta disperata che lo rendeva cosciente dei pochi modi a disposizione per sorprendere un avversario dimostratosi più forte.
Che il crollo sia maturato verso la fine conferma che lo stacco fra le squadre era naturale, doveva semplicemente arrivare. Saprete che chi scrive non è juventino, nasce semmai in parti avverse, ma l'abitudine a essere rappresentato ovunque dalla Juve abitua al tuo padrone, fa nascere un sentimento. Vederlo in difficoltà come pochissime altre volte mi ha fatto sembrare il risultato uno spreco, una specie di ingiustizia esatta.
cristiano ronaldo applausi stadium
La Juve dovrà prima andare a rimediare qualcosa a Madrid, poi pensare profondamente alla sua bellissima stagione a metà. Non c' è mai stata la sensazione di una forza superiore, ne abbiamo parlato tante volte. È stata una straordinaria squadra mai compiuta, qualunque cosa riesca ancora a vincere. L'impallidire di Mandzukic, l'uomo simbolo di un' idea vincente un anno fa, di un superamento di limiti logici, non ha compensato l' arrivo di giocolieri alla Douglas Costa, riassunti rapidi del grande calcio, ma frasi, non racconti. Ora serve fortuna, troppa.
2 - TUTTO QUELLO CHE DYBALA NON HA ANCORA IMPARATO
Gianni Mura per “la Repubblica”
Quando allo stadio quasi tutti si alzano in piedi per applaudire il gol di un avversario, nel caso Ronaldo, c' è poco da aggiungere. Gli spettatori con quel convinto battimani non solo tributano la giusta ammirazione per un gol fantastico (una rovesciata alla Gigi Riva, per capirci) ma timbrano l'addio della Juve alla Champions. Inevitabile, per quel che s'è visto, e con più d' un rimpianto.
I valori attualmente sono questi, il Real è più forte, a poco è servito evocare precedenti favorevoli alla Juve, o la sua maggiore adattabilità alle sfide su due partite. In un certo senso la Juve ha ripetuto Cardiff. Resta a galla nel primo tempo, pur colpita, sempre da CR7, dopo 3' appena.
ANDREA AGNELLI E JOHN ELKANN DURANTE JUVENTUS REAL MADRID
È una volontà forte e confusa a tenerla in piedi, non certo la fluidità di manovra. Il centrocampo è in mano al Real, che dà l' impressione di non voler affondare i colpi. Modric e Kroos rallentano le ripartenze, non hanno fretta. La Juve è costretta a una partita sporca e sudata, in un'inferiorità tecnica sempre più evidente. Douglas Costa è perfetto nel ruolo di spettatore non pagante, Alex Sandro non spinge. Facile dirlo dopo, però Matuidi e Cuadrado sarebbero stati più utili.
Dal suo ostinato attaccare la Juve ricava un rigore di Casemiro (mano in area non molto innocente, ma non fischiato) e un' occasione per Higuain, tiro respinto da Keylor Navas. Poco, se confrontato con i tre gol del Real, più due traverse (Kroos e Kovacic) e tre pulite occasioni da gol. E anche una maggiore freddezza.
Dybala, per esempio. Qualcuno gli spieghi che può succedere di non saper aiutare la squadra, di non caricarsela in spalla come si presume debbano fare i campioni. In questo caso, però, evitare almeno di danneggiarla. E invece, appena dopo il capolavoro di CR7, Dybala già ammonito per simulazione va a prendere il secondo giallo per un' entrata stupida a centrocampo. Così, in una serata tutta storta, la sola cosa utile è l' aver portato all' ammonizione Sergio Ramos.
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Salterà il ritorno, come Dybala, ma ormai questi sono dettagli senza importanza. Il 2-0 è preceduto e anche propiziato da un' incertezza tra Chiellini e Buffon che nella circostanza sembrano due esordienti e non due veterani. È il risultato più brutto da quando si gioca all'Allianz Stadium. Non era la Juve più brutta, fino allo 0-2 s' è ribellata al suo destino, ma nemmeno era quella di Wembley. Ha pagato errori difensivi, anche sul primo gol.
Dall' atteggiamento in campo, il Real sembrava avere la testa più sgombra. La Champions è il suo unico obiettivo. La Juve ne aveva tre, il più prestigioso ora può cancellarlo e pensare agli altri. Al Bernabeu si tratterà solo di salvare la faccia.
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3 - E TUTTO LO STADIUM APPLAUDÌ IL RE DELLA CHAMPIONS CR7, UN' ALTRA NOTTE PERFETTA
Giulia Zonca per “la Stampa”
È difficile pensare di fermare uno che firma record e meraviglie con totale naturalezza, con una semplicità che sfiora l' indifferenza. O l' onnipotenza. Cristiano Ronaldo ha segnato alla Juve tutte le volte che l' ha avuta davanti, nove gol. Anzi dieci tiri e una parata, una questione personale persino per uno che moltiplica i gol contro qualsiasi avversaria.
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CR7 ha marchiato ben più del suo numero, ha piazzato il nome sulla Champions League, il primo che va in rete in dieci partite di fila e anche qui è un racconto che va dalla Juventus della finale di Cardiff, doppietta, alla Juventus di questo quarto, altra doppietta e con tanto di rovesciata plastica. C' è tutto: invenzione, coordinazione, elevazione, precisione, forza e c' è quella sua faccia quando atterra, quel modo che Ronaldo ha di planare e occupare lo spazio e di prendersi tutto, la vittoria: il pubblico, costretto a omaggiarlo pure quando lo subisce, il calcio intero.
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Il suo eurogol più veloce È impossibile da contenere e ha una fissazione per i bianconeri, migliora pure il suo primato di rapidità, tarato sempre sullo stesso rivale: il primo gol di questa partita solo sua arriva dopo tre minuti, il più veloce subito alla Juventus in Champions League dalla rete di Alaba del Bayern Monaco nell' aprile 2013 (al 1'), il più veloce rimediato in casa e ovviamente il più veloce di Ronaldo che prima era fermo al quarto minuto, 23 ottobre 2013, neanche a dirlo, con la Juve.
Non c' è scampo, entra per fare male e alla fine quella sublime rovesciata sembra un colpo di grazia: lo stadio applaude melancolico, rapito dalla struggente bellezza di quell' acrobazia che supera l' amarezza del momento. Il pubblico barcolla e batte le mani (non la curva che reagisce con rancorosi insulti indirizzati al mondo intero) e Ronaldo abbozza un inchino. Il solo gesto vagamente goffo dei novanta minuti. È abituato alle ovazioni, però anche preparato alle invidie, allo scetticismo, a essere bersaglio da fastidi vari. Ma criticare questo giocatore è pura follia.
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La grande bellezza Cristiano non ha fatto impazzire la difesa bianconera, l' ha mutilata, stroncata in due azioni e Buffon, immobile nella sua porta mentre quella palla assurda lo scavalca, è il ritratto della resa al talento. Un talento coltivato e moltiplicato secondo i precetti biblici. C' è una foto dell' allenamento di Ronaldo in cui prova la rovesciata sul prato dell' Allianz Stadium il giorno prima della partita.
Non abbozza, fa tutto il gesto con le gambe che arrivano a un' altezza disumana: la destra che scatta perpendicolare al suolo, la sinistra che si piega per reggere il volo: perfetto.
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Dietro le quinte della partitella a spalti vuoti o dentro la sfida con il pienone. L' impatto con la palla è uno schiocco, una frustata secca. Seguono il fruscio della traiettoria e lo stupore generale, Zidane, che qualche colpo di genio nella vita lo ha visto, e da vicino, si porta una mano alla testa e resta così.
Tramortito dalla bellezza. C' è troppo Ronaldo per vedere il Real, per decriptare il confronto, per calcolare gli errori. Troppo Ronaldo per il rammarico perché con tutte le correzioni fattibili sarebbe ancora impossibile contenerlo. Per un istante si stupisce pure lui che si crede da sempre capace di tutto. E in effetti ha ragione.
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